È stata una lunghissima giornata al Rally del Messico, unico appuntamento di un Mondiale FIA ad essere sorprendentemente confermato per questo weekend. Ben 10 PS in programma, 9 delle quali disputate regolarmente e, sul già risicato numero di 9 partenti, i sopravvissuti a questo difficilissimo venerdì sono stati soltanto 6.
Il primo a cedere è stato Esapekka Lappi, vittima di un pericoloso incontro ravvicinato con il fuoco lungo la PS 7. Il pilota finlandese, purtroppo, si è accorto tardivamente di quanto stesse succedendo e, anche se lui ed il copilota Janne Ferm sono usciti illesi, la loro macchina è andata completamente distrutta.
Un simile destino è stato condiviso da Dani Sordo: anch’egli vittima di un problema tecnico nella settima speciale, nel suo caso di natura elettrica, anch’egli visto dalle telecamere mente armeggiava con l’estintore della sua i20 WRC. Da segnalare il fatto che Sordo aveva già patito un guasto al radiatore lungo la PS 3, in cui era finito completamente fuori gara con oltre 5 minuti di ritardo dalla vetta.
Ultimo in ordine cronologico, ma primo per quanto riguarda l’importanza nel contesto di questo Mondiale, è stato Thierry Neuville, vittima di un malfunzionamento della stessa natura di quello patito dal compagno di team. È così sopraggiunto il ritiro dell’equipaggio che, insieme a quello di Evans-Martin, stava guidando la classifica iridata dopo le prime 2 gare. Ad aggiungere rammarico, il fatto che il belga si trovasse in quel momento in zona podio, con un discreto vantaggio sugli inseguitori: come si dice in questi casi, purtroppo per Neuville e Hyundai, “that’s racing”.
Tuttavia, ovviamente, queste 12 PS non sono state indigeste a tutti: Sebastien Ogier ha trovato la miglior giornata dell’anno e conduce meritatamente la corsa. Finalmente il fenomeno francese è apparso in simbiosi con il proprio mezzo, capace di indirizzarlo dove vuole, e questo si ripercuote anche sullo stile di guida, simile a quello dell’Ogier d’annata che vinse 6 titoli Mondiali consecutivi. La gara sembrerebbe già in cassaforte, considerando il vantaggio su Evans, ma c’è una scheggia impazzita che insidia la leadership del #17.
Teemu Suninen è infatti stato autore di una prestazione magistrale a bordo di una Ford poco in forma in questo inizio di stagione, e insegue con un ritardo di soli 13.2 secondi. Curiosamente, il finlandese non è stato in grado di vincere PS nell’arco della giornata, bensì è stato aiutato da una costanza di rendimento sorprendente per quelle che sono le sue caratteristiche da pilota molto falloso. Difficile pensare di insidiare un Ogier così in palla, ma un podio domenica sarebbe oro colato per lui e per il team.
Lontano 33.2 secondi, troviamo il gruppetto compatto che sembra destinato a giocarsi l’ultima posizione a podio: parliamo di Elfyn Evans, Ott Tanak (+33.4) e Kalle Rovanpera (+35.7). Il gallese ha particolarmente patito la partenza come prima vettura, estremamente penalizzante in questo contesto in quanto la sabbia che si deposita sulla strada rende più scivolosa la superficie.
Altalenante invece la gara di Tanak, vincitore di 3 PS ma incapace di tenere un ritmo sostenuto ovunque, anche a causa di qualche problema di assetto. Il finnico continua invece nella sua velocissima crescita e, dopo il primo podio ottenuto in terra a lui congeniale, si sta confermando anche su strade decisamente meno note.
Gus Greensmith (+1:09.5) chiude la graduatoria delle WRC, un ultima posizione che al momento varrebbe 8 preziosi punti grazie ai ritiri ed allo scarso numero di iscritti. Per lui un’altra gara di scuola, ad imparare il comportamento della sua Ford, sperando che, in seguito, sia in grado di fare il salto di qualità.