E’ stato uno dei piloti più spietati, cinici, calcolatori e soprattutto veloci che la storia recente della Formula 1 ricordi. Ma, allo stesso tempo, è stato anche uno dei più criticati, uno dei più discussi, uno dei più controversi. Fernando Alonso, inutile negarlo, non metterà mai d’accordo tutti. C’è chi lo considera uno dei migliori dietro ad un volante, ma c’è anche chi ritiene che sia uno dei peggiori una volta calata la visiera: posizioni agli antipodi, che molto probabilmente non troveranno mai un punto d’incontro.
Punto d’incontro che a noi, quest’oggi, non interessa assolutamente trovare. Perché, a prescindere da come decidiate di considerarlo, Fernando Alonso è senza dubbio uno dei piloti che hanno contribuito a scrivere la Storia della Formula 1. E questi, con quasi totale certezza, sono i 14 momenti in cui ci ha emozionato di più, sia dall’interno che dall’esterno di una monoposto.
#1 – GP d’Europa 2012
Non è un mistero che Fernando Alonso si sia spesso esaltato sugli asfalti di casa sua. Scenario dell’8° appuntamento stagionale del Mondiale, in quel 2012, è il toboga cittadino di Valencia, tra ponti pieghevoli e capannoni delle squadre dell’America’s Cup. Nando parte 11° dopo una cocente esclusione in Q2 davanti al suo pubblico, la rimonta sembra impossibile. E invece lì, tra i muretti di Valencia, l’asturiano mette in scena una delle gare più belle della sua carriera, se non addirittura la più bella in assoluto: nessuno riesce ad arrestare la corsa della sua Ferrari, che impone il proprio ritmo, sfrutta le ripartenze da SC e gli errori degli avversari, supera gli avversari all’interno, in rettilineo, all’esterno a ruote fumanti fino ad arrivare ad una 2^ piazza che, vista la posizione di partenza, varrebbe quasi una vittoria. Ci pensa però il destino a rendere omaggio alla gara di Alonso, con un alternatore della Red Bull di Vettel che cede nel corso del 34° passaggio consegnando nelle mani dello spagnolo la prima posizione ed una vittoria che rimarrà impressa per parecchi anni nella memoria dei ferraristi e dei tifosi del #14.
#2 – GP Giappone 2015
Così come non è un mistero che Nando si sia spesso esaltato in terra ispanica, allo stesso modo noto a tutti è il fatto che l’asturiano non sia mai stato particolarmente clemente nelle sue comunicazioni radio. Una delle più famose, destinata ad entrare di diritto nella Storia, è quella che l’asturiano ha dedicato nel 2015 al muretto Box della McLaren-Honda nel corso del GP del Giappone, gara di casa per il motorista nipponico. Vistosi sverniciato in rettilineo senza pietà da una Toro Rosso, Nando si aprì in radio con il suo ingegnere di pista definendo la PU giapponese un motore di una categoria inferiore, strafregandosene che tutto il mondo – e soprattutto i vertici di Honda – sentisse quello che aveva da dire. E quel “GP2 Engine!” che ancora risuona in quel di Suzuka è già cultura popolare.
#3 – GP Spagna 2011
Torniamo in Spagna, e torniamo a parlare di prodezze realizzate con il volante tra le mani. Il circuito del Montmelò è teatro del 5° appuntamento stagionale del Mondiale 2011: Fernando Alonso in qualifica si piazza 4°, alle spalle delle due Red Bull di Vettel e Webber e dietro anche alla McLaren di Hamilton. Le RB volano in quella stagione, la Ferrari non è in grado di contrastarne lo strapotere, ma Alonso non lo sa e si esibisce in una delle partenze più belle di quell’anno: allo spegnimento dei semafori brucia l’inglese, dopodiché sfruttando il KERS si fa largo a spintoni sulla destra sia di Webber che di Vettel, transitando 1° in Curva 1 e mandando in visibilio mezzo mondo. Poi la gara verrà vinta dalla Red Bull del tedesco, ma di certo questo non ha impedito che quello start rimanesse negli annali.
