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Formula 1

Cosa sta succedendo tra Uralkali e Haas e perché questa potrebbe non correre a Monza





Nel venerdì di Zandvoort è scoppiato il caso della Haas, accusata dal suo ex sponsor Uralkali di non aver restituito i soldi versati da questo nel 2022 dopo l’annullamento del contratto. Cerchiamo di fare chiarezza, spiegando anche perché la squadra americana rischia di saltare il prossimo appuntamento di Monza.

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© Haas F1 Team

L’annullamento del contratto

Alla fine della stagione 2020 la Haas annunciò l’ingaggio di Nikita Mazepin, pilota russo giunto quinto in Formula 2, e supportato dallo sponsor Uralkali, azienda russa produttrice ed esportatrice di potassio di proprietà di circa il 20% di Dmitry Mazepin, padre di Nikita. La squadra americana, oltre al logo dell’azienda in bella vista, sfoggiò anche una livrea bianca, rossa e blu, a richiamare i colori della bandiera russa (in fondo, la Guerra Fredda era finita da un pezzo).

Mazepin, che aveva un contratto di due anni, fu inizialmente confermato anche per la stagione 2022, prendendo parte alla prima tornata di test prestagionali a Barcellona. Il 24 febbraio (terzo giorno dei test), iniziò tuttavia l’invasione russa dell’Ucraina, e il mondo iniziò a dissociarsi dalla Russia: lo stesso fece anche la Haas, che in fretta e furia rimosse lo sponsor Uralkali e i riferimenti alla bandiera, schierando una livrea quasi totalmente bianca. Successivamente, il 4 marzo, la squadra americana interruppe la collaborazione con l’azienda, e, siccome senza il supporto economico di questa sembrava inutile riconfermarlo, venne interrotto unilateralmente anche il contratto di Mazepin, sostituito da Kevin Magnussen.

Secondo Uralkali, tuttavia, la Haas aveva però trattenuto indebitamente i soldi versati per l’intera stagione, e pertanto l’azienda russa citò in tribunale la squadra americana presso un tribunale arbitrale svizzero per riavere indietro la cifra, ammontante a circa 13 milioni di dollari. Lo scorso 12 giugno lo stesso tribunale ha emesso la sentenza, stabilendo che sì, la Haas aveva il diritto di recedere il contratto, ma poteva trattenere solo una parte dei soldi versati dal suo ex sponsor. In totale, la cifra da restituire era di circa 9 milioni di dollari, anche se pare che nell’accordo rientrasse anche una spec car del 2021. La stessa sentenza dava poi alla squadra americana un mese di tempo per restituire i soldi dovuti.

Il rischio di sequestro a Zandvoort

La scadenza di luglio è però passata senza che avvenisse il pagamento, e così la Uralkali ha deciso di ricorrere ad un tribunale olandese per ottenere il sequestro dei beni della squadra: lo stesso tribunale ha dato ragione all’azienda russa, e giovedì gli ufficiali giudiziari si sono presentati nel box della Haas di Zandvoort per valutarne i beni.

Alla Haas è stato dato il permesso di prendere parte al GP dei Paesi Bassi, ma le è stato impedito di abbandonare il Paese prima che la questione venga risolto e il pagamento venga effettuato. Questo potrebbe seriamente compromettere la possibilità della squadra di recarsi in tempo a Monza per il GP d’Italia, in programma già la settimana prossima: la squadra dovrà essere già martedì in circuito, e la distanza tra Zandvoort e Monza è di circa 1100 km, un viaggio di 14 ore. Senza contare, inoltre, che l’eventuale sequestro di beni potrebbe compromettere la possibilità della squadra di poter effettivamente correre in Italia.

La Haas è pienamente intenzionata a pagare ad Uralkali tutti gli importi dovuti in base al lodo arbitrale e non vi è alcuna controversia sugli importi dovuti. Stiamo lavorando con i nostri legali per garantire che il pagamento sia conforme a tutte le sanzioni e le normative statunitensi, europee, britanniche e svizzere pertinenti. Continueremo a lavorare con Uralkali nei prossimi giorni per risolvere definitivamente la questione”.

Dichiarazione della Haas

Di contro, la Uralkali nel venerdì di Zandvoort ha comunicato come la questione delle sanzioni imposte alla Russia non rappresenti una ragione valida per il ritardo.

Siamo consapevoli che gli ufficiali giudiziari olandesi, accompagnati dalla polizia, ieri sera sono arrivati nel box della Haas e hanno fatto l’inventario di tutte le attrezzature e di altre proprietà”, ha dichiarato un portavoce di Uralkali. Questa è la conseguenza prevista del rifiuto della Haas di obbedire alla sentenza arbitrale che assegnava il pagamento e una vettura all’Uralkali. La sentenza arbitrale è stata emessa il 12 giugno con effetto immediato ed è stata ignorata dalla Haas. La Haas ha avuto più di due mesi di tempo per applicare la sentenza e, come è stato riferito in precedenza, Uralkali ha contattato i rappresentanti della Haas per spiegare loro come effettuare il pagamento e dove inviare la vettura, senza mai ricevere una risposta concreta. Non ci sono e non ci sono mai stati problemi di sanzioni che impediscano alla Haas di adempiere ai suoi obblighi. Ciononostante, essi sono rimasti inadempiuti. Siamo lieti di sapere che, dopo la visita di ieri sera delle autorità olandesi, la Haas stia finalmente prestando attenzione alla sentenza arbitrale. Uralkali non desidera altro che ricevere ciò che le è stato assegnato nel corso di un equo processo giudiziario e spera che Haas si muova rapidamente per rettificare la situazione in modo che tutte le parti possano andare avanti”

Dichiarazione della Uralkali

Secondo quanto riportato da Roberto Chinchero, si dovrebbe comunque giungere ad una soluzione pacifica della situazione. In ogni caso, la soluzione della vicenda, che dovrà avvenire in tempi brevi, non si avrà prima della fine del weekend di Zandvoort.





Tags : f1GP OlandaNikita Mazepinuralkali
Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.