Anche per la Formula 2 la stagione 2017 è giunta al termine, coronando Leclerc e Russian Time come vincitori, rispettivamente, del titolo piloti e di quello costruttori. Ripercorriamo dunque la stagione della categoria cadetta dando un voto ai più importanti protagonisti di quest’anno. (NB: i primi 12 piloti sono posti in ordine di classificazione in campionato, anche per aiutare i meno esperti. Poi c’è Gelael…)
- Charles Leclerc – 10: è vero, Prema è un’astronave, ma come si può dare di meno a colui che ha letteralmente ucciso il campionato agguantando record su record? E’ costante, è aggressivo, non sbaglia mai e ha la mente sempre lucida, tanto da portare a casa pole, una vittoria e un secondo posto a Baku, pochi giorni dopo aver subito il trauma della perdita del padre. Bisogna sperare che Sauber l’anno prossimo abbia altri contendenti al proprio livello in modo da vedere veramente il potenziale del monegasco in F1.
- Artem Markelov – 9: è molto veloce e sembra un’altra persona rispetto al falloso pilota degli scorsi anni. Si porta a casa il massimo richiedibile con il secondo posto in campionato. Tuttavia si prende mezzo voto in meno del dovuto poiché, pur essendo al quarto anno di GP2/F2, non sembra mai nettamente superiore al team-mate Luca Ghiotto, che possiede molta meno esperienza.
- Oliver Rowland – 7: la stagione dell’inglese non sarebbe male: abbastanza costante e veloce, ma il pilota che alla vigilia del campionato era visto come l’anti-Leclerc non è mai riuscito a impensierire il monegasco. Complici anche due squalifiche, non riesce nemmeno a portarsi a casa il secondo posto iridato deludendo molto le aspettative.
- Luca Ghiotto – 8: la qualifica quest’anno si è spesso dimostrata il tallone d’Achille del pilota vicentino. Ciò dovuto a motivi che spaziano da errori personali, a sfortuna, a piani di lavoro controproducenti da parte del team. Fatto sta che spesso in gara è costretto a impegnative rimonte che compie in maniera impeccabile. Tuttavia questo lo preclude dal podio nel mondiale. Comunque un’ottima stagione la sua e sarebbe un vero spreco non vederlo in griglia il prossimo anno.
- Nicholas Latifi – 6.5: stagione senza infamia né lode, macchiata però da errori madornali come quello in Spagna. Non si tratta di un novellino quindi è legittimo aspettarsi molto di più dal giovane canadese.
- Nobuharo Matsushita – 6: anche a lui, come per Rowland, un voto basato più sulle aspettative deluse che sulla stagione in sé. A spezzare una lancia a favore del nipponico, ART in F2 non è nemmeno l’ombra del missile terra-aria che è in GP3, ma questo non basta a giustificare completamente un’annata così anonima.
- Nyck De Vries – 7+: a stagione in corso passa da Rapax a Racing Engeneering ma questo non lo ferma dall’annichilire ogni compagno di squadra che si trovi al suo fianco. L’olandese dell’Academy McLaren, essendo rookie, si potrebbe meritare anche un 8, ma i due clamorosi errori di Monza e Baku mi costringono ad abbassargli il voto. In ogni caso l’anno prossimo sarà in Prema, io qualche soldo su di lui campione 2018 lo punterei…
- Antonio Fuoco – 5: una prima parte di stagione disastrosa mette in ombra il miglioramento nelle ultime gare in cui si rende protagonista anche di ottimi sorpassi come quelli a Lesmo 2 e Blanchimont. Guida una Prema però e per questo da lui ci si dovrebbe aspettare almeno un podio a weekend. Finisce invece ottavo in campionato, con un terzo dei punti del compagno Leclerc, anch’egli rookie, e con la perdita del titolo costruttori di Prema che grava sulle sue spalle. Vedremo l’anno prossimo dove sarà e cosa farà, sperando che continui sulla falsa riga degli ultimi appuntamenti disputati.
- Norman Nato – 6: stagione veramente difficile da decifrare la sua. Forse ci si aspettava di più da lui dopo un discreto 2016, ma le prestazioni della macchina e del pilota stesso sono complicate da valutare quando si ha come compagno di squadra un pilota notoriamente pessimo come Sean Gelael. Quindi… 6 politico.
- Alexander Albon – 5.5: è un rookie ed è anche limitato dall’infortunio subìto a stagione in corso, ma Matsushita lo stacca nettamente in classifica. Rimandato all’anno prossimo.
- Jordan King – 5: non brilla praticamente mai, anche a causa della macchina, vero. Certo è, però, che da un pilota con a carico aspettative simili, era lecito aspettarsi molto, molto di più. Probabilmente una delle più grandi delusioni del campionato.
- Sergio Sette Camara – 6.5: una prima parte di stagione inguardabile seguita da un discreto miglioramento nella seconda. Questo però lo relega lo stesso abbastanza dietro in classifica rispetto al compagno di squadra King. Gli metto un voto di incoraggiamento per essersi spesso dimostrato veloce sul giro secco e per essere il più giovane della categoria.
- Sean Gelael – 2: lento, falloso, imbarazzante. Unica nota positiva: la partenza di gara 2 a Monza. Dopo essersi aggiudicato nel 2015 il titolo di “Primo pilota a schiantarsi nella pit-exit di Abu Dhabi”, chi se non lui poteva prendersi quest’anno anche quello de “Primo pilota a bloccare la pista smaltandosi in curva 8 di Baku”? Sapere che l’anno prossimo correrà in Prema fa molto male al cuore, oltre che essere un oltraggio all’intera categoria e ai veri talenti che non troveranno sedili o che saranno relegati in team minori.