Non sono stati i più veloci. Non sono stati neanche i meno fallosi. Eppure, nel momento in cui si sono dovute tirare le somme di una delle stagioni più combattute che la storia del Mondiale Rally ricordi, i vincitori sono stati nuovamente loro due.
E’ un dominio sul WRC che sembra non avere fine, quello firmato Sebastien Ogier e Julien Ingrassia. Privi della superiorità tecnica del mezzo, messi sotto pressione come probabilmente mai gli era capitato nell’arco della loro carriera, i due francesi sono riusciti ad avere la meglio sulla velocità di Thierry Neuville e sulla rimonta furiosa di Ott Tanak, centrando il 6° sigillo consecutivo e confermandosi eredi incontrastati dell’impero di Sebastien Loeb. Perché dunque non approfittare di questa occasione per far loro qualche altra domanda, dopo esserci fatti raccontare diverse curiosità sulle loro carriere?
FUORI TRAIETTORIA: Ciao Sebastien, iniziamo di nuovo con te. Dove ti vedi da qui a 5 anni?
SEBASTIEN OGIER: Ciao a tutti, ben ritrovati! 5 anni? E’ un periodo di tempo abbastanza lungo…Onestamente non mi capita di fare programmi così a lungo termine, ma ti direi che tra 5 anni non credo che sarò ancora nel mondo dei Rally, ma mai dire mai. Sono 12 anni che corro nei Rally, 10 nel Mondiale, quindi credo sia ovvio che voglia cercare qualcosa di nuovo, nuove sfide, nuove esperienze. Ora tra l’altro ho anche la grande sfida di essere padre, che è qualcosa di estremamente importante per me: voglio assicurarmi di poter crescere mio figlio. Quindi non so, sicuramente sarà qualcosa relativo alle corse però perché ne ho bisogno…
FT: Nelle corse? E se non nel Rally, dove?
SO: Chissà, magari nei circuiti. Ho ovviamente voglia di provare qualcosa di nuovo, voglio partecipare ad almeno una 24 Ore di Le Mans, ma anche divertirsi su un’auto del DTM…Non sono sicuro di dove sarò, ma sono certo del fatto che sarò a bordo di un qualcosa di diverso rispetto ad una macchina da rally
FT: Tornando al tuo essere padre: a tuo figlio hai già comprato un kart o qualcosa del genere?
SO: No (ride), a dire la verità sia io che mia moglie speriamo che si appassioni a qualcosa di diverso (ride di nuovo). Non tanto perché è una carriera costosa, ma soprattutto perché è una carriera pericolosa, e credo che dal punto di vista dei genitori sia sempre spaventoso vedere tuo figlio che corre a certe velocità. Penso per esempio a mia madre, che è ancora tesissima ogni volta che mi vede correre, quindi da padre spero che gli piacerà giocare a golf o a tennis (ride), non so…Scherzi a parte, vorrei che facesse le sue scelte, che inseguisse i suoi sogni e che lottasse per raggiungerli, perché credo che sia importante imparare il valore dell’impegno, del rispetto e della fatica che si deve fare per ottenere qualcosa che si vuole davvero. Proverò ad insegnarli questo
FT: Il tuo stile di guida è cambiato parecchio dalla vecchia generazione di WRC alle attuali Plus?
SO: Ti direi non del tutto. Ovviamente mi sono dovuto riadattare alla velocità dell’auto, che è molto più elevata soprattutto nelle sezioni veloci delle PS. Il carico aerodinamico che abbiamo ora genera tanto grip in più nelle curve, sono sicuramente più spettacolari di quelle del passato, ma per noi piloti non credo che sia così diverso rispetto alle precedenti generazioni di auto. L’unica cosa da modificare è stata la velocità nelle reazioni, anche dal punto di vista delle note con Julien, perché tutto succede più velocemente: direi che si possa parlare di adattamento a queste auto, non di modifiche vere e proprie allo stile di guida
FT: Come ti alleni adesso? Sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista mentale…
SO: Dal punto di vista mentale ti dico che non mi sono mai davvero allenato con qualcuno. Diciamo più che altro che ho lavorato su me stesso, ho sempre avuto una buona fiducia nei miei mezzi (cosa che credo sia importante) ma sono anche stato in grado di farmi delle domande su cosa stessi sbagliando e cosa invece stessi facendo bene. Anche quando vinco una gara mi fermo a riflettere su cosa avrei potuto fare meglio, e credo che sia questo il modo migliore per continuare a migliorare perché solitamente quando inizi a rilassarti pensando a quello che hai è l’esatto momento in cui inizi a peggiorare. Fisicamente invece come ogni pilota so bene che è importante essere concentrati ed aver un fisico che ti permette di essere al massimo in qualsiasi situazione, anche nei Rally estivi durante i quali nell’abitacolo abbiamo temperature più alte anche di 20° gradi rispetto a quelle esterne. Solitamente mi alleno in bicicletta, oppure in inverno con un coach che segue la mia preparazione: non è però un allenamento iper impegnativo – anche per via della mia vita da padre di famiglia -, ma diciamo che così riesco a rimanere in forma per tutto l’anno.
FT: Grazie mille per l’intervista Seb! E congratulazioni per il tuo 6° titolo iridato!
SO: Grazie a voi, e un saluto a tutti i lettori di FuoriTraiettoria!