Il comunicato prosegue, facendo maggiore luce su cosa si sia mosso dietro le quinte del Salone. “Subito dopo la cancellazione del GIMS 2020, la Fondazione ha richiesto un supporto economico al Cantone di Ginevra per far fronte alle perdite dovute alla cancellazione dell’evento” – si legge ancora – “Le perdite sono state stimate in 11 milioni di franchi svizzeri, e chiedevamo aiuto per preparare una nuova edizione. All’inizio di giugno, il Gran Consiglio ha approvato un prestito di 16.8 milioni di franchi svizzeri nei confronti della Fondazione. La Fondazione ringrazia le autorità competenti del Cantone e dello Stato di Ginevra per la loro volontà di garantire un simile prestito al GIMS, ma non vede i termini del prestito come una garanzia di stabilità finanziaria a lungo termine per la Fondazione stessa. La ragione di ciò la si rinviene nel fatto che la Fondazione sarebbe obbligata a restituire un milione di franchi svizzeri entro giugno 2021, prima dunque di avere la possibilità di generare entrate dato che l’edizione 2021 del Salone non si terrà. E’ oltretutto considerato inammissibile il fatto che una condizione del prestito sia l’organizzazione di un evento proprio nel 2021, ed è per questo che il prestito non è accettato“.
La Fondazione, a questo punto, ha preso una decisione importante: il Salone verrà offerto in vendita alla Palexpo SA. “Lo scopo è quello di trovare una soluzione che assicuri la regolare organizzazione di un Salone Internazionale dell’Automobile a Ginevra. L’acquisto comporterebbe il trasferimento di tutti i diritti alla Palexpo SA. Ci teniamo a ricordare, infine, che il GIMS è il più grande evento pubblico che si tiene in Svizzera. Il suo impatto economico sul Cantone di Ginevra è stimato in circa 200 milioni di franchi svizzeri l’anno”, conclude – non senza una punta di polemica – il comunicato.