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A meno di una settimana dallo spegnimento dei semafori, il Miami International Autodrome è finalmente pronto ad ospitare la Formula 1 per il primo dei due appuntamenti in America. In questo articolo analizzeremo una costruzione avvenuta in relativo silenzio e con poco “hype”, oltre che scoprire il layout e le infrastrutture del nuovissimo circuito.

© F1

Il modernissimo Miami International Autodrome – la cui costruzione è iniziata ad aprile 2021 – sorge nella città di Miami Gardens, situata a 22 chilometri a nord di Downtown Miami. L’intera zona (in realtà residenziale, peraltro densamente popolata) è sovrastata dall’imponente Hard Rock Staudim, casa della squadra NFL dei Miami Dolphins. Non deve sorprendere, quindi, che il processo di realizzazione della pista abbia incontrato ostacoli sotto forma di cittadini residenti che, riunitisi in comitati, nelle scorse settimane si sono addirittura rivolti ai giudici locali chiedendo a gran voce la cancellazione del Gran Premio a causa dell’elevato rumore (stimato in 97 decibel) che, secondo loro, dovrebbero sopportare durante il weekend di gara.

“MAH.”

L’autore di questo articolo

Del mio stesso parere è stato anche il giudice della Contea di Miami-Dade, che mercoledì 27 aprile ha finalmente rigettato la causa ritenendo chele prove finora offerte in merito alla potenziale perdita dell’udito sono, a mio avviso, altamente speculative. Non si basano sulle attuali informazioni riguardo il rumore di una vettura di Formula 1.” Per garantire comunque un adeguato comfort acustico, saranno installate delle barriere fonoassorbenti in PVC lungo i confini nord e sud della pista, per impedire il più possibile il propagarsi del suono quantomeno verso le più prossime abitazioni.

La zona dell’Hard Rock Stadium prima della costruzione del Miami International Autodrome / ©F1

In ogni caso, le azioni intraprese e i tumulti creatisi tra i residenti, uniti al fatto che riguardo ai lavori in corso non c’è stata una massiccia comunicazione social (se non sul sito ufficiale del Miami GP) costituiscono, agli occhi di chi scrive, la conferma del disinteresse da parte della popolazione americana (quantomeno quella locale) verso l’arrivo della Formula 1 in Florida. La questione GP sembra del tutto rivolta verso la classe più agiata degli States, probabilmente nemmeno appassionata, ma che non vede l’ora di ostentare la propria ricchezza occupando un posto scelto tra le tante clamorose infrastrutture realizzate attorno al nastro d’asfalto, che andremo ora a scoprire facendo attenzione alle tante (troppe?!) americanate presenti.

Il layout del circuito visto dall’alto / © Miami Grand Prix 2022

Il primo settore: tanta velocità, tanto show

Scendiamo dunque sull’asfalto ancora fresco di posa. La pista, lunga 5,41 Km, dotata di ben 19 curve e che presenta ben 3 zone DRS, ha una marcata distinzione fra i tre settori che la compongono. Le prime tre curve paiono da subito uno spot interessante per i sorpassi che, come vedremo meglio in seguito, possono essere agevolati dalla zona DRS proprio sul rettilineo principale. In generale, il primo settore presenta una serie di curve fast-flowing dai cordoli bassi, che ricordano quelle che caratterizzano il primo settore del circuito arabo di Jeddah. Per fortuna, in Florida sono state realizzate garantendo (pare) una buona visibilità e con una carreggiata e vie di fuga più ampie, protette da TecPro Barriers.

Curva 1, 2 e 3 / ©Prospect 86 da YouTube
Le curve veloci del primo settore / © Joel Franco da YouTube

Il primo settore finisce con un’ampia curva a raggio variabile (a stringere) verso sinistra e leggermente in discesa, che al suo interno presenta la prima (prima?!) americanata che incontriamo lungo il circuito. Ecco infatti la riproduzione di un piccolo porto dove sono ormeggiati alcuni costosissimi yacht. Ormeggiati, però, non è il verbo giusto da utilizzare; le imbarcazioni, infatti sono solo sollevate da terra tramite impalcature, e l’acqua su cui affiorano non è nient’altro che un’insieme di lastre di legno su cui sono state applicate delle pellicole colorate che riproducono l’effetto dell’acqua.

Questo il render… / © F1 Miami Grand Prix 2022
…e questa l’esecuzione. / da Twitter
Al lavoro per compiere lo scempio. / © Joel Franco da YouTube

Il secondo settore: a tavoletta, ma senza mare

Non mi sento di commentare ulteriormente questa roba. In ogni caso, i piloti si lanceranno ora nel secondo settore, caratterizzato dal primo vero lungo tratto da percorrere in piena accelerazione; questo, in realtà, non è un perfettamente rettilineo ma comprende quelle che sono classificate come Curve 9 e 10, da affrontare comunque in pieno prima di arrivare alla prima zona DRS della pista che offrirà una possibile opportunità di sorpasso in staccata alla Curva 11. Ed eccoci subito alla seconda (seconda?!) americanata presente nell’impianto. Una linea di cabinovie scorrerà sopra il tratto appena descritto e, grazie ad uno speciale pavimento trasparente consentirà ai fruitori di guardare le vetture sfrecciare sotto i propri piedi.

