Sono giorni piuttosto concitati, per il mondo della F1. Mentre il Circus scende in pista tra i cordoli del tortuoso asfalto di Marina Bay, infatti, attorno a svariate tavole rotonde si stanno delineando in maniera sempre più definita i contorni di quella che sarà la Formula 1 del futuro, tanto dal punto di vista tecnico quanto dal punto di vista sportivo.
Con le monoposto 2021 ancora alle prese con la fase embrionale del proprio sviluppo, l’attenzione dei vertici del Circus si sta spostando verso altri lidi. Sotto la lente d’ingrandimento, ad esempio, è finito l’attuale format del weekend di gara. Accantonata infatti l’idea di comprimere tutta l’attività a soli due giorni, ora si discute della necessità o meno di alterare la natura della sessione di qualifica, cristallizzata ormai da diversi anni nella tripartizione Q1, Q2 e Q3. Con l’obiettivo di rendere più avvincente la giornata di sabato – a quanto pare a detta di molti troppo “noiosa” – è stata recentemente avanzata la proposta di introdurre la cosiddetta Qualifying Race.
Si tratterebbe, in estrema sintesi, di una corsa vera e propria che, disputata su una distanza di 100 km, andrebbe a sostituire integralmente la sessione di qualifica per come la conosciamo attualmente. Con un ordine di partenza basato sulla classifica piloti invertita, si avrebbe a disposizione un terzo della normale distanza di gara per tentare di guadagnare quante più posizioni possibili in vista della gara vera e propria, da disputarsi normalmente alla domenica e la cui griglia sarebbe definita dall’ordine di arrivo della corsa del sabato. La Qualifying Race, inoltre, non soppianterebbe dappertutto le attuali qualifiche: disputare una corsa su un circuito tortuoso come Montecarlo, infatti, vorrebbe dire far assistere gli spettatori ad una lunga – e lenta, dato che il ritmo di gara quest’anno sarebbe stato imposto dalle Williams – processione tra i muretti del Principato. Questo nuovo format di qualifica dovrebbe essere adoperato solamente in alcuni tracciati (attualmente si parla di 5), quelli in cui è più semplice superare, lasciando invece sopravvivere il format attuale lì dove portare a termine i sorpassi è notoriamente più arduo.
Se la proposta – stando almeno a quanto riportato da parecchi media nei giorni scorsi – ha ricevuto un discreto numero di consensi tra i Team Principal (al netto comunque dei dubbi riguardanti, ad esempio, la maggiore usura delle sole tre Power Unit a disposizione delle scuderie), la Qualifying Race fa sollevare ben più di un sopracciglio ai piloti, diretti interessati da questo mutamento di format. “Non so davvero cosa dire al riguardo” – ha esordito ad esempio Lewis Hamilton – “Coloro che hanno fatto questa proposta credo che non abbiano davvero idea di cosa stiano parlando“. Alle parole del #44 hanno fatto eco quelle di Charles Leclerc, reduce da tre pole position consecutive: “Non sarei felice di questa soluzione” – ha detto il #16 – “Non credo che questa possa essere la soluzione ideale per la F1: il migliore dovrebbe poter scattare dalla miglior posizione possibile, e non di certo in base ad un ordine inverso. Non credo proprio che sia la soluzione giusta”.
“Penso che si sappia che se vogliamo davvero migliorare le cose è necessario che si lavori assieme“ – è intervenuto Sebastian Vettel, che come l’inglese ed il monegasco non vede affatto di buon occhio il nuovo format del sabato – “Dobbiamo creare corse migliori, e credo che quest’idea non sia altro che un banale cerotto. Non so a quale genio sia venuta in mente questa idea, ma di certo non è la soluzione giusta. Anzi, credo che sia un approccio completamente sbagliato”. “Se devo essere onesto” – conclude infine il #5 – “credo proprio che sia una stronzata completa”.