Da -24 a -17. E’ variato così, ai piani alti della classifica iridata, il divario che separa Lewis Hamilton da Sebastian Vettel. La gara andata in scena tra i pini delle Ardenne ci ha consegnato un Mondiale più aperto che mai, con una Ferrari che dovrò giocarsi benissimo tutte le proprie carte per non consentire ad Hamilton di massimizzare un vantaggio che, seppur non enorme, c’è. Al termine dei 44 giri sui saliscendi di Spa-Francorchamps, tuttavia, chi sarà stato il migliore? E chi invece avrà deluso le aspettative?
SEBASTIAN VETTEL – 9,5. Non sbaglia nulla. Parte bene, esce come un fulmine dal Raidillon, fa le spalle grosse contro tre motorizzati Mercedes sul Kemmel e a Les Combes e da dopo la ripartenza dalla Safety Car si tiene a distanza di sicurezza da tutti i propri inseguitori. Bravo – e con lui la Ferrari – a non perdere la testa (della corsa e non) durante il tentativo di undercut di Hamilton, arriva a Monza con il morale alle stelle. Come dite? Perché non 10 allora? Beh, perché gli 8 decimi presi in qualifica dal #44 varranno pur qualcosa, no?
LEWIS HAMILTON – 8,5. La pioggia ne esalta ancora una volta le doti di guida al sabato, ma questa volta all’inglese non basta. Sverniciato sul Kemmel da Vettel – ed affiancato da entrambe le Force India -, cerca con la strategia di rimettere le proprie ruote davanti a quelle del tedesco, non riuscendovi per poco più di un secondo. Dopo la sosta capisce che a Spa semplicemente non ce n’è quest’anno, e alza bandiera bianca pensando a gestire il motore in vista di una Monza alla quale forse l’inglese guarda con più apprensione degli ultimi anni.
MAX VERSTAPPEN – 8. Una qualifica sottotono, una gara da pilota maturo. Scatta bene, si libera delle veloci Force India con due sorpassi puliti (molto bello quello su Ocon) e da quel momento si limita a veleggiare attorno al circuito al proprio ritmo, troppo lento per recuperare su Hamilton e troppo veloce per essere insidiato da chi lo insegue. Ultimamente, quando la PU Renault non lo tradisce, sta rispondendo sempre presente. Ed era anche ora.
VALTTERI BOTTAS – 7. A due settimane dal controverso finale ungherese e con la Spada di Damocle della partenza dal fondo dello schieramento per via della sostituzione della PU, il finlandese porta a casa un 4° posto che va forse oltre le sue più rosee aspettative. Supportata dalla solita W09 è autore di una rimonta in cui si prende anche dei discreti rischi (vedasi il sorpasso su Hartley al Raidillon), e forse meriterebbe anche un voto in più. Tuttavia, il tamponamento a Sirotkin c’è e in qualche modo bisognerà pur farlo valere, che diamine.
SERGIO PEREZ – 8,5. Ormai la Force India ed i suoi piloti non stupiscono più: ogni volta che vengono dati per spacciati risorgono e centrano risultati clamorosi. 4° in qualifica dietro ad Ocon, è furbo – o forse solo fortunato – a scegliere l’esterno a Les Combes nel corso del 1° giro: da lì in poi corre contro il compagno di team, essendo Verstappen ed il rientrante Bottas ben più veloci di lui, vincendo lo scontro in famiglia. Peccato che la vicenda Ocon ne stia mettendo in mostra l’aspetto pagante: è forse l’unico che meriterebbe di essere in F1 anche senza “valigia”.
ESTEBAN OCON – 8. Idem come sopra: con una scuderia in crisi ed un futuro sempre più incerto, Ocon sfoggia una delle sue migliori prestazioni stagionali. Sontuoso in qualifica, paga l’aver scelto l’interno sul Kemmel per attaccare la coppia Vettel-Hamilton, ritrovandosi così anche alle spalle di Perez. Il ritmo tra i due è simile, fin troppo simile, ed il #31 non ne ha per andare a riprendere il messicano, che pur partendogli dietro gli chiude davanti (da qui il mezzo voto in meno). Termina comunque con un’ottima 6^ piazza, e pensare che già da Monza potrebbe rimanere a piedi lascia veramente disgustati.
ROMAIN GROSJEAN – 7,5. 5° in qualifica, 7° in gara, subisce senza poter opporre troppa resistenza il sorpasso di Verstappen in partenza prima ed il ritorno di Bottas poi. Una gara da onesto mestierante che per lui fa morale e per la Haas fa punti: e questo per ora tanto basta.
KEVIN MAGNUSSEN – 7. Gara in fotocopia rispetto a quella del #8. Scatta bene, evita fortunosamente il caos de La Source – che mette invece fuori gioco il vicino Ricciardo – e da quel momento in poi segue a ruota Grosjean senza aver velleità bellicose. E qualche punticino l’ha portato a casa anche lui.
PIERRE GASLY – 8. Conferma ancora una volta quanto di buono fatto vedere finora. 11° in qualifica, con una buona partenza riesce ad uscire dal raggio d’azione della McLaren di Alonso quanto basta per passare indenne a La Source. A quel punto anche per lui ha inizio un girovagare per Spa, troppo lento per inseguire e troppo veloce per essere inseguito. Però annichilisce ancora una volta Hartley e si dimostra concreto: serve altro per dimostrare che la promozione in RB sia meritata?
