Una macchina senza tempo.
Perché lei il tempo non ha provato inutilmente a combatterlo, ha preferito farselo amico: non ha cercato oltraggiosamente di negarsi al suo scorrere continuo, ha intelligentemente compreso come assecondarne il flusso. Poche auto possono vantarsi di aver fatto lo stesso, di essere riuscite così bene a permeare la Storia fino a diventare l’icona, inconfondibile ed unica, di un marchio. Poche auto, se paragonate con la loro primigenia generazione, possono dire di essere rimaste le stesse, di aver mantenuto la propria identità pur prestandosi a smussarla, migliorarla ed affinarla man mano che i marchi, i mezzi e gli uomini nascevano e sparivano davanti ai suoi occhi.
Una macchina senza tempo.
Perché guardarle l’una vicina all’altra, la Porsche 901 del 1963 che ha dato vita all’epopea del marchio di Stoccarda e la 992 che rappresenta l’ottava generazione della 911, dà la sensazione di tenere in mano i due estremi dello stesso identico filo, chiaro e lineare in ogni piega del suo percorso nonostante la propria continua evoluzione. Per stravolgere un’icona non bastano i nuovi gruppi ottici o i due – o quattro – scarichi sdoppiati, non sono sufficienti l’allargamento della carreggiata di 44 mm all’anteriore e di 45 mm al posteriore o l’enorme spoiler, non ce la fanno neppure il nuovo design dei paraurti, le due vistose e muscolari venature sul cofano o la griglia nera in cui annega la luce dello stop: la Porsche 911, con quelle sue linee che quasi inspiegabilmente riescono a fondere morbidezza ed aggressività, rimarrà sempre integra nella sua identità. Ogni accorgimento, tanto funzionale quanto estetico, sembra davvero essere la naturale evoluzione di un tragitto segnato quasi 50 anni fa.
Una macchina senza tempo.
Perché il passato ha abbracciato presente e futuro, unendo così all’iconico ed inimitato avviamento sulla sinistra ed all’analogico contagiri centrale schermi LCD, il Porsche Communication Management interamente gestibile tramite un touch-screen da 10”9, visori notturni e i più svariati sistemi di assistenza alla guida. Quando ci si siede dietro al nuovo volante della 992 si respira un’atmosfera inconfondibile, ritrovando i pregi e le caratteristiche della tradizione mixati con ciò che il progresso nel campo dell’automotive ha saputo produrre nel corso di questi ultimi anni. Materiali e finiture di ottima qualità e fattura si alternano a superfici lisce e levigate, e l’assenza di qualche pulsante fisico – che sarebbe tornato ad esempio utile per aprire gli scarichi ed alzare lo spoiler – e la presenza di un selettore non degno di un PDK manovrabile tramite paddle dal feedback migliorato non riescono a non far apprezzare un abitacolo in cui trovare la posizione di guida perfetta è un gioco da ragazzi e all’interno del quale ci si sente coccolati dai sempre contenitivi sedili.
Una macchina senza tempo.
Perché quando la si guida il tempo, la stessa cognizione del prima e del dopo, perde totalmente rilevanza, impegnati come si è a vivere il momento. Dall’istante in cui la mano sinistra dà vita ai 450 CV del sei cilindri boxer da 3.000 cc della 992, è come se il mondo smettesse di ruotare, in modo tale da concedervi la calma giusta per assaporare ogni singolo km percorso a bordo dell’ottava generazione della 911. L’erogazione del propulsore biturbo è magnifica, lontana anni luce da qualsiasi accenno di turbo lag, ed il rinnovato grido roco del flat-six è emozionante: potendo fare affidamento su un PDK ad 8 marce che per fluidità, precisione e rapidità raggiunge il proprio stato dell’arte, sfiorare la zona rossa del contagiri diventa una piacevole abitudine mentre della nuova 911 si assaporano la cicatriziale precisione in inserimento, l’incredibile handling e la poderosa frenata. Le quattro ruote sterzanti, oltre a rendere parecchio agevoli le manovre in spazi angusti, consentono di affrontare le curve a velocità difficili da concepire, mentre il Porsche Active Suspension Management ed il Porsche Dynamic Chassis Control rendono progressivamente più rigida, aggressiva e felina l’auto man mano che dalla modalità Normal, passando per quella Sport, si arriva alla Sport Plus.
Perché la 911, mentre fa apprezzare i suoi freni infaticabili (in alluminio o carboceramici che siano) grazie ad una quantità di trazione apparentemente inesauribile ed ai 530 Nm di coppia che arrivano già a partire da 2.300 rpm quasi non consente di rendersi conto della rapidità con si raggiungono velocità clamorose, con gli oltre 305 km/h di velocità massima dichiarati che sembrano un dato fin troppo facile da raggiungere ed uno 0-100 km/h bruciato in 3”6 grazie ad un Launch Control che mozza il fiato. Sempre sincera anche con i controlli di stabilità settati in modalità Sport, mette immediatamente a proprio agio ciascun pilota, fornendogli con estrema facilità tutta la confidenza di cui possa aver bisogno, tanto che si tratti della 4S munita di trazione integrale quanto che ci si trovi alle prese con la S a trazione posteriore: l’ottava generazione della 911 si comporta esattamente come tutte le sue antenate, rivelandosi perfetta sia per andature turistiche (alle quali il comfort è assicurato nonostante gli enormi cerchi da 20” e 21”) sia per ritmi forsennati e mettendo così in mostra una versatilità assoluta che poche – anzi, forse nessuna – auto di pari livello può vantare.
Devo ammettere che il concetto di tempo, mentre imparavo a capire ed a conoscere questa nuova 992 tra le magnifiche strade che la Corsica ha saputo regalare al mondo, si è affacciato qualche volta nella mia mente. Quando lo ha fatto, tuttavia, è stato solamente per far assaporare la sua totale irrilevanza di fronte ad un’auto che ha saputo camminare al suo fianco assecondandone così tanto il passo da non subirne più gli effetti. Tutto si ferma, quando si guida la nuova Porsche 911 Carrera. Siete solamente tu, lei e le curve che si susseguono una dopo l’altra. Il resto non conta.
Perché lei è “A Timeless Machine”.
Una macchina senza tempo.
Ecco il video della nostra prova: