Si avvia verso la conclusione anche la terza fatica della Dakar, nella quale i concorrenti hanno dovuto affrontare lunghissimi tratti completamente nel nulla, essendo stata prevista in questa speciale una lunga sezione “offroad”.
Nella mattinata i corridori hanno levato le tende da San Miguel de Tucuman, imboccando un collegamento relativamente breve che li ha portati alla partenza della prova cronometrata.
Da lì è incominciata una lunga sezione che ha visto i protagonisti abbandonare i terreni sabbiosi tipici del confine tra Paraguay e Argentina, imboccando così un sentiero stretto e accidentato che, in alcuni tratti, ha sfiorato i 3000 m di altitudine, mentre i Camion procedevano in un altra direzione, essendo per loro prevista una tappa alternativa molto più breve (199 km di speciale contro i 364 km degli altri veicoli)
È seguito un tratto caratterizzato da pendenze mostruose, in cui la strada (se si può definire tale) ha toccato i 5000 m: tuttavia questa parte del percorso è stata neutralizzata come da programma ed il tempo non considerato.
La speciale è ripresa più avanti, a quota 4000 m, ed è proseguita con numerose variazioni di altitudine fino alla sua conclusione, posta a 3800 m, dalla quale vi è stato un ultimo pezzo da percorrere fino al luogo deputato al riposo notturno, ovvero San Salvador de Jujuy.
Auto (aggiornata alle 22:55):
La massima classe a 4 ruote è ancora nel pieno del suo svolgimento, per cui i risultati sono ancora assolutamente parziali: il vincitore di tappa al momento (ma è difficile che verrà battuto) è uno Stephane Peterhansel capace di una prova magistrale, in cui è stato in grado di contenere i ritardi nella prima parte e di rimontare nella seconda (grazie anche ai problemi di Nasser Al-Attiyah), che lo ha visto concludere con un 4:18’17”.
Dietro di lui si sono classificati Carlos Sainz (+1’54”) e Sebastien Loeb (+3’08”), a completare il terzetto Peugeot davanti a tutti, alla faccia della presunta superiorità Toyota. Quarto si è piazzato Mikko Hirvonen (+3’57”) con la sua Mini, mentre per trovare l’ultima Peugeot si deve scendere in quinta posizione con Cyril Despres, lontano ben 7’48” dal fenomeno transalpino.
Seguono le Mini di Terranova e Al-Rajhi, entrambe oltre gli 11 minuti di distacco, mentre solo ottava (al momento) è la prima Toyota, pilotata da Nani Roma, in ritardo solo in questa prova di 13’16”, che sono però nulla se confrontati con i 36′ di ritardo accumulati dal suo compagno di team De Villiers, che ha chiuso la tappa 18°.
A chiudere la Top 10 parziale sono il pilota WRC Martin Prokop, autore di una brillante prestazione a bordo della sua Ford che paga 19’06” da Peterhansel, e Jakub Przygonsky, Mini, subito dietro al connazionale polacco.
Nasser Al-Attiyah invece, dopo aver seminato il panico nella prima parte della prova, ha commesso un errore che lo ha portato fuori pista, con il suo Hilux che ha addirittura perso una ruota a seguito dell’impatto. Il qatariota ha chiuso 28° la tappa, con un distacco però che è già quantificabile in due ore e che mette quasi sicuramente fine alle velleità di vittoria dell’alfiere Toyota.
Devono ancora giungere al traguardo la PanDAKAR e Gianluca Tassi, così come la maggior parte dei piloti in corsa.
In Classifica generale, grazie anche e soprattutto ai guai occorsi ad Al-Attiyah, Sebastien Loeb mantiene la testa della corsa, pur vedendo assottigliato il proprio vantaggio sui compagni di Team Sainz e Peterhansel, in rimonta sull’alsaziano.
Ecco la Top Ten dopo il Day 3, con alcuni dei piloti delle retrovie ancora in corsa:
Moto:
Nella categoria a due ruote le cose si sono notevolmente complicate: infatti Toby Price, che ieri aveva imposto un ritmo inavvicinabile per chiunque, è caduto durante la prima parte della prova – che si preannunciava insidiosa per gli apripista – non solo vanificando in questo modo il suo vantaggio di circa 3 minuti sugli inseguitori, ma arrivando a chiudere 9° la tappa dopo essere precipitato sino alla 45esima posizione.
Il vincitore, lo spagnolo Joan Barreda Bort, ha stradominato con una prestazione quasi in grado di ridicolizzare la vittoria ottenuta ieri dall’australiano e di portarlo nettamente in testa alla classifica: difatti con il suo 4:23’41”, a cui va sommato un minuto di penalità per eccesso di velocità durante il breve tratto che conduceva al bivacco ha rifilato a Sam Sunderland, secondo classificato, il distacco monstre di 12’29”.
Terzo l’outsider Pierre Alexandre Renet, lontano 15’30” dal leader, seguito da Pablo Quintanilla e Paulo Gonclaves, entrambi staccati poco più di 16 minuti e, soprattutto il primo, ben lontani in termini di tempo dalle ambizioni vittoria paventate prima dell’inizio della competizione.
Segue lo spettacolare (ed idolo dei fan) Adrian Van Beveren, sesto a 22 minuti netti, che ha fatto segnare esattamente lo stesso tempo del rookie terribile Franco Caimi, largamente il migliore delle new entries in questo inizio di competizione.
Chiudono la Top 10 Farres Guel (+20’43”), il favorito della vigilia e precedentemente nominato Toby Price (+21’51”) e lo statunitense Ricky Brabec (+24’16”).
In Classifica generale, a seguito della caduta di Price, Joan Barreda Bort grazie alla grande prestazione odierna prende la testa della corsa, tenendosi dietro Sunderland a 10′ di ritardo e Goncalves a 13′. Ma il pericolo numero 1, visto il ritmo messo in mostra nel Day 2, è ancora Price, seppur sceso sino alla quinta posizione con 16′ di svantaggio quando mancano ancora 9 giorni di Dakar. Che si preannuncia più avvincente che mai.
Ecco la Top Ten al termine del Day 3: