Nel corso del fine settimana del GP di Spagna non si è quasi parlato d’altro, eppure sembra che tutte quelle chiacchiere se le sia portate via il vento: il Party Mode, la mappatura che consente di spremere al massimo le Power Unit in particolari momenti del weekend, non verrà bandita a partire dal GP del Belgio come inizialmente previsto.
La notizia è arrivata oggi, a diversi giorni di distanza da quello che era stato l’annuncio della FIA nel paddock del Circuit de Catalunya. Sotto il sole del Montmelò la Federazione aveva infatti deciso di vietare l’utilizzo di particolari modalità delle PU a partire sin dal prossimo Gran Premio, quello che da calendario si terrà tra le foreste di conifere delle Ardenne: a partire dal fine settimana di Spa, tutte le scuderie avrebbero dovuto sfruttare la stessa mappatura del motore sia in qualifica che in gara, andando quindi ad eliminare quei picchi di potenza che alcuni motoristi erano in grado di ottenere in momenti cruciali.
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Già, avrebbero dovuto sfruttare la stessa mappatura del motore. Perché è invece notizia di oggi, come avete letto in apertura di articolo, che la stessa Federazione ha deciso di rinviare al GP d’Italia l’entrata in vigore di un simile divieto. La richiesta di posticipare la sostanziale abolizione del Party Mode, stando a quanto riportato da diverse testate, sarebbe stata avanzata da Mercedes e Honda, i motoristi maggiormente colpiti tanto da questa decisione quanto dalla Direttiva Tecnica 36 dedicata al funzionamento dell’ERS. Con la necessità di ricalibrare tutte le proprie mappatura effettuando anche eventualmente dei test al banco, sia i tedeschi che i giapponesi avrebbero fatto sapere di aver bisogno di più tempo per valutare gli effetti che un simile cambiamento potrebbe avere anche sul fronte dell’affidabilità. Di qui dunque la decisione della Federazione di concedere a Mercedes ed Honda una settimana in più, con il Party Mode che potrà esalare il proprio ultimo respiro sui lunghi curvoni del circuito belga.
Inutile dire che questa presa di posizione della FIA abbia scontentato non poche persone all’interno della Formula 1: ci si chiede infatti che senso abbia annunciare controlli e divieti in maniera perentoria se poi, a fronte di una semplice richiesta avanzata da quegli stessi motoristi che si intendeva controllare in maniera più approfondita, si è disposti a concedere 7 giorni di adeguamento in più. Modificare i regolamenti in corsa non è mai una splendida idea, ma decidere di cambiare le carte in tavola per “colpire” qualcuno salvo poi dargli la possibilità di correre ai ripari è forse anche peggio: in un colpo solo vengono infatti scatenate – a ragione – sia le polemiche degli alcuni che vedono mutate le regole del gioco, sia i rimbrotti degli altri che lamentano una scarsa efficacia dei divieti e dei controlli adottati. Facendo pensare quindi che, probabilmente, sarebbe stato meglio stare fermi sin dall’inizio.