Le cabinovie che passeranno proprio sopra il finto rettilineo nel secondo settore / ©F1

Tra tutte, questa sembra la più utile tra le americanate, fungendo anche da mezzo di trasporto da una parte all’altra dell’infield. Oltre a ciò, ben 14 saranno i ponti pedonali che sovrasteranno la pista Made in USA (record per un circuito di Formula 1), permettendo il collegamento tra le diverse aree.

In fondo all’allungo si frena forte per l’ultimo tratto del secondo settore, con la stretta Curva 11 ad immettere in una lunga destrorsa dalla carreggiata molto stretta che, con tutta probabilità, consentirà ai piloti di procedere solamente in fila indiana (d’america? n.d.r.) per sfilare tra le tribune ad anfiteatro e la terza (la gag si ripete: terza?!) americanata realizzata nel circuito di Miami. Parlo di quello che vuole essere un tributo/riproduzione di un club tipico di South Beach, con tanto di sabbia, sdraio e piscine.

La staccata di Curva 11 e il Beach Club all’interno della lunga destrorsa Curva 12 / © Joel Franco da YouTube

Il terzo settore: spazi ristretti, tribune enormi

Se il primo settore era “fast-flowing” e il secondo presentava il primo allungo dei 3 presenti sul tracciato, il terzodescrivendolo con termini tecnici – almeno nella sua prima parte è uno schifo totale. Superata la pacchiana spiaggia all’interno della lunga ma stretta Curva 12, ci imbattiamo in una serie di “curvettine” che poco hanno da invidiare al terzo settore di Sochi, al secondo di Baku, o al settore centrale del circuito cittadino di Singapore. Una secca piega a sinistra porta i piloti a stare più larghi possibile sulla destra perché, in uno dei pochissimi tratti in salita del circuito, compare subito una strettissima chicane sinistra-destra realizzata tra i piloni di sostegno del raccordo autostradale soprastante, nella quale i piloti dovranno saltare sui cordoli (un appello a Charles Leclerc: OCIO!). L’ingresso della curva sarà realizzato tramite l’intersezione della pista con la strada di accesso all’Highway; nonostante il nuovo manto bituminoso, non è esclusa la presenza di avvallamenti. Come se non bastasse, l’asfalto avrà banking negativo, creando così – secondo i progettisti britannici della Apex Circuit Design – un “generatore di errori“. E vorrei ben vedere.

Ecco la terribile chicane. Le vetture arrivano dalla destra della foto. / © Joel Franco da YouTube

Piccola discesa ed ecco un’altra terrificante secca e stretta piega di 90° a sinistra tra i muretti sotto l’autostrada, dopo la quale comincia il più lungo rettilineo del Miami International Autodrome; lungo 1,28 km, ospita dalla sua metà in poi la seconda zona DRS della pista e di conseguenza la seconda verosimile opportunità di sorpasso nel circuito, l’ultima del giro. É proprio in fondo a questo tratto che i piloti raggiungeranno le velocità massime, stimate in 320 km/h, e dovranno premere a fondo il pedale del freno per affrontare il tornantino di Curva 17. La cosa curiosa è che il rettilineo è largo (almeno nelle sue prima centinaia di metri) solamente 10 metri, a causa della vegetazione presente ai suoi lati.

Si nota bene il tratto in cui la linea azzurra allarga la carreggiata del rettilineo / ©Prospect 86 da YouTube

Si arriva ora all’ultimo complesso di curve, costituito dal già citato tornante e dalle successive sinistra-destra in successione; il tutto è affiancato dalle maestose tribune che permetteranno agli spettatori di assistere a momenti di azione in quello che sembra essere (oltre Curva 1) lo spot più gettonato per i sorpassi. La conformazione di questo ultimo tratto dovrebbe garantire la prosecuzione dei duelli fino alla staccata della prima curva, grazie al detection point che consentirà di aprire il DRS sul rettilineo dei box.

Il tornante alla fine del rettilineo, l’ultimo sinistra-destra e l’ingresso della Pit-Lane / © Joel Franco da YouTube

Chiuso un giro sul Miami International Autodrome, potremmo riassumere vocalmente i tre settori che lo compongono in questo modo:

  • Settore 1: “Hei!”;
  • Settore 2: “Meh…”;
  • Settore 3: “ARGH!” (almeno nella prima parte).

In ogni caso, tra americanate e azioni giudiziarie, gareggiare e creare bagarre sull’asfalto del Sunshine State sembra possibile; resta solo che i piloti scendano in pista, sperando ci dimostrino e confermino quello che, fino ad ora, rimane solo sulla carta.





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Lorenzo Mangano

The author Lorenzo Mangano

Classe '97, appassionato di motorsport dal 2004. Con la tastiera scrivo di F1, IndyCar, GT World Challenge, nonché FIA WEC e FIA Formula E per cui sono accreditato FIA. Con il microfono commento campionati come European Le Mans Series, DTM e Intercontinental GT Challenge.