Le pedine sono quasi tutte disposte. I due re, da un lato all’altro della scacchiera, si osservano a distanza. Si studiano, consapevoli del fatto che quando la partita sarà finita solamente uno di loro indosserà ancora la corona.
Le FP1 e le FP2 del Gran Premio di Abu Dhabi, 22°, ultimo e decisivo appuntamento del Campionato del Mondo 2021 di Formula 1, sono andate in archivio tra vaghe certezze e dubbi definiti. Che i momenti cruciali del fine settimana possano risolversi ancora una volta in un duello tra Max Verstappen e Lewis Hamilton è pressoché certo. Chi tra i due sia in possesso del pacchetto migliore, in un GP che porta al culmine un’incertezza tecnica e un equilibrio tattico che non si vedevano da tempo, non lo è affatto.
Tanto Red Bull che Mercedes hanno sollevato un polverone per far perdere le proprie tracce, nel venerdì di Yas Marina. Veloci le RB16B sul giro secco al mattino, quando Mercedes pareva invece spaventare nei long run. Più rapide le W12 nelle simulazioni di qualifica al pomeriggio, proprio quando le monoposto di Milton Keynes si sono rivelate apparentemente imprendibili sul passo gara. Al calar del sole, mentre iniziavano ad accendersi i potenti riflettori del tracciato arabo, assieme alle ombre hanno cominciato a delinearsi anche i dubbi.
Quelli più grandi, probabilmente, si nutrono delle incertezze che vivono in Casa Red Bull. Formalmente ancora in vantaggio con Max Verstappen nella Classifica Piloti solo per via del maggior numero di vittorie ottenute in stagione dall’olandese, quasi irrimediabilmente alle spalle di Mercedes nella Classifica Costruttori e alle prese con amletici punti interrogativi circa l’affidabilità di fin troppo rodate Power Unit Honda, gli uomini di Milton Keynes temono che il ritrovato stato di forma delle Frecce Nere possa castrare definitivamente sogni di gloria inseguiti per un anno intero. Le simulazioni del passo gara hanno sorriso alle RB16B, ma nessuno nel box Red Bull crede che i dati raccolti oggi siano sufficienti. Si spera, piuttosto, che quanto visto oggi possa essere almeno veritiero.
“Le Mercedes sembrano estremamente competitive qui a Yas Marina” – dice Christian Horner al termine delle FP2 – “Sono parecchio più veloci di noi nei primi due settori. Credo che riusciamo a dire la nostra nel terzo, ma a quel punto il danno è fatto. Abbiamo a disposizione diverse ore per tentare di trovare un set up migliore tanto per la qualifica quanto per la gara”. “Abbiamo fatto incetta di dati, ma sappiamo che ci sono alcune aree della monoposto sulle quali dovremo lavorare nel corso della notte” – prosegue il Team Principal della Red Bull – “Sarà sicuramente una serata intensa sia qui che a Milton Keynes, proveremo a sfruttare meglio la nostra auto. Credo che fossimo più a posto sul fronte del passo gara, mentre abbiamo fatto una discreta fatica quando si è trattato di simulare la qualifica”.
È lì infatti, su quel giro secco che a Jeddah era stato meticolosamente preparato senza tenere conto del muretto di Curva 27, che le Red Bull oggi hanno faticato a trovare il giusto ritmo tra gli insormontabili cordoli di Yas Marina. “Stiamo ancora cercando di capire alcune cose di questo nuovo layout” – dice Verstappen – “Possiamo però dire con discreta certezza che sul giro secco non siamo andati benissimo. Fortunatamente i long run si sono rivelati migliori, e credo che questo sia abbastanza importante”. Soprattutto perché, a differenza di quanto accaduto in Arabia Saudita, questa domenica sarà fondamentale l’apporto che saprà dare Sergio Perez, colpevolmente assente nel fine settimana saudita e chiamato a spalleggiare Verstappen nella lotta contro le due punte Mercedes. “Credo che avremo del lavoro da fare durante la notte” – dice il messicano – “Nelle due sessioni abbiamo provato diversi set up, quindi suppongo ci siano moltissime informazioni che dovremo analizzare nel dettaglio per capire quali scelte prendere in vista di domani”. Un domani che, in attesa di scoprire se e quanto sia più facile superare sull’ostica Yas Marina, potrebbe rivelarsi importante al punto da risultare quasi fondamentale nell’ottica di un Campionato non più disposto a concedere appelli.