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Non chiedetevi il perché, il come o il quando, perché a nessuna delle tre domande riuscirei a dare una compiuta risposta. Accontentatevi del fatto che siano tornate, dato che erano ormai diverse settimane che mancavano colpevolmente all’appello. Di cosa parlo? Ma è ovvio, delle Pagelle Rimappate, realizzate questa volta in occasione del GP di Gran Bretagna. Buona lettura.

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LEWIS HAMILTON – 1’27″MOLTOPOCO. Sedato con uno dei narcotici più potenti del mondo – la replica del GP di Francia 2019 – dopo essere sceso con la Guerra delle Due Rose nel sangue a seguito della Pole di Bottas, Luigino intuisce al volo che, come in Australia, il trucco delle prestazioni del #77 sta tutto nella sua colazione. Ecco perché, nottetempo, il #44 sembra abbia riscritto l’ordinazione fatta dal finlandese all’hospitality Mercedes scrivendo “Muffin” al posto del piatto preferito da Bottas. Che, quando si è trovato di fronte il dolcetto domenica mattina, non ha potuto far altro che constatare come ci fosse lo zampino dell’inglese nell’ordinazione sbagliata che era stata consegnata ai cuochi. ERRATA PORRIDGE

VALTTERI BOTTAS – 1603. Rischia di causare 8 incidenti diplomatici tra UK e Finlandia quando strappa l’ennesima pole consecutiva di Hamilton a Silverstone, ma per fortuna il fatto che lui stesso dichiari di non avere idea di come ci sia riuscito appiana tutte le divergenze. Una volta conquistata la Pole credeva anche di poter lottare per tenersi la posizione sul #44, ma l’esito del suo GP era già scritto nel libro dell’opera di Shakespeare che Wolff gli ha regalato prima della partenza. Il #77 pensava fosse un regalo casuale, ma una volta letto meglio quale fossa l’opera scelta da Wolff ha compreso come in realtà il libro fosse un chiaro ordine di lasciar passare l’inglese durante la corsa. “HAM LET”

CHARLES LECLERC – ℵ. Corrompe 45 commissari di gara per farsi lasciare aperti i cancelli della stradina che taglia a metà il secondo settore, ma nonostante la scorciatoia la guidabilità della SF90, degna del Titanic mentre affondava, non gli consente di agguantare la prima fila. Per motivi di bilanciamento rinuncia – sbagliando – al pacchetto di aggiornamento con i rostri sui cerchi voluto da lui stesso dopo il GP d’Austria, e dopo l’ennesima puntata di quella serie horror di Netflix chiamata “Strategia Ferrari” sembrava tutto perduto. Fortuna ha voluto che il buon Charles nei sorpassi sappia come aprirsi le porte, essendo un piccolo discendente della dinastia dei Grimaldi. GRIMALDELLO

PIERRE GASLY – 18:45. Voci di corridoio dicono che sia servita tutta la capacità di persuasione di Horner per convincere Marko a non mettere il finto gatto bianco usato per le foto con 007 al posto di Gasly. Spronato da questa pressione, il francese per la prima volta quest’anno decide di scoprire cosa succede quando si sfiori quello strano pedale destro piazzato sul fondo della vettura, e riesce addirittura a togliersi lo sfizio di superare un Vettel impegnato ad usare FaceApp. Il suo GP verrà comunque ricordato per il sorpasso subito da Leclerc: sembra che avesse anche chiesto al suo box da che lato il #16 lo avrebbe attaccato, ma il suo ingegnere continuava a rispondergli elencando gli orari dei viaggi del traghetto che attraversa la Manica dato che il francese, nei suoi team radio, commetteva un lieve errore di pronuncia nella sua domanda. “ARRIVA DA DOVER?”

