La prima giornata della seconda sessione si tinge di rosso. Ma c’è da fidarsi? Ovviamente no, perché come giustamente è stato osservato c’erano i margini per abbassare di molto le lancette del cronometro. Nessuno ha spinto veramente ma si riconferma, come al mattino, Sebastian Vettel davanti a tutti. Le squadre hanno passato gran parte del tempo a macinare chilometri e sperimentare diverse soluzioni tecniche, rimandando ai prossimi giorni l’appuntamento col tempo sul giro.
Dicevamo che Sebastian Vettel ha concluso con un tempo di 1’20”396, ma il vero fiore ad occhiello di giornata è l’incredibile distanza percorsa. Si tratta di oltre due GP completi: ben 796km per un totale di 171 giri. La SF71H sembra dare segnali incoraggianti sul profilo dell’affidabilità (anche se Toto Wolff ha espresso forti apprezzamenti sulla Red Bull: dichiarazioni tattiche per aumentare la pressione su Maranello). E questi segnali incoraggianti contano molto, perché la scorsa settimana il cattivo tempo aveva impedito di esprimere un qualsiasi giudizio. Anche se, bisogna ribadirlo: quando si parla di test, non si può pretendere di dare informazioni precise sulla stagione ventura.
Ma le Frecce d’argento sono tutt’altro che scomparse. Bottas 2° (1’20”596) e Hamilton 4° (1’20”808) macinano in due 6 tornate in più della SF71H e confermano anche da parte loro l’affidabilità della nuova arma teutonica. Ulteriori affinamenti aerodinamici sono stati protagonisti di questa giornata di collaudi nella Casa della stella a tre punte. Interessate da questi rimaneggiamenti sia l’ala posteriore sia le corna sull’anteriore. Importante anche il lavoro della squadra tedesca sulla mescola Soft (tallone d’Achille dell’anno passato).
A sandwich tra i due piloti Mercedes c’è la Red Bull RB14, quest’oggi affidata alle mani del giovanissimo Max Verstappen. L’olandese ha chiuso il giro cronometrato nel tempo di 1’20”649. La giornata della squadra anglo-austriaca è stata viziata da uno stop in pista che ha richiesto l’intervento del carro-attrezzi. Altro buon risultato per i bibitari arriva dalla scuderia satellite, la Toro Rosso, che con Pierre Gasly firma il 5° posto col tempo di 1’20”973 segnato su mescola Soft.
In classifica segue prima la Haas di Kevin Magnussen (1’21”298, il primo a non rientrare sotto il muro dell’1’20”) e poi le Renault rispettivamente di Nico Hulkenberg (1’21”432) e di Carlos Sainz (1’21”455). In Haas c’è soddisfazione per i chilometri percorsi (96 i giri messi a referto a fine giornata) mentre la Renault può godere di due piloti separati da pochi millesimi e che dunque riescono a portarla al medesimo livello prestazionale.
Sergey Sirotikin firma il 9° tempo con gomme Soft (1’21”588), al contrario del team mate Lance Stroll, in ultima posizione (1’22”937) con le HyperSoft. Sergio Perez, decimo in graduatoria con un 1’21”643, non può essere felice di una giornata in cui è stato protagonista di un’escursione che l’ha costretto a cambiare il fondo. A causa sua è stata sventolata anche una delle bandiere rosse della giornata (un’altra l’aveva provocata Verstappen).
Passa sotto silenzio il terzultimo posto dell’Alfa Romeo Sauber di Marcuss Ericsson (38 giri e 1’21”706), anche perché c’è chi ha fatto molto di peggio. Ironia della sorte infatti, la McLaren continua a girare pochissimo. Due le bandiere rosse provocate dagli incredibili problemi di riscaldamento che affliggono la MCL33 (e che provocano la “frittura” del motore Renault). Vandoorne ha patito ben tre stop sull’asfalto, mentre sembra indubbio che Alonso abbia ormai un mal di pancia sempre più pronunciato…