Pochi sanno che la crema solare è stata inventata proprio a Miami, e i tifosi Ferrari sperano gli torni utile questo weekend per proteggersi dallo splendore di Charles Leclerc. La Formula 1 vola negli States per la prima sul Miami International Autodrome. Come sempre prima di ogni gara, ecco 10 cose che nessuno vi ha mai detto sul Gran Premio di Miami!
Chilometri di spiagge, chilometri di palme, chilometri di miglia… siamo chiaramente in America, e per la precisione nel meraviglioso Sunshine State. Qui è stato costruito il modernissimo (e pacchiano fino al midollo) Miami International Autodrome che, al di là di ogni battuta, promette comunque di regalare spettacolo – oltre che fuori – anche in pista; stia tranquillo e dorma serenamente Carlos Sainz, qui la sabbia c’è solo lungo le magnifiche spiagge della Florida.
É un Gran Premio, quello di Miami, che per i colori vivaci e l’atmosfera frizzante del posto invita i piloti a creare caschi speciali dedicati all’occasione. Il più stravagante lo ha presentato Lando Norris; il britannico correrà questo weekend con uno speciale elmetto che riproduce fedelmente una palla da basket, che dunque sarà la principale causa di porpoising sulla sua McLaren MCL36. Tra l’altro, guardandola attentamente mentre saltella, sembra che la vettura stia Ball Lando.
Come già detto, il circuito sembra consentire duelli rusticani, anche se a complicarne il debutto ci penserà un altro fattore: Phil, proprietario dell’azienda agricola lì vicino, inguaiatissimo con gli organizzatori del GP e che vuole bloccare la gara a tutti i costi.
“No, non quel fattore!!!”
La mia coscienza
Okay, il vero fattore con cui i piloti dovranno fare i conti questo weekend sarà il meteo, che in Florida probabilmente non sarà dei più clementi; sono previste raffiche di aria condizionata che potranno addirittura arrivare a 20 km/h. Specifichiamo, per chi ci legge dagli USA, che tale misura equivale a circa 21,3 code di anatre canadesi. E attenzione, perché tali particolari raffiche potrebbero addirittura dare fastidio anche agli Yacht ormeggiati all’interno di Curva 8, se solo fossero davvero ormeggiati. L’idea di non farli galleggiare ma semplicemente pitturare di azzurro la pavimentazione è chiaramente venuta a qualcuno presente all’Autodromo di Imola nelle scorse settimane, che di acqua non ne voleva proprio sentire più parlare.
Che dire: dopo avervi dato una piccola anticipazione sotto forma di meme, è finalmente arrivato il momento di scoprire ufficialmente le 10 cose che nessuno vi ha ai detto sul Gran Premio di Miami. Buona lettura!
- Visto il fastidioso fenomeno che colpisce le monoposto di Formula 1 di quest’anno, per par condicio la squadra dei Miami Dolphins cambierà nome in Miami Porpoises;
- Causa Covid, c’è il rischio che il Direttore di gara non possa essere presente al GP: subito allertato un Miami Vice;
- Interessante soluzione per le riprese aeree delle fasi di gara: in Florida non verrà usato il classico elicottero, ma un più adeguato fenicottero;
- Alla domanda “vorresti avere una luce colorata sotto la tua vettura?” Daniel Ricciardo ha risposto: “Ce ne sono già tante sulle strutture in città, non neon ecessità”;
- Solamente per questa gara la Red Bull cambierà il suo logo, sostituendo gli animali presenti sulle monoposto con degli “alliga”, una specie di tori molto particolare e largamente presente in Florida;
- Se in Florida, per la precisione in una bellissima isola tra Miami e Cuba, si corresse anche un Gran Premio della MotoGP, ci sarebbero probabilmente dei problemi con la droga per un famoso centauro. Key? West;
- Sul tracciato si contano ben 14 ponti, record che la pista di Miami si gioca con un lavoratore statale qualsiasi;
- In un paese la cui popolazione è piuttosto sovrappeso i piloti sperano sempre che, quando col volante impostano una curva, la macchina curvy;
- Per segnalare una macchina ferma in pista non verranno utilizzate le bandiere gialle, ma verrà posizionato un Triangolo. Delle Bermuda, per la precisione;
- Il Gran Premio di Formula 1 in Florida, in realtà, doveva inizialmente essere organizzato nella città di Orlando. Purtroppo la faccenda non andò a buon fine, e il tutto si rivelò nient’altro che tanto fumo e niente Ariosto.