Non si vede spesso un pilota tornare in pista dopo essersi ritirato da un GP in Formula 1, motivo per il quale la Red Bull ha chiesto alla FIA se fosse stato possibile rientrare in pista solo per scontare la penalità di 5s inflitta a Perez per via del contatto con Magnussen.
Sergio Perez è stato uno dei protagonisti in negativo del GP del Giappone dominato dal compagno di squadra Max Verstappen con due penalità da 5 secondi raccolte e due ali anteriori danneggiate. Il messicano si è fatto notare per diversi episodi in gara, il primo dei quali in partenza, dove a causa di un contatto di gara con Lewis Hamilton ha danneggiato la sua ala anteriore. In uscita dalla pit lane il #11 ha commesso il suo primo errore di giornata superando due monoposto dopo la linea di Safety Car 2 salvo poi restituire le posizioni. Purtroppo per lui il danno era stato fatto e i commissari gli hanno imposto 5 secondi di penalità che il messicano ha scontato in occasione della seconda sosta. Seconda sosta avvenuta per cambiare nuovamente l’ala anteriore a seguito di un altro suo errore: l’incidente con Magnussen al tornantino nel quale con una manovra troppo ottimista ha fatto girare il danese e ha danneggiato la sua ala anteriore. L’incidente gli è costato la seconda penalità di giornata di 5 secondi comminata però quando la Red Bull aveva già deciso di ritirare la macchina per i troppi danni.
Il regolamento però dice che nel caso una penalità non venga scontata in gara può essere imposta una penalità in griglia per la gara successiva. Per questo motivo il team campione del mondo, come riportato da Ted Kravitz, ha chiesto alla FIA se facendo tornare Perez in pista per scontare la penalità avrebbe scongiurato il rischio di una penalità in griglia in Qatar. Domanda alla quale la FIA ha risposto affermativamente dal momento che nulla vieta a un pilota di tornare in pista dopo essersi ritirato e quindi Perez è stato ripulito da tutti i suoi peccati in Giappone e affronterà il weekend di Losail senza penalità pendenti.