E’ il day after il GP d’Italia. Una giornata in cui alcuni sono intenti a festeggiare una vittoria meritata ed altri sono impegnati a leccarsi le ferite, usciti malconci da uno scontro che avrebbe dovuto risolversi in un dominio e che invece si è trasformato in una sconfitta decisamente bruciante. Tra i primi, senza neppure doverci girare intorno, c’è Lewis Hamilton. Tra i secondi, ovviamente, figura la Scuderia Ferrari. Ma chi sarà stato il migliore sull’asfalto dell’Autodromo Nazionale di Monza? E chi il peggiore?
LEWIS HAMILTON – 10. La sua è una gara perfetta, che arriva in un momento cruciale della stagione e dopo un sabato che sembrava averlo relegato al ruolo di terza forza dello schieramento. Aggressivo e metodico nei sorpassi, abile nella gestione delle SuperSoft e cinico nello sfruttare l’assist di Bottas: con questa vittoria torna a prendere il largo in classifica piloti, e con questa solidità mentale davvero viene da chiedersi cosa potrebbe scalfirlo.
KIMI RAIKKONEN – 9. Se non sono stati impartiti ordini di scuderia prima della gara, quello italiano è forse il miglior weekend stagionale per il #7. Pole Position da urlo, difesa strenua su Vettel e gestione fino ai limiti dell’impossibile di un treno di gomme Soft – in condizioni pietose a causa di una sosta arrivata probabilmente troppo presto – che lo lascia con le armi spuntate nel duello con Hamilton. Certo, il voto vale se prima del GP non siano stati dati ordini, per l’appunto. Altrimenti…
VALTTERI BOTTAS – 6. Impalpabile nella prima parte di gara, torna utile alla causa Mercedes non appena Raikkonen effettua la propria sosta. A quel punto il #77 sacrifica la sua gara sull’altare di quella di Hamilton, contribuendo alla formazione del blistering sulle coperture del #7 ed impedendone la fuga dal rientrante Hamilton, per poi conquistare grazie ad una penalità la 3^ posizione a scapito di Verstappen. Certo è che viene da chiedersi come potranno essere le sue gare quando, a detta di Toto Wolff, Mercedes si deciderà davvero a metterlo al servizio di Hamilton.
SEBASTIAN VETTEL – 3. Ancora una volta un errore, ancora una volta in un momento in cui non era concesso commetterne. Il tedesco getta alle ortiche una prima fila tutta Ferrari lasciando Raikkonen da solo nella lotta contro le due Mercedes, ed a poco vale la sua rimonta rabbiosa dalla 18^ piazza in cui era piombato. Non ha la solidità mentale di Hamilton, e deve ringraziare ciò che è successo in Austria: senza quel ritiro del #44 staremmo probabilmente parlando di un Mondiale già chiuso.
MAX VERSTAPPEN – 8. Poco può un assetto totalmente scarico quando a mancare rispetto ai tuoi diretti avversari sono i cavalli. L’olandese resiste finché può a Bottas, dopodiché è costretto ad arrendersi alla superiorità della Mercedes ed alla penalità di 5″ che gli viene comminata per aver stretto all’esterno della staccata della Prima Variante il #77. Non commette errori, ma non si esibisce neanche in acuti particolari: semplicemente, questa non era la gara adatta alla sua Red Bull.
ESTEBAN OCON – 7,5. 8° in qualifica, 6° in gara sopravanzando Sainz e sfruttando la squalifica di Grosjean. La gara del giovane francese non è affatto negativa, ma non si può certo parlare di una prestazione da primo della classe. Ha condotto una gara da onesto mestierante, confermando il buono stato di forma della Force India ed incamerano punti importanti per la neonata Racing Point.
SERGIO PEREZ – 8,5. Una qualifica disastrosa cancellata da una gara ottima. Il messicano risale dalla 16^ posizione grazie ad un passo gara solido e ad un’accurata gestione delle gomme, finendo direttamente alle spalle del compagno di team che gli partiva ben davanti. Unica pecca, il contatto che rovina il fondo scalinato – e la gara – di Kevin Magnussen: provare ad entrare alla prima di Lesmo in quel modo è sembrato effettivamente un po’ azzardato.
CARLOS SAINZ – 6,5. Partiva 7°, chiude 8° grazie all’esclusione del #8: non proprio la sintesi di un weekend esaltante. Lo spagnolo non commette particolari errori e non è neppure coinvolto in chissà quali contatti, ma semplicemente non ne ha per impedire che i motorizzati Mercedes gli passino davanti. Sarà mica un caso che a Monza solamente lui e Verstappen, tra i primi 10, montano una PU Renault?
LANCE STROLL – 7,5. Per il canadese al termine del GP d’Italia ci sono due punticini racimolato al termine di una gara positiva, a suggello di una qualifica che lo aveva visto accedere addirittura nella Q3. Si tiene lontano dal caos delle prime curve e conduce la propria gara senza infamia e senza lode, confermando il suo discreto feeling con Monza. In attesa di capire quando e come la Force India di Ocon cambierà ufficialmente proprietario.
