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Sarebbe giusto sostituire Lawson con Tsunoda in Red Bull a Suzuka?





Non appena è terminato il GP della Cina hanno iniziato a circolare voci su un possibile scambio di sedili tra Liam Lawson e Yuki Tsunoda a partire dal prossimo GP del Giappone, con il neozelandese che tornerebbe in VCARB per essere sostituito in Red Bull dal giapponese nel suo Gran Premio di casa. Mentre le indiscrezioni diventano sempre più frequenti, ci siamo chiesti se questa potrebbe essere la mossa giusta.

Lawson Tsunoda
(Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool

Partiamo da un presupposto: per chi scrive, Tsunoda avrebbe dovuto essere promosso in Red Bull già a priori alla fine del 2024. Il pilota giapponese la scorsa annata ha disputato una stagione molto solida, soprattutto nella prima parte, quando la VCARB era la migliore delle squadre della seconda metà di schieramento. Un trend confermato anche nelle prime due corse del 2025 quando, al netto di strategie bislacche che gli hanno impedito di raccogliere punti, Tsunoda ha corso bene ai margini della top 5.

Detto ciò, non si può di certo disprezzare Liam Lawson come pilota. Il “rookie non rookie”, oltre alle 11 gare disputate in F1 tra il 2023 e il 2024 in sostituzione di Daniel Ricciardo, è arrivato in Red Bull con un palmares di tutto rispetto: terzo in Formula 2 nel 2022 con Carlin, secondo nel DTM con la Ferrari 488 di AF Corse (e dopo aver perso il titolo per un discutibile contatto all’ultima gara), ancora secondo in SuperFormula giapponese nel 2023 con il team Motul; Lawson è certamente uno dei piloti con l’esperienza più variegata al di fuori della F1, essendosi trovato molto bene sia con le monoposto che con le vetture a ruote coperte.

Eppure è innegabile come il suo esordio nel 2025 sia stato, per essere gentili, complicato: a Melbourne, dopo essere stato escluso nel Q1, si è ritirato per un contatto contro le barriere su pista bagnata, mentre a Shanghai, dopo essersi qualificato ultimo in entrambe le qualifiche (Sprint e GP), ha tagliato il traguardo solo in quindicesima posizione, venendo poi promosso dodicesimo per le squalifiche delle Ferrari e dell’Alpine di Gasly. E quindi, trovandosi in un ambiente sereno e tranquillo come la Red Bull, hanno iniziato a circolare voci sul possibile scambio di sedili tra lui e Tsunoda, e non da metà stagione, ma già a partire dal prossimo Gran Premio del Giappone. I due hanno anche avuto un acceso confronto a distanza: mentre Tsunoda ha dichiarato di sentirsi pronto qualora fosse chiamato, Lawson ha chiarito come nelle sfide tra i due (sia in F1 che in Euroformula Open nel 2019) sia sempre riuscito a tenergli testa. Mentre scriviamo, diverse fonti, come ESPN, Canal+ e il quotidiano olandese De Limburger, riportano come lo scambio sia già stato deciso, e che verrà ufficializzato nei prossimi giorni, se non nelle prossime ore. Dando la notizia per vera, dobbiamo chiederci se sarebbe la scelta giusta. Ci sono una serie di indizi che portano ad escludere la cosa.

In primis, Lawson non è arrivato in Red Bull in una situazione facile: sono diverse stagioni che oramai qualunque compagno di Max Verstappen si ritrova a passare per brocco. Lawson è solo l’ultimo di una lista che comprende anche Gasly, Albon e Perez. La spiegazione del perché l’ha fornita qualche anno fa Albon, sostenendo come l’olandese abbia uno stile di guida ipersensibile, che però funziona, e che pertanto porta i tecnici ad orientare lo sviluppo della macchina in tale direzione penalizzando il malcapitato che si trovi a condividere con lui il garage. Forse non ci si aspettava che andasse così male, ma era chiaro che all’inizio la situazione sarebbe stata complessa, e non è detto che, una volta messo su Tsunoda possa andare meglio, mentre per molti sembra abbastanza probabile come improvvisamente Lawson passerebbe dall’essere un fermo all’essere un fenomeno una volta salito sulla Racing Bulls.

Lawson Tsunoda
(Photo by Meg Oliphant/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool

Molti hanno fatto il confronto con Perez, dileggiato negli ultimi due anni per lo score contro Verstappen. Sebbene forse da un certo punto di vista il messicano possa anche essere parzialmente riabilitato, è abbastanza ingeneroso paragonare i due, per almeno due ragioni: in primis, Perez faceva questi errori anche quando Verstappen vinceva in scioltezza, mentre adesso l’olandese deve sudarsi il podio; in secundis, Perez ha disputato 14 stagioni in F1, mentre al momento Lawson non arriva a 14 GP. Il gap in termini di esperienza è evidente, così come il margine di miglioramento.

Inoltre, Lawson è stato anche penalizzato dal calendario: se nelle ultime stagioni il campionato iniziava in Bahrain, pista usata per i test prestagionali, quest’anno si è decisi di partire dall’Australia, proseguendo poi in Cina, due piste su cui Lawson non aveva mai corso (e sebbene Lawson avesse corso qualche tappa nella F3 asiatica del 2018, saltò il round di Shanghai). Già a Suzuka la situazione sarà diversa, poiché oltre ad averci corso in SuperFormula (due round), ha anche disputato il GP del Giappone 2023 con l’Alpha Tauri. E poi ci saranno il Bahrain, dove ha disputato i test, l’Arabia Saudita, dove ha corso in F2, e i circuiti europei. A questo punto non può andargli peggio su questo fronte, e correre su circuiti che l’hanno già visto protagonista potrebbe consentirgli di essere più sereno e più pronto.

Infine, una considerazione: quando si prende un pilota, o in generale quando si decide di puntare su una persona piuttosto che su un’altra, è necessario soppesare pro e contro. Prendere un pilota poco esperto come Lawson per la Red Bull ha voluto dire prendere in considerazione il fatto che avrebbe avuto bisogno di un percorso di adattamento, costellato anche da qualche errore. Era chiaro, o quantomeno prevedibile, che l’esordio sarebbe stato complesso, anche a causa del calo generale di competitività della squadra, e adesso non si può far altro che aspettare che la soluzione migliori (anche perché far peggio sembra difficile). È vero, forse si perdono punti in classifica costruttori, ma questo è forse più colpa delle scelte operate da Red Bull nel corso degli anni, specialmente quella di puntare esclusivamente di guida di Verstappen. Una scelta che certamente ha funzionato, con quattro mondiali piloti e due costruttori, ma che adesso inizia a dimostrarsi controproducente. Ma questo meriterebbe forse un editoriale a parte.





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Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.