MAX VERSTAPPEN – 1969. Visibilmente deluso dal fatto che la livrea a tema 007 non comportasse l’arrivo di un pacchetto di aggiornamenti formato da granate a frammentazione, missili terra-terra e mine anticarro da utilizzare nei suoi attacchi, cerca di rimettere in piedi un weekend per lui triste con una bella gara. Stava andando tutto secondo i piani, fin quando quel complottista di Vettel non pensa bene di provare a spedirlo sulla luna per controllare se gli americani siano effettivamente sbarcati lì. Non fatevi ingannare da ciò che hanno raccontato le telecamere: il #33 cercava il #5 con un machete e una mazza ferrata una volta finito il GP, arrabbiandosi al punto da essere chiamato da metà Paddock con il nome del cugino irascibile del famoso James di cui Max portava la livrea. FURI BOND

KIMI RAIKKONEN – 1890. Dopo un inizio difficile del weekend, caratterizzato dall’aver trovato nel garage ancora la C38, il finlandese rimette in piedi il proprio fine settimana sfoderando una prestazione d’alta scuola, riuscendo a ricordarsi quale sia il pedale dell’acceleratore e quale quello del freno senza che la badante di cui ha bisogno per via della sua anzianità glielo debba ricordare prima del via. Comunque, visto lo stile di guida aggressivo e selvaggio mostrato durante la corsa, in tanti gli hanno fatto i complimenti per come di GP in GP sembri ringiovanire mostrando uno stile di guida aggressivo e selvaggio, ricordando un po’ le vicende narrate in quel vecchio libro scritto in Inghilterra diversi anni fa. BORN TO BE WILDE

ANTONIO GIOVINAZZI – 270°. Stava disputando una buona gara, dopodiché gli torna in mente cosa sia successo ai suoi capelli dopo aver preso un punto in Austria. Intravedendo infatti la possibilità di centrare la top ten anche in Inghilterra e dunque di finire nuovamente al bar dove si accorciano i capelli – il Bar Biere -, il #99 decide di esibirsi in una fumata bianca degna del miglior Conclave e finisce il suo GP nella ghiaia. Nel post gara viene fuori che da diversi giri Antonio lamentava la presenza di diversi fori nella carcassa di una gomma, ma il suo muretto box non l’ha richiamato in pit lane per un misunderstanding: il suo ingegnere, infatti, semplicemente non capiva perché Giovinazzi continuasse a ripetere il nome del famoso palazzo londinese in cui risiede la Regina. “BUCKI IN GHOM”

SEBASTIAN VETTEL – ⊕. Esemplare nel voler finalmente dare un senso concreto al soprannome “Olandese Volante” spesso affibbiato senza motivo a Verstappen, il 4 volte Campione del Mondo si rende protagonista di un’altra prestazione eccezionale. C’è però chi sostiene che al volante della SF90 non ci fosse lui, bensì il suo alter ego agente segreto abilissimo nel realizzare donuts: James Tond, arrivato dalla rossa con amore, creando un casino royale con una frenata che faceva veramente skyfall. 00VETTEL.

ROMAIN GROSJEAN & KEVIN MAGNUSSEN – ♣. Apparentemente privati del main sponsor prima dell’inizio del weekend, nel tentativo di tirar su qualche spicciolo per pagarsi la trasferta i due si appostano con un banchetto all’ingresso di Silverstone, cercando di vendere quel poco buonsenso che gli è rimasto in zucca. Ecco perché, nell’arco di 3 curve contate, riescono nella non facile impresa di autodistruggersi vicendevolmente, costringendo Steiner a sventolare bandiera bianca per omaggiare il Primo Ministro May e soprattutto per annunciare che le Haas a Silverstone avrebbero cessato di combattere. THE RESA

FERNANDO ALONSO – SEA WATCH 3. Alla disperata ricerca di aiuto ed in evidente difficoltà evidente nell’oltrepassare confini, il buon Nando è giunto al punto da imbucarsi come clandestino sul traghetto Ferrari pur di provare a tornare su una Formula 1. Riconosciuto tramite un inserviente che lo continuava ad IndyCar, il #14 è stato allontanato in fretta dal Circus nonostante, nel tentativo di convincere tutti del fatto che fosse andato in Inghilterra solamente per vedere la finale di Wimbledon, si fosse presentato munito di quegli attrezzi sportivi fondamentali per giocare a tennis. RACKETE

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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow