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Il motorsport è stato davvero alle Olimpiadi (ed era strano forte)





L’idea di vedere il motorsport ai Giochi Olimpici si ripropone ciclicamente, alla vigilia di ogni edizione delle Olimpiadi Estive. È vero infatti che le corse, sia automobilistiche che motociclistiche, sono forse le competizioni più famose al mondo ad essere escluse dai Giochi, sia invernali che estive. Le innumerevoli ramificazioni delle corse motoristiche, tra auto e moto, tra formula e ruote coperte, tra pista e off-road, ecc, rendono però complicato organizzare delle competizioni all’interno dei Giochi. Tuttavia, agli albori delle Olimpiadi moderne, c’è effettivamente stato spazio anche per le corse motoristiche, in due distinte edizioni: quella di Parigi del 1900 e quella di Berlino del 1936.

Motorsport olimpiadi

Parigi 1900

Com’è noto, i primi Giochi Olimpici si sono svolti ad Atene, in Grecia, nel 1896, per omaggiare le antiche Olimpiadi che si svolgevano nell’Antica Grecia. Per i secondi Giochi, invece, fu scelta la Francia, e nello specifico Parigi, sia perché il barone Pierre de Coubertin (il padre delle moderne Olimpiadi) era francese, e sia perché a Parigi nel 1900 ci fu l’Esposizione Universale. Questa era una fiera in cui venivano presentate al pubblico tutte le principali novità in ambito tecnologico, in ogni settore, e le Olimpiadi parigine furono una sorta di spettacolo facente parte dell’Esposizione Universale, che era l’attrattiva principale.

Motorsport olimpiadi
Il poster delle Olimpiadi di Parigi del 1900

Il fatto che le Olimpiadi facessero parte dell’Esposizione Universale portò all’aggiunta di nuovi sport. Tra questi (oltre alla gara di mongolfiere, che mi chiedo perché non abbiano riproposto) c’erano anche le gare automobilistiche e motociclistiche, con l’intento di presentare al mondo i progressi raggiunti da questi strumenti ancora così recenti. Proprio il fatto che i Giochi fossero all’interno dell’Esposizione Universale portò alcune incertezze sul fatto che queste due discipline fossero ufficiali: d’altro canto, il Comitato Olimpico non stabilì con precisione quali discipline fossero ufficiali o meno, e pertanto le gare si svolsero attribuendo anche le medaglie. O meglio, più o meno: in alcuni casi veniva assegnata, al fianco delle medaglie d’oro, argento e bronzo, anche una vermiglia, e addirittura alcuni vincitori vennero premiati non con medaglie, ma bensì con delle opere d’arte. Altri tempi.

Fortunatamente non c’era Lando Norris per distruggere i quadri all’epoca

Qualcuno

Delle corse motociclistiche si conosce davvero poco. Si disputarono due gare di un miglio (probabilmente a cronometro), vinte da due atleti statunitensi, Jordan e Holloway (non si conoscono i nomi di battesimo). Ci fu inoltre una gara mista tra endurance e rally (un raid, diremmo oggi) la Parigi-Tolosa-Parigi, corsa in tre tappe da 1347 km, vinta da Georges Teste in sella ad una De Dion Bouton, con un tempo di 23 ore, 54 minuti e 1 secondo e con un distacco di circa 3 ore e mezza sul secondo classificato.

Secondo altre fonti, ci fu anche una gara da 70 giri, divisa in due manche (30 e 40 giri), su un circuito nei pressi del Lago Daumesnnil, per un totale di 60 km. Vinse un pilota sconosciuto in sella ad una Werner, una motocicletta di marca francese.

Si conosce invece di più riguardo alle corse automobilistiche. ci furono ben 14 diverse categorie diverse, ma non quelle che immaginereste voi:

  • Vetture a 2 posti sotto i 400 kg (alcune fonti dicono 815 km, altre 750 km);
  • Vetture a 2 posti sopra i 400 kg (alcune fonti dicono 815 km, altre 750 km);
  • Vetture a 4 posti sopra i 400 kg (alcune fonti dicono 815 km, altre 750 km);
  • Vetture a 6 posti sopra i 400 kg (alcune fonti dicono 815 km, altre 750 km);
  • Vetture a 7+ posti (alcune fonti dicono 815 km, altre 750 km);
  • Taxi a petrolio (300 km);
  • Taxi elettrici (300 km);
  • Furgoni delle consegne a petrolio tra i 500 e i 1200 kg (300 km);
  • Furgoni delle consegne elettrici tra i 500 e i 1200 kg (300 km);
  • Piccoli camion con capacità di 100+ kg (300 km);
  • Camion con capacità di 1250 kg (300 km);
  • Camion dei pompieri (distanza di gara sconosciuta)*
  • Parigi-Tolosa-Parigi, vetturette (rally da 1347 km in tre stage);
  • Parigi-Tolosa-Parigi, vetture di grossa cilindrata (rally da 1347 km in tre stage).

*Non tutte le fonti confermano l’esistenza di una gara di camion di pompieri. Da segnalare però che, sempre nei Giochi del 1900, ci fu una competizione di “Spegnimento del fuoco” per vigili del fuoco, professionali e volontari.

Ma che ca…

L’autore di questo articolo nella stesura del pezzo

Leggendo questo, la prima cosa che viene in mente è chiaramente che il WEC dovrebbe rinunciare alle Hypercar per far correre i camion dei pompieri l’intento era quello di eleggere le migliori vetture di ogni categoria, anche quelle non esattamente da corsa, con alcune presenze insolite: si possono notare ben due categorie con veicoli elettrici, che furono proprio alcune delle principali attrazioni dell’Esposizione Universale.

