Erano ormai diversi giorni che, da più parti, si tentava di ricostruire a linee più o meno grandi quale avrebbe dovuto essere il futuro della Formula 1. Il Circus, come tutti messo brutalmente di fronte ad una realtà plasmata dalla pandemia di COVID-19, aveva necessità di reinventarsi in fretta per garantirsi la sopravvivenza in un “domani” sempre più vicino. Ecco perché, senza perder troppo tempo, la FIA ha approvato quelle modifiche – economiche e tecniche – sulle quali la F1 Commission si era già positivamente espressa.
E’ stata approvata, tanto per cominciare, l’ulteriore riduzione del Budget Cap che tanti team (soprattutto minori) avevano a gran voce invocato nelle settimane passate. Il tetto di spesa massimo – fissato a 175 milioni di $ per la stagione 2020 – sarà destinato ad abbassarsi man mano che si andrà avanti: la FIA ha infatti decretato che nel 2021 questa cifra dovrà attestarsi sui 145 milioni di $, confermando però che all’interno del Budget Cap non verranno presi in considerazione gli stipendi dei piloti e dei 3 membri più pagati dello staff, le spese mediche per il personale e tutti i sussidi di mantenimento per periodi di maternità/paternità.
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Nel tentativo poi di evitare – per quanto possibile – diatribe regolamentari, la Federazione ha decretato che tutti i team di Formula 1 dovranno utilizzare dei software gestionali in grado di condividere in continuazione dati con la stessa FIA, alla quale spetterà poi il compito di vigilare su eventuali irregolarità poste in essere dalle scuderie. E’ stato fatto sapere che a tutte le squadre sarà concesso un breve periodo di adattamento a questo nuovo sistema, ma tale lasso di tempo si estenderà ai soli primi mesi di questa stagione 2020 che dovrebbe scattare a luglio: una volta finita questa fase “di dialogo”, tutte le infrazioni verranno punite severamente.
Per quanto riguarda poi il lato tecnico, le maggiori novità introdotte dalla Federazione riguardano le ore di utilizzo delle gallerie del vento e dei software CFD. La totale libertà concessa ai team in materia è destinata a rimanere un ricordo: nel 2020, infatti, ciascuna scuderia avrà a disposizione un massimo di 65 “run” a settimana, con la durata del singolo “run” che deve però ancora essere specificata. E non è tutto: a partire dal 2021 non solo il numero di run a disposizione delle varie squadre scenderà da 65 a 40, ma la cifra esatta di cui potrà disporre ogni team sarà stilata in base al piazzamento del team nella Classifica Costruttori della stagione precedente. Se ad esempio la Mercedes dovesse chiudere in prima posizione anche la stagione 2020, nel 2021 avrà a disposizione il 90% di quei 40 run “base”. Che dunque, nel caso di specie, diventerebbero 36. Questa proporzione oltretutto verrebbe effettuata anche in senso opposto, vale a dire in modo tale da favorire le squadra che sono finite più indietro nella Classifica Costruttori: se ad esempio la Williams si classificasse decima nel campionato 2020, ad essa spetterebbe il 112,5% dei run di partenza. Quindi 45 rispetto agli originari 40 e dunque 9 in più rispetto a quelli a disposizione della Mercedes Campione del Mondo, nel tentativo di permettere un riavvicinamento del team di Grove (o di chi per lui) a quello di Brackley.
Va specificato poi che in quel numero di run consentiti devono essere compresi tanto quelli effettuati per sviluppare la monoposto in corsa per il campionato 2021, quanto quelli fatti per l’auto che si sta preparando in vista della stagione successiva. Quella vettura che, in virtù dell’entrata in vigore del nuovo regolamento tecnico, i team dovrebbero iniziare a sviluppare partendo da un foglio bianco o poco più. Questa situazione metterà i team di fronte ad una scelta: spetterà infatti a loro decidere in che modo distribuire i run a disposizione, costringendoli a valutare se possa aver senso continuare a sviluppare la monoposto che sta disputando una stagione oppure se sia più utile concentrarsi sulla vettura dell’anno successivo. Saranno poi due i momenti chiave per stabilire l’entità della restrizioni: con la classifica del 2020 si valuteranno i primi sei mesi della stagione 2021, mentre nel corso del semestre successivo si terrà conto della graduatoria del Mondiale Costruttori al 30 giugno. Questa sorta di “balance” aerodinamico, secondo il capo degli ingegneri aerodinamici della F1 Jason Sommerville, dovrebbe assicurare un livellamento chiaro tra i top team e le scuderie più in difficoltà. Rimane però una piccola perplessità, ed è legata all’esistenza di squadre più o meno “satelliti” rispetto ad una…Casa madre: queste ultime, tramite i rilevamenti effettuati da quei team che per vari motivi sono legati a loro, potrebbero ritrovarsi tra le mani il doppio delle ore che avrebbero invece a disposizione le scuderie che non corrono sotto l’ala protettiva di una squadra di prima fascia. Tuttavia, la stessa FIA garantisce che monitorerà ogni ingresso e uscita dagli stabilimenti.
Altre novità riguarderanno il fondo piatto delle vetture: verrà infatti ridimensionata la parte immediatamente antistante i pneumatici posteriori, quella in cui ormai da anni i team sviluppano elaboratissime branchie che, per quanto possano sembrare insignificanti, garantiscono un 15% del grip totale dell’auto. La loro mancanza dovrebbe causare – secondo le prime stime – un incremento dei tempi sul giro secco di mezzo secondo rispetto alle vetture attuali.
Verra infine mantenuta la stessa specifica di pneumatici Pirelli 2020 (che è a sua volta la stessa del 2019), senza modifiche nella mescola e nella struttura. Questa scelta – assieme a quella, ovvia, di mantenere i cerchi da 13″ – è stata presa per mantenere costante la soglia di carico massimo che le coperture possono sopportare, evitando dispendiosi test al fornitore di gomme milanese.
La Formula 1 inizia dunque a guardare con decisione al futuro. Ma lo fa, e crediamo fosse inevitabile, con occhi molto diversi rispetto a quelli del recente passato.