SERGEY SIROTKIN – 7. Tutto sommato anche il russo si esibisce in una gara positiva. Conquista addirittura un punticino, portando anche la seconda Williams in zona punti. Non commette errori e si tiene dietro macchine messe decisamente meglio della sua dal punto di vista tecnico. La sensazione, tuttavia, è che a partire da Singapore la squadra di Grove tornerà preda dei ben noti problemi che l’hanno afflitta per tutto l’anno.
CHARLES LECLERC – 5. Manca la Q2 per un errore tutto suo che gli costa ben più dei 2 millesimi che lo escludono dalla seconda manche, e nonostante la PU Ferrari non riesce ad incidere neppure in gara. Degno di nota è solamente un duello con Gasly, altrimenti il suo GP d’Italia è un remare nelle retrovie in attesa che scorrano i 53 giri. Almeno vince il confronto diretto con Ericsson, ma questa è una ben magra consolazione.
STOFFEL VANDOORNE – 6. La nota positiva è che non taglia il traguardo per ultimo, le note negative sono il venir nuovamente – e sonoramente – battuto in qualifica da Alonso ed il fatto che, con ogni probabilità, gli sarebbe finito alle spalle anche in gara. Per il resto trascorre i 53 giri del GP in preda alla scarsa velocità di punta offerta alla sua McLaren dalla PU Renault, senza offrire particolari acuti. Una gara incolore, come la sua stagione fino a questo momento.
NICO HULKENBERG – 5. E’ vero, scattava dal fondo dello schieramento. E’ altrettanto vero, avere un motore Renault su una pista di soli rettilinei come Monza non è esattamente un vantaggio. Però la sua gara è troppo anonima per meritare una sufficienza: finisce 13°, doppiato, un GP che avrebbe dovuto provare a far dimenticare l’orrendo errore di Spa.
PIERRE GASLY – 5. La partenza dalla 9^ casella lasciava presagire tutt’altro tipo di gara, invece il giovane francese annaspa inaspettatamente sin dalle prime fasi del GP non riuscendo a raddrizzare una gara apparentemente nata storta. La PU Honda non sarà un fulmine di guerra, ma perdere ben 5 posizioni senza incappare in particolari problemi, per un pilota come lui, è un po’ troppo.
MARCUS ERICSSON – 5. Uscito illeso dallo spaventoso incidente che lo ha visto protagonista venerdì, lo svedese – complice una qualifica non troppo felice – non incide in alcun modo nel corso della gara. Sostanzialmente lo si vede inquadrato solamente quando occorre dare una spiegazione alla rottura della sospensione anteriore destra di Hartley, limitandosi a gironzolare fino alla bandiera a scacchi.
KEVIN MAGNUSSEN – 5,5. Uscito sconfitto dal confronto con Grosjean in qualifica – grazie anche alla partecipazione di Fernando Alonso -, il danese recrimina per un contatto subito da Perez nel corso delle prime fasi del GP. L’incontro troppo ravvicinato con la Force India del messicano causa infatti diversi danni al fondo scalinato della sua Haas, rovinandone il bilanciamento e costringendolo ad arrancare in fondo allo schieramento. Ed il confronto con il #8, al netto della squalifica, questa volta è impietoso.
DANIEL RICCIARDO – 7. Essere costretti a rimontare dal fondo della griglia con un motore Renault non è mai una bellissima notizia, il doverlo fare su una pista come Monza suona un po’ come una condanna. Nonostante ciò l’australiano ci stava comunque mettendo del suo, attaccando qualunque cosa gli si parasse davanti, ma la sua Red Bull ha deciso che le cose non dovessero andare come il #3 aveva previsto: fumata bianca, frizione – a detta di Renault – in frantumi e sogni di rimonta infranti, per un altro dei tanti GP da dimenticare di questo 2018.
FERNANDO ALONSO – 6. Lui stesso si è dichiarato sorpreso di quanto stesse andando bene la vettura: ci ha pensato un problema elettrico a ribadire gli equilibri in campo. Ma con un motore Renault balbettante riesce lo stesso a infliggere quattro posizioni di pedaggio (in qualifica) al compagno. Troppo pochi i giri in gara per saggiarne il valore, ma abbastanza nel weekend per dargli la sufficienza.
BRENDON HARTLEY – 4,5. Non tanto per la gara – anche perché riesce a prendervi parte per 200 metri -, quanto per la qualifica, che chiude mestamente in Q1 mentre Gasly arriva addirittura alla Q3.
ROMAIN GROSJEAN – 8. Nel weekend in cui Magnussen affonda sia in qualifica che in gara, Romain sfodera una prestazione solida. Efficace in qualifica, costante in gara, porta a casa una 6^ posizione che vale punti importantissimi. Viene davvero da chiedersi per quale motivo non sia in grado di correre sempre così, e la squalifica finale non intacca minimamente la sua gara.