A tal proposito, proprio perché l’intento era quello di eleggere le migliori automobili, le medaglie venivano date non in base alla nazionalità dei piloti, ma a quelle delle vetture. Anche per questo motivo, abbiamo pochissime informazioni riguardanti i piloti partecipanti: sappiamo che però tra questi ci fu anche Louis Renault, fondatore del marchio omonimo al volante di una delle sue macchine, che vinse la Parigi-Tolosa-Parigi nella classe vetturette; nella classe maggiore a vincere fu Alfred Velghe, detto “Levegh”, su una Mors: se il nome vi dice qualcosa, è perché il nipote, Pierre Levegh, 55 anni dopo perì durante la 24 ore di Le Mans, in quello che è considerato il peggior incidente della storia del motorsport.

Per quanto riguarda i marchi, parteciparono tutti i principali pionieri dell’industria automobilistica francese: Renault e Peugeot, certo, ma anche case scomparse come la Panhard-Levassor (specializzata in mezzi pesanti militari), la Mors, la De Dion Bouton, la De Dietrich, la Gobron-Brillié e tanti altri nomi persi nelle sabbie del tempo. Per ovvi motivi di vicinanza, tutti i costruttori iscritti erano francesi, che fecero quindi man bassa di medaglie (o di quadri, a seconda di come andasse agli organizzatori). Pare in realtà che nella categoria dei camioncini ci fu una Riker Electric, statunitense, che ottenne una medaglia di bronzo, ma non lo riportano tutte le fonti.

Una volta cessata questa edizione dei Giochi Olimpici, il motorsport non ritornò per l’edizione successiva, quella disastrosa di St Louis. Inizialmente si pensò di reintrodurre la disciplina nei Giochi del 1908 insieme alle gare di motoscafi (si, c’erano anche quelle), che inizialmente si sarebbero dovuti tenere a Roma e che poi andarono a Londra dopo l’eruzione del Vesuvio del 1906, ma non se ne fece niente.

Berlino 1936

36 anni dopo, inaspettatamente, venne organizzato nel contesto dei Giochi di Berlino un “Rally Olimpico”, dal carattere non ufficiale. Secondo il regolamento, vennero attribuiti dei punti ad ogni checkpoint, e chiunque avesse raggiunto almeno 2000 punti avrebbe ricevuto una medaglia d’oro, chiunque avesse raggiunto i 1000 punti l’avrebbe ricevuta d’argento, mentre tutti gli altri che avessero completato la gara l’avrebbero ottenuta di bronzo. L’intento era probabilmente quello di mostrare la potenza di fuoco (non in senso letterale, per quello ci vorranno altri tre anni) dell’industria tedesca, all’epoca al suo culmine con Mercedes e Auto Union che spadroneggiavano in giro per il continente europeo. Il regime nazista rimase però deluso: ad ottenere l’oro furono infatti l’inglese Betty Haig, al volante di una Singer Le Mans, e lo svizzero Paul Abt su una Riley Falcon. Al termine di questa breve apparizione, un po’ perché le successive due edizioni dei Giochi non si tennero a causa della Seconda Guerra Mondiale, un po’ perché la Carta Olimpica stabiliva che erano vietati i mezzi a motore, le gare motoristiche sparirono dal radar dei Giochi Olimpici.

Dopo Berlino

Motorsport Olimpiadi
La Ferrari 248 F1 all’inaugurazione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino del 2006

Nel 2012 la FIA venne ufficialmente riconosciuta dal CIO, Comitato Internazionale Olimpico, e pertanto le corse automobilistiche assunsero lo status di sport olimpico. Sei anni dopo, ai Giochi Olimpici della Gioventù, si svolse una gara di kart elettrici come evento dimostrativo, in cui competevano coppie composti da un ragazzo e una ragazza: a vincere fu il tandem argentino composto da Maria Garcia Puig e dall’attuale pilota di Formula 2 Franco Colapinto, appartenente al programma junior Williams.

Nel 2019 nacquero infine i FIA Motorsport Games, una competizione che aveva l’intento di essere “le Olimpiadi delle motorsport”. Una serie di gare di diverse categorie automobilistiche, dai kart alle Formula 4, dai rally alle GT, e alla fine la classifica finale sarebbe stata stabilita tramite un medagliere. Nella prima edizione, tenutasi a Roma (con base presso il circuito di Vallelunga) a primeggiare fu la Russia, mentre nella seconda edizione, quella del 2022 a Marsiglia – Paul Ricard, a vincere al termine della manifestazione fu l’Italia. La prossima edizione si terrà a Valencia alla fine del 2024, presso il circuito Ricardo Tormo.

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La premiazione della categoria F4 dei FIA Motorsport Games del 2022. © SRO

Sebbene vedere le corse alle Olimpiadi sia il sogno di molti, è abbastanza probabile che nel breve-medio periodo i Motorsport Games sarà il massimo a cui si potrà aspirare. Troppe le categorie esistenti, troppe le specialità, e non aiuta il fatto che le Olimpiadi si svolgano nell’estate boreale, nel pieno dei principali campionati motoristici, cosa che impedirebbe ai più importanti piloti di presentarsi. C’è poi la questione del sim-racing, che nel panorama delle corse tradizionali sta assumendo sempre più importanza, e che dovrebbe trovare una sua collocazione all’interno dei Giochi. Possiamo però sempre aspettarci che in futuro le cose cambino, e che le corse automobilistiche e motociclistiche entrino a far parte delle Olimpiadi.





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Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.