MARCUS ERICSSON – 7,5. L’Alfa Romeo Sauber è sicuramente in crescita, ma anche lui dopo una parte centrale di stagione difficile sembra aver imbroccato la via giusta. Corre senza commettere errori, è sufficientemente lucido nel duello con Hartley e alla fine della fiera riesce a mettere in cascina un altro punticino. E’ vero, manca il paragone con quel Leclerc che lo aveva battuto in qualifica, ma se il monegasco è stato preso per birillo a La Source dobbiamo farne una colpa allo svedese?
CARLOS SAINZ – 5. Il #55 non festeggia il suo approdo in McLaren nel migliore dei modi. In difficoltà – inaspettata – sin dalla qualifica, in gara non riesce a mettere una pezza ad un weekend difficilissimo. Chiude 11°, doppiato come Ericsson, una rimonta spompa che non ha portato a lui e alla Renault neppure un punticino. Se queste sono le premesse, quello di Monza si preannuncia un weekend particolarmente duro per lo spagnolo.
SERGEY SIROTKIN – 6. Davanti a Stroll in qualifica, davanti a Stroll in gara: chiedergli di più, con questa Williams, è francamente impossibile. Fortunato nel non riportare danni dal contatto a La Source con Bottas, il russo chiude doppiato in una gara che definisce comunque positiva perché “almeno nella parte iniziale del primo stint” è riuscito a lottare quantomeno con una Sauber. Il che la dice lunga su quanto sia grigia la situazione dalle parti di Grove, di questi tempi…
LANCE STROLL – 5,5. Perché è alle spalle di Sirotkin in qualifica e perché è alle spalle di Sirotkin in gara. Anche lui, al termine di una gara totalmente incolore, sostiene di aver tratto qualcosa di positivo dal weekend belga della Williams, ma il dubbio che si riferisca solamente al lasciapassare che a Grove hanno dovuto concedergli per la Force India un po’ ci rimane.
BRENDON HARTLEY – 5. Partiva immediatamente alle spalle di Gasly, gli finisce ben 5 posizioni dietro. Recrimina per essere stato rallentato dal contatto Ricciardo – Raikkonen all’uscita de La Source, che a suo dire gli avrebbe fatto perdere posizioni relegandolo a centro gruppo, ma escludendo il duello con Ericsson lo si nota ben poco. Continua a guidare al di sotto delle aspettative.
STOFFEL VANDOORNE – 3. Ultimo in qualifica, ultimo in gara, il belga sembra essere lo spettro del pilota che dominava in lungo e in largo la GP2 solamente pochi anni fa. Impalpabile per tutto il weekend, lo si nota solamente quando per colpa di Bottas non rischia di finire a muro lungo il Kemmel. E ora la sostituzione in corsa per far spazio ad Ocon non sembra più essere un’utopia.
DANIEL RICCIARDO – 5,5. Come Verstappen è autore di una qualifica sottotono, ma a differenza dell’olandese il #3 non riesce a raddrizzare il fine settimana in gara. L’australiano infatti parte male, e l’attardarsi al via segna la sua condanna sportiva: Alonso disintegra la sua ala posteriore, con il contatto con Raikkonen che è la ciliegina sulla torta di una prima curva da incubo. Tornato ai Box, non riesce a rientrare in pista in tempo per sdoppiarsi in regime di Safety Car, e da quel momento è un trotterellare per Spa seguendo le orme di Bottas in attesa del ritiro.
KIMI RAIKKONEN – 6. Sulla fiducia, per quello che aveva fatto vedere nelle FP e nel corso delle qualifiche prima che la strategia Ferrari non facesse acqua come le nuvole che volteggiavano sopra Spa. La sua gara, purtroppo, dura poche centinaia di metri: il contatto con Ricciardo, la foratura della gomma, il danneggiamento del fondo ed il DRS difettoso lo costringono ad un ritiro anticipato su quella che è forse la sua pista preferita. Davvero un peccato, visto come andava la SF71-H sui rettilinei tra le Ardenne.
CHARLES LECLERC – 6. Vedi Raikkonen. Era davanti ad Ericsson in qualifica, dopodiché ha la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. La sua gara finisce con la MCL33 di Alonso che gli volteggia pericolosamente sulla testa, e le possibilità di far punti a Spa si disintegra assieme al posteriore della sua vettura. Il talento del monegasco è indubbio, ultimamente è la buona stella che sta mancando un po’.
FERNANDO ALONSO – 6. Vedi Raikkonen e Leclerc. Pronti, partenza e come 6 anni fa si ritrova con l’auto semi distrutta nella via di fuga de La Source. Certo è che a Spa per McLaren c’erano davvero poche possibilità di portare a casa dei punti, ma finire le gare così non è mai bello.
NICO HULKENBERG – 2. Perché, per non infierire, come la mia vecchia Prof di greco decido di non scendere sotto questo voto e di non affibbiare dunque uno 0 spaccato. Quello del tedesco è un errore clamoroso – soprattutto vista la sua esperienza -, che ha messo a rischio l’incolumità di due piloti rovinando la gara ad altri tre di loro. Onesto nell’assumersi la responsabilità dell’errore, non c’è dubbio, ma questo di certo non basta per scagionarlo. E le 10 posizioni di penalità che pagherà in griglia a Monza appaiono quantomeno doverose.