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Formula 1

La Formula 1 incontra l’astrofisica sul casco di Hadjar





Cos’hanno in comune il casco di Hadjar e il Mazzoldi, Nigro, Voci? Se avete risposto “le formule!” probabilmente siete ubriachi, ma avete indovinato. Il pilota francese infatti è figlio di un ricercatore di fisica che gli ha trasmesso l’amore per la materia. Il buon Isack, nonostante non abbia seguito le orme del padre in ambito accademico limitandosi a diventare pilota di Formula 1, ha comunque voluto ricordare la sua passione riempiendo il casco con le formule più famose della fisica. Studiamole.

casco hadjar formule
Il casco stellato di Hadjar

Per molti piloti il casco non è solo un dispositivo di protezione individuale (DPI) usato sul lavoro, ma anche uno strumento per mostrare la propria creatività. Nel corso degli anni sono apparsi tra le piste di tutto il mondo i caschi più disparati. Fiorellini, palle da basket e facce dei piloti sono solo alcuni degli esempi dei disegni fatti, come mostrato nella galleria sottostante.

Ma oggi non siamo qui per parlare di fiorellini, ma di fisica: in particolare dei principi della fisica espressi dalle formule scritte sul casco di Hadjar. Perché? Boh, avevo voglia di scrivere ‘sta roba e quindi eccoci qua cari lettori. Partiamo dalla più facile in basso a destra: il secondo principio della dinamica scritto dal quasi omonimo di Isack Hadjar: Isaac Newton. Quel famoso F=ma* studiato al liceo che descrive il moto di un corpo sul quale agisce una forza. La relazione spiega come l’accelerazione di un corpo, ovvero la derivata seconda della sua posizione rispetto al tempo, sia direttamente proporzionale alla forza che agisce sul corpo e inversamente proporzionale alla sua massa. Formula grazie alla quale Hadjar sa che quando la macchina a inizio gara è carica di benzina avrà un’accelerazione inferiore a parità di potenza erogata dal motore.

*chiedo perdono agli amici fisici per come ho scritto l’equazione, ma non riesco a inserire i vettori con WordPress e il capo non mi vuole installare i plugin solo perché uno volta gli ho accidentalmente smontato il sito.

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Sopra al secondo principio della dinamica troviamo la sua controparte quantistica, ovvero l’equazione di Schrödinger (quello che ammazza i gatti no scherzo signor giudice, era solo un esperimento mentale). La sua equazione, qui espressa nella sua forma generale, descrive l’evoluzione di una funzione d’onda nel tempo. Funzione d’onda che può essere usata per definire una probabilità con la quale la particella descritta si troverà in un certo punto nello spazio in un determinato istante. Formula inutile per descrive il moto della monoposto di Hadjar, ma che sicuramente probabilmente potrà essere utile per descrivere il funzionamento delle CPU al suo interno.

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Questo è uno screenshot di un reel. Nei sottotitoli possiamo notare Hadjar che cita Cartesio

Passando sul lato sinistro del casco troviamo 3 formule che se avessero le braccia si menerebbero tra loro. La prima è l’equazione di Dirac, un’equazione d’onda relativistica che descrive particelle/onde che viaggiano molto veloce, a velocità prossime a quella della luce. Equazione che non serve al buon Hadjar, dato che la sua vettura di Formula 1 riesca a raggiungere a malapena lo 0.000032% della velocità della luce, o 0.0000003c, che lentezza! Subito sotto troviamo l’equazione della relatività generale di Einstein usata per descrivere la teoria della gravità tramite la curvatura dello spaziotempo. Nonostante il continuo aumento del peso minimo in Formula 1 però le monoposto non hanno ancora raggiunto una massa tale da curvare il tessuto spaziotemporale in modo apprezzabile, motivo per cui questa formula potrebbe sembrare all’apparenza inutile in questo sport. E invece no perché il GPS, per poter funzionare, deve tenere conto della differenza tra lo scorrere del tempo sulla Terra e sui satelliti, dove il campo gravitazionale meno intenso fa scorrere il tempo più velocemente. Senza questa correzione i GPS sarebbero molto imprecisi e io non potrei fare queste animazioni bellissime su FTDataVisualization. Più in basso è presente anche l’equazione di De Broglie, il primo che fu in grado di ipotizzare il comportamento ondulatorio della materia e introdurre il dualismo onda-particella.

x2 + y2 = r2

La formula usata da Hadjar per effettuare il testacoda in Australia

Passiamo infine alle quattro formule sulla parte alta del casco a partire da quella più utile agli aerodinamici che progettano la monoposto di Hadjar: l’equazione di Bernoulli. Questa afferma che quando la velocità di un fluido aumenta la sua pressione diminuisce, motivo per cui l’aria accelerata sul dorso di un’ala produce portanza (o deportanza, a seconda di come la giri). Vero che gli aerodinamici poi si mettono a fare robe più complicate tipo creare vortici e simili dove Bernoulli non è più valido, ma in linea di massima diamola per buona. Subito sotto segue Heisenberg, il grande e irreprensibile Heisenberg, che con il suo principio di indeterminazione afferma che non è possibile definire con assoluta certezza sia la posizione che la quantità di moto di una particella. Supponendo che una macchina di Formula 1 sia una particella di massa 800 kg che si muove a 100 m/s, per il principio di indeterminazione di Heisenberg l’errore sulla misurazione della sua posizione sarà sempre superiore a 6.59e-40 m, ovvero 0.0000000000000000000000000000000000000659 mm: un errore inaccettabile!

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Il casco di Hadjar, approssimabile ad una sfera

Sulla destra è presente l’equazione di Planck (da non confondere con l’asse di legno sotto le F1), che afferma come l’energia sia trasportabile solo a pacchetti come la droga come i dati via internet e risolve il problema della “catastrofe ultravioletta”, ovvero una conseguenza della fisica classica secondo la quale un corpo avrebbe potuto emettere radiazione elettromagnetica con potenza infinita. Dallo stesso lato è visibile anche l’equivalenza tra massa e energia di Einstein, che serve a calcolare l’energia relativistica totale di un corpo data dall’energia a riposo più l’energia cinetica. Al posto del buco (nero) sul casco manca un (pc)^2, ovvero la quantità di moto relativistica.

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Le formule sul casco di Hadjar

P.S. per i lettori appassionati di spazio come Isack Hadjar ricordiamo che a Torino dal 15 marzo al 2 giugno 2025 c’è una mostra sullo spazio chiamata Macchine Del Tempo. Ci sono tante persone simpatiche che fanno da guida, e tra queste anche l’autore di questo articolo, quindi boh, se avete voglia venite a vederla. Ci sono anche i laboratori per bambini. Lo scrivo nel caso ci fosse qualche bambino impegnato a leggere questo articolo.

P.P.S. Devo mettere la parola chiave un’altra volta per ragioni di SEO, quindi la metto qui: nel caso non ve ne foste accorti questo è un articolo sulle formule presenti sul casco di Hadjar. Ok, ho finito, ciao.





Tags : caschieinsteinf1fisicahadjar
Fabio Catalano

The author Fabio Catalano

Appassionato di motorsport e dinosauri, motivo per cui provo a inserire riferimenti a questi ultimi negli articoli di Formula 1. D’altronde se lo fa AO Racing posso farlo anche io