#4 – GP Brasile 2015
E’ il penultimo appuntamento di un’annata semplicemente disastrosa per l’asturiano: il motore Honda non è stato quasi mai affidabile, e quando lo è stato la potenza espressa dalla PU nipponica era tremendamente inferiore rispetto a quella dei propulsori avversari. Che fare dunque se, per l’ennesima volta nell’arco della stagione, il motore della propria monoposto decide di abbandonare la nave? Aprirsi nuovamente in radio per gridare al mondo la propria frustrazione? Macchè: è decisamente meglio sedersi a bordo pista per prendere un po’ di sole mentre gli altri girano in pista, in attesa che la qualifica – e anche la stagione – finiscano…
#5 – GP Spagna 2013
Di nuovo in Spagna, di nuovo al Montmelò, di nuovo allo start. Fernando questa volta è 5° in griglia, alle spalle di Rosberg, Hamilton, Vettel e Raikkonen. Allo spegnimento dei semafori lo spagnolo non è devastante, ma pochi metri dopo cambia tutto: Nando prepara alla perfezione l’uscita da Curva 2, bruciando in trazione la Lotus di Raikkonen e sfruttando la sua maggiore velocità per affiancare e sverniciare all’esterno della lunghissima piega destrorsa di Curva 3 la Mercedes di Hamilton. “Fernando sapeva di poter fare quella manovra” – disse Andrea Stella dopo il GP – “Nella Track Walk aveva notato grattando con la scarpa che il grip era simile tra l’interno e l’esterno, e si era convinto di poter superare lì perché aveva visto alcuni piloti nelle categorie inferiori fare quella manovra: era un attacco studiato sin dall’inizio”. E quella volta, a suggello di una simile manovra, arrivò anche il successo in gara. L’ultimo di Nando in F1.
#6 – GP Brasile 2016
Se la Spagna finora sembra essere terreno fertile per rievocare i migliori momenti sportivi del #14, si direbbe che sia il Brasile lo scenario preferito da Alonso per le sue gag al di fuori dell’abitacolo di una F1. Nel corso delle FP2 in quel di Interlagos, infatti, quando la sua McLaren-Honda decise – di nuovo – di ammutolirsi, Nando si mise rapidamente in cerca di un’occupazione alternativa, trovandola nell’improvvisarsi cameraman: sedia e cuffie d’ordinanza, postazione in uscita di curva e via a perdere totalmente di vista qualsiasi monoposto gli passasse davanti. E se pensate che i risultati ottenuti come cameraman sono stati più esaltanti di quelli ottenuti in pista in quel 2016…
#7 – GP Brasile 2012
Non ci spostiamo di un millimetro questa volta, rimanendo in quel di Interlagos. Stavolta però siamo sull’asfalto brasiliano per celebrare una manovra di Nando, andata in scena nel corso dell’ultimo GP della stagione 2012, quello che tutti i ferraristi ricordano – e continueranno a ricordare per anni – a causa della miracolosa sopravvivenza della Red Bull di Sebastian Vettel. Con il tedesco impegnato in una furibonda rimonta dalle retrovie, lo spagnolo intravide la possibilità di centrare un insperato trionfo iridato grazie anche a delle condizioni meteo tutt’altro che stabili. Ecco perché, nella fretta di portarsi il più avanti possibile in classifica, l’asturiano non ci pensò due volte a liberarsi in una sola staccata della Red Bull di Webber e della Ferrari di Massa, entrati affiancati nella “S di Senna”. Una manovra spettacolare, che però fu inutile ai fini del Mondiale.
#8 – GP Italia 2017
Questa volta ci spostiamo dalla tortuosa Interlagos alla ben più rettilinea Monza. Nando è alla sua terza stagione con McLaren-Honda, ed ormai ha fatto il callo a lottare per posizioni di metà classifica. Stavolta a vedersela con l’asturiano è Jolyon Palmer, che in lotta con il #14 si prese la sua posizione grazie ad un taglio – a detta dello spagnolo irregolare – alla Variante della Roggia. Da lì in avanti Alonso è una furia via radio: invoca che gli venga data la posizione, invoca penalità, definisce “Uno scherzo!” i secondi comminati a Palmer e infine, dopo aver cercato invano di restituire pan per focaccia all’inglese andando al suo inseguimento lungo i rettilinei brianzoli (“Where’s Palmer?”), commenta in un modo indimenticabile la notizia del ritiro dell’inglese.
#9 – GP Ungheria 2006
Oltre a spostarci geograficamente questa volta compiamo anche un discreto balzo indietro nel tempo. Torniamo infatti al 2006, agli anni in Renault, quando Nando doveva vedersela con un certo Michael Schumacher. Siamo nel toboga dell’Hungaroring, un circuito che per la propria conformazione rende ostici i sorpassi. Per la prima volta negli ultimi 20 anni, tuttavia, in Ungheria piove la domenica del GP: incertezza sulle gomme, e soprattutto traiettorie da disegnare. Nando sale in cattedra contro uno dei piloti più efficaci sul bagnato nella storia recente della F1, e si rende protagonista di una caccia lunga diversi giri, suggellata infine da un sorpasso all’esterno di Curva 5 che in tanti ricordano ancora.
