Tutto ad un tratto sembrava di essere tornati all’estate appena trascorsa. Distacchi risibili in qualifica, ritmo simile in gara, gestione delle coperture Pirelli più favorevole alle monoposto colorate di rosso piuttosto che a quelle argentee. Il GP degli Stati Uniti, improvvisamente, dopo alcune corse dalla difficile interpretazione ci ha riconsegnato una F1 che ha riscoperto i vecchi rapporti di forza tra Mercedes e Ferrari, con le W09 Hybrid veloci come – e non di più – delle SF71-H ma non altrettanto in grado di gestire gli pneumatici posteriori durante la gara.
Sembrerebbe apparentemente merito della Ferrari, che seppure forse con un GP di ritardo ha saputo fare un passo indietro con gli sviluppi ed ha dunque deciso di tornare sostanzialmente alla monoposto che fino a SPA sembrava la migliore del lotto. Ma forse, stando a quanto riportato da Motorsport.com, questo ritrovato equilibrio prestazionale parrebbe essere anche “demerito” della Mercedes, costretta dalla FIA a non utilizzare più un espediente tecnico di cui tanto si era parlato nei giorni scorsi. Sulle W09 Hybrid infatti, nel corso degli ultimi GP, erano apparsi dei fori su cerchio e mozzo posteriori: la loro funzione sarebbe stata essenzialmente aerodinamica, dato che, operando come appendici aerodinamiche mobili – e dunque irregolari -, avrebbero dovuto estrarre aria calda dalla campana della ruota nel tentativo di abbassare la temperatura delle gomme e scongiurare quindi il rischio del tanto temuto blistering.
Blistering che però, dopo essere per l’appunto scomparso dalle Pirelli posteriori delle Frecce d’Argento a partire dal GP di Monza, ieri si è implacabilmente ripresentato sugli pneumatici Soft del #44 e del #77. E se Bottas è riuscito comunque a gestire il proprio treno di gomme non venendo costretto ad una sosta ai Box supplementare, a Lewis – che voleva vincere a tutti i costi e che quindi si è sentito molto più in dovere di spremere le proprie coperture – l’impresa non è riuscita, con l’inglese che si è ritrovato dunque ad essere l’unico tra i piloti di testa ad essere chiamato ad un secondo pit stop.
La causa è da rinvenire nell’aumento della pressione minima alla partenza – quantificabile in 1,5 psi – imposto da Pirelli a causa della temperatura dell’asfalto? Potrebbe. Ma potrebbe essere trovata anche nella decisione della FIA, presa senza sbandieramenti pubblici ed emersa solamente pochi minuti fa, di imporre alla Mercedes la chiusura dei suddetti fori su cerchi e mozzi posteriori, evidentemente portatori di un effetto aerodinamico decisamente meno “trascurabile” rispetto a quanto dichiarato dalla stessa Federazione pochi giorni fa nel comunicato in cui si parlava di “illegalità limitata” della soluzione adottata dal team di Brackley.
Ovviamente potrebbe trattarsi di una pura e semplice coincidenza: le temperature dell’asfalto di Austin, il fatto che la pista fosse poco gommata a causa degli acquazzoni che hanno letteralmente lavato la pista fino al venerdì notte ed il conseguente aumento di pressione voluto da Pirelli potrebbero davvero essere il motivo principale per cui le W09 Hybrid abbiano sofferto più del recentissimo passato. Ma potrebbe anche darsi che non lo sia.
A questo punto non possiamo far altro che cedere la parola al GP del Messico, che si correrà tra meno di 7 giorni. Lì, forse, potremo capire qualcosa di più.