Viaggiamo con la mente fino all’estremo oriente. Asia, Cina, Shanghai, gara numero 1000 della Formula Uno; questi gli ingredienti per un week-end di gara destinato a rimanere un classico dell’automobilismo sportivo.
Ormai, grazie ai canali social ed alla TV, si conosce praticamente tutto su questo evento, ma la sete di conoscenza degli appassionati lungo il cammino che ci porta al Gran Premio della Cina aumenta sempre di più. Di questo percorso di avvicinamento forse ne avete sentito parlare, ed è conosciuto ai più come “Via della sete”.
Per tentare di dissetarvi, abbiamo deciso di portarvi a conoscenza di una delle fonti a cui attingere per conoscere alcuni degli aspetti più sconosciuti riguardo il GP della Cina di F1, le “10 cose che nessuno vi ha mai detto su…”.
Il nostro obiettivo (e soprattutto quello di questa rubrica), è sempre stato quello di far sorridere. Chiunque fosse rimasto deluso nelle gare precedenti per non aver riso, stia sereno: questa volta il riso siamo sicuri che non mancherà. D’altronde stiamo parlando della Cina, no?
Sempre per lo stesso motivo, non escludo che qualcuno si rompa anzitempo.
Ecco allora che vi presentiamo le più recondite curiosità, i più curiosi aneddoti ed i fatti più stravaganti elencati nelle “10 cose che nessuno vi ha mai detto sul Gran Premio della Cina”.
- Le bandiere made in china in dotazione ai commissari a bordo pista sono sventolate dagli stessi anche a lunga distanza, senza doverle toccare: è evidente che si tratti di tele cinesi;
- Essendo di Shanghai, bisogna prestare moltissima attenzione a toglierlo dal calendario senza muovere gli altri circuiti;
- Il circuito sorge in un paese – la Cina – molto legato alla natura ed alle arti marziali: è per questo motivo che l’impianto produce energia autonomamente attraverso pannelli fotovoltai-chi;
- Pur essendo cinese, non si è rotto subito e resiste addirittura dal 2004;
- I tifosi cinesi hanno la possibilità di comprare i biglietti per assistere al GP solamente recandosi in uno di quei particolari palazzi, tipici dell’architettura del paese: ecco perché, dato che lì dentro si sborsano solamente soldi, vengono chiamati “pago da cinese”;
- L’edizione 2018 del GP della Cina fu teatro del contatto tra Verstappen e Vettel, con quest’ultimo ad avere la peggio: il povero Sebastian, invocando le divinità locali per la disperazione, si ritrovò tra le mani una gara completamente da Buddhare;
- Il connubio “cultura cinese – motori” ha portato i designer del circuito di Shanghai a realizzare originali coperture per le tribune, ispirandosi alle forme dei tipici fiori di Lotus;
- I tifosi residenti nella capitale cinese protestarono duramente a causa della mancata realizzazione del circuito nelle loro zone, che ritengono le migliori di tutta la Cina. Forse un’esagerazione, ma in fondo si sa che gli abitanti della capitale Pechino di arroganza;
- L’edizione 2016 fu conclusa anzitempo a causa dell’esposizione della bandiera a scacchi con 2 giri di anticipo, a causa dell’errore tuttora inspiegabile da parte di un commissario cinese: è giallo ancora oggi;
- La curva 1 è un’implacabile ed inesorabile piega verso destra; da quest’anno è denominata “Curva Lega-5 Stelle”;