#10 – GP Italia 2016
Torniamo di nuovo a Monza, ma rispetto alla nostra ultima visitina in terra nostrana scaliamo indietro di un anno. Siamo nel 2016, nel corso della seconda stagione di Nando tra le fila della McLaren-Honda. La situazione non è migliorata rispetto al 2015, anzi: le prestazioni e l’affidabilità della PU nipponica, se possibile, sembrano addirittura essere peggiorate. L’asturiano è bloccato a centro gruppo, con un ritmo che non gli consentirebbe in alcun modo di riagguantare chi lo precede, quando dal muretto lo informano del fatto che forse, grazie ad un degrado delle gomme, Grosjean potrebbe rallentare e finirgli tra le braccia. Una previsione oltremodo ottimistica, alla quale Alonso dimostra di credere al punto da scoppiare, per tutta risposta, in una fragorosa risata in diretta mondiale.
#11 – GP Belgio 2007
Atterriamo stavolta tra le Ardenne, sull’iconico asfalto di SPA-Francorchamps. Siamo nel 2007, l’anno del primo approdo di Alonso – allora neo bi-campione del mondo in carica – alla corte di Woking nonché l’anno dell’esordio di un tale Lewis Hamilton. La rivalità tra i due è aspra sin dall’inizio, e spesso (come in Ungheria) travalica anche i semplici aspetti sportivi. Sul circuito belga però non c’è spazio per strategie e giochetti psicologici: bisogna solamente dare gas ed avere pelo sullo stomaco per affrontare le pieghe leggendarie di quei 7 km e poco più di pista. Hamilton e Nando appena dopo la partenza scendono fianco a fianco da La Source, giù a capofitto verso il Raidillon. L’asfalto scorre via sotto i musi delle due McLaren, quasi paralleli tra di loro: si attende solamente il momento in cui uno dei due alzerà il piede. Nando ha la traiettoria migliore, Lewis cede: l’asturiano ha la meglio sull’inglese davanti ad un soddisfatto Ron Dennis, portando a casa un bel sorpasso su uno dei tratti più simbolici della Storia del Motorsport.
#12 – GP Russia 2016
Ancora McLaren, ma non più Mercedes. Torniamo in un passato più recente del marchio di Woking, quello firmato Honda. Siamo in Russia, sull’asfalto di Sochi, e come al solito Nando è impantanato in posizioni di rincalzo a causa della scarsa competitività della sua monoposto. “Ok Fernando, facciamo gara su Massa (che in quel momento era alle sue spalle, ndr) fino alla fine”, gli dicono dal muretto. “Adoro il vostro senso dell’umorismo!”, risponde un dissacrante Alonso, clamorosamente consapevole della maggiore potenza della PU Mercedes che equipaggiava la Williams di Massa. Indimenticabile.
#13 – GP Messico 2017
Sono passati oltre 10 anni da quel sorpasso all’ingresso del Raidillon, ma la rivalità tra Nando e Lewis non sembrava proprio essersi sopita durante il GP del Messico della passata stagione, quello che ha consegnato al #44 il suo 4° Titolo Mondiale. Dopo il contatto con Vettel nelle prime fasi del GP la Mercedes del campione in carica, finito indietro a causa del Pit anticipato, risale velocemente lo schieramento. Le monoposto degli avversari sembrano quasi spostarsi di fronte alla Freccia d’Argento, fino a quando di fronte al musetto di Hamilton non appare la McLaren-Honda arancio-nera con il #14. Di spostarsi, nel giorno del trionfo di uno dei suoi più grandi avversari, Fernando proprio non ne ha voglia: e quindi, alla guida di un mezzo palesemente inferiore rispetto alla W08, fa sudare le proverbiali 7 camicie (e qualche canotta) al #44, facendo aumentare il rammarico per non esserlo riuscito a vedere alla guida di un’auto anche solo vagamente competitiva.
#14 – GP Brasile 2016
Per il 14° ed ultimo momento memorabile di Fernando Alonso torniamo ancora una volta in Brasile, anche se in quest’occasione rimaniamo ben al di fuori del nastro d’asfalto d’Interlagos. Qualifiche del GP carioca, le due McLaren-Honda di Button e di Nando concludono la Q1 tra gli esclusi: per l’inglese e lo spagnolo la penultima qualifica di una stagione fallimentare è terminata – nuovamente – nella prima manche. Che fare dunque? Rimuginare mesti nei box? Lamentarsi e piangere lacrime amare? Macché. Meglio salire sul podio a qualifiche in corso, mentre gli altri scendono in pista: il tempo di scattare una foto, salutare il pubblico – impazzito ovviamente per quel gesto – e consegnare alla F1 moderna un’altra immagine difficilmente dimenticabile.