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Formula 1

La FIA smentisce se stessa: Mercedes e Honda ottengono il rinvio dell’abolizione del Party Mode





Nel corso del fine settimana del GP di Spagna non si è quasi parlato d’altro, eppure sembra che tutte quelle chiacchiere se le sia portate via il vento: il Party Mode, la mappatura che consente di spremere al massimo le Power Unit in particolari momenti del weekend, non verrà bandita a partire dal GP del Belgio come inizialmente previsto.

Party Mode
© Steve Etherington / Mercedes AMG F1 Press

La notizia è arrivata oggi, a diversi giorni di distanza da quello che era stato l’annuncio della FIA nel paddock del Circuit de Catalunya. Sotto il sole del Montmelò la Federazione aveva infatti deciso di vietare l’utilizzo di particolari modalità delle PU a partire sin dal prossimo Gran Premio, quello che da calendario si terrà tra le foreste di conifere delle Ardenne: a partire dal fine settimana di Spa, tutte le scuderie avrebbero dovuto sfruttare la stessa mappatura del motore sia in qualifica che in gara, andando quindi ad eliminare quei picchi di potenza che alcuni motoristi erano in grado di ottenere in momenti cruciali.


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Già, avrebbero dovuto sfruttare la stessa mappatura del motore. Perché è invece notizia di oggi, come avete letto in apertura di articolo, che la stessa Federazione ha deciso di rinviare al GP d’Italia l’entrata in vigore di un simile divieto. La richiesta di posticipare la sostanziale abolizione del Party Mode, stando a quanto riportato da diverse testate, sarebbe stata avanzata da Mercedes e Honda, i motoristi maggiormente colpiti tanto da questa decisione quanto dalla Direttiva Tecnica 36 dedicata al funzionamento dell’ERS. Con la necessità di ricalibrare tutte le proprie mappatura effettuando anche eventualmente dei test al banco, sia i tedeschi che i giapponesi avrebbero fatto sapere di aver bisogno di più tempo per valutare gli effetti che un simile cambiamento potrebbe avere anche sul fronte dell’affidabilità. Di qui dunque la decisione della Federazione di concedere a Mercedes ed Honda una settimana in più, con il Party Mode che potrà esalare il proprio ultimo respiro sui lunghi curvoni del circuito belga.

Inutile dire che questa presa di posizione della FIA abbia scontentato non poche persone all’interno della Formula 1: ci si chiede infatti che senso abbia annunciare controlli e divieti in maniera perentoria se poi, a fronte di una semplice richiesta avanzata da quegli stessi motoristi che si intendeva controllare in maniera più approfondita, si è disposti a concedere 7 giorni di adeguamento in più. Modificare i regolamenti in corsa non è mai una splendida idea, ma decidere di cambiare le carte in tavola per “colpire” qualcuno salvo poi dargli la possibilità di correre ai ripari è forse anche peggio: in un colpo solo vengono infatti scatenate – a ragione – sia le polemiche degli alcuni che vedono mutate le regole del gioco, sia i rimbrotti degli altri che lamentano una scarsa efficacia dei divieti e dei controlli adottati. Facendo pensare quindi che, probabilmente, sarebbe stato meglio stare fermi sin dall’inizio.





Tags : f1f1 2020formula 1gp belgioGP ItaliaHondamercedesparty mode
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow