Neppure l’aria rarefatta di Città del Messico riesce nell’impresa di tarpare le ali della Red Bull e di Max Verstappen. Il campione del mondo in carica conquista la pole position al termine delle qualifiche del GP del Messico, regolando entrambe le Mercedes nel giorno in cui la Ferrari si ritrova ad annaspare al sabato.
Max Verstappen è a caccia. È a caccia del record di vittorie ottenute nell’arco di una sola stagione, quello che attualmente condivide con Michael Schumacher e Sebastian Vettel. È a caccia e per questo, nonostante l’obiettivo Mondiale sia già stato conquistato, non vuole lasciare neppure la minima briciola ai suoi avversari.
Il #1 tutto ciò lo ha dimostrato oggi, nel corso delle qualifiche del Gran Premio del Messico. L’olandese ha infatti piegato i suoi avversari, parsi pure agguerriti nel corso delle FP3, conquistando una pole position che conferma lo stato di forma eccezionale suo e della RB18 che guida. L’1’17”775 siglato da Verstappen gli consente infatti di rifilare oltre tre decimi tanto a George Russell – che si sarebbe “preso a calci” per via degli errori commessi nell’ultimo e decisivo tentativo – quanto a Lewis Hamilton, terzo e alle spalle del compagno di squadra per soli 5 millesimi. Le W13 hanno confermato quanto di buono fatto vedere nel corso delle varie sessioni di prove libere, piazzandosi davanti all’idolo della folla Sergio Perez – che da Max ha pagato poco più di 35 centesimi di distacco – e a Carlos Sainz, 5° con la prima delle Ferrari.
La F1-75, finora dimostratasi arma letale nei sabati di qualifica, ha oggi mancato l’appuntamento con il giro veloce. Entrambe le Rosse sono parse bizzose e difficili da domare, costringendo i piloti a continue e ripetute correzioni nel tentativo di mettere insieme un giro pulito. Alle spalle di Sainz, in modo clamoroso ma con ampio merito visti i soli 626 millesimi che lo hanno separato dalla pole position di Verstappen, c’è l’Alfa Romeo di Valtteri Bottas, 6° e capace di mettersi davanti a Charles Leclerc. Il monegasco della Ferrari, parso ancora più in difficoltà di Sainz e incappato in una rottura del DRS nella parte finale del Q3, non riesce in una delle sue solite imprese, e pagando oltre 7 decimi di gap dal crono del #1 deve accontentarsi di una 7^ posizione alla quale – almeno al sabato – non è stato abituato in questo 2022. Buon 8° è Lando Norris, mentre Fernando Alonso si issa davanti a Esteban Ocon (10°) con un colpo di coda sferrato proprio nel finale della sessione.
Appena fuori dai primi dieci troviamo Daniel Ricciardo, mentre Guanyu Zhou precede le due AlphaTauri di Yuki Tsunoda e Pierre Gasly, 14° e a detta sua particolarmente vittima di una canonica mancanza di grip. 15^ è invece la Haas di Kevin Magnussen, mentre Mick Schumacher e Sebastian Vettel condividono tanto il tempo quanto il destino: i due tedeschi hanno infatti messo a segno lo stesso identico crono, finendo però entrambi esclusi già nel corso del Q1. Grande il rammarico del #47: Mick aveva infatti chiuso un giro molto più veloce di quello che gli è costato l’accesso al Q2, ma una violazione dei track limits – la stessa che ha giustiziato il primo tentativo effettuato nel Q3 da Lewis Hamilton – ha fatto sì che il suo miglior tempo venisse cancellato costringendo così il giovane tedesco a tentare un secondo giro veloce con gomme ormai usurate. 18° è Lance Stroll, mentre si spartiscono la 19^ e 20^ le due Williams: Alexander Albon precede Nicholas Latifi, con il canadese che non scatterà però dal fondo dello schieramento in virtù delle 5 posizioni di penalità che sarà costretto a pagare Kevin Magnussen a seguito della sostituzione dell’ICE sulla sua VF-22.