Continua la dura situazione di crisi economica, scatenata dal COVID-19, per la celebre casa inglese, costretta a fare cassa mettendo in vendita tutte e tre le strutture della iconica proprietà nel Surrey. Sale-and-leaseback la formula scelta, per poter restare in affitto nella propria sede dopo la vendita.
Non si placa la crisi di debito e flusso di cassa per McLaren, in ristrutturazione da molto tempo e già costretta a diverse operazioni sanguinose quest’anno, a partire da aprile quando era stato necessario richiedere 300 milioni ai propri investitori, come iniziale risposta alla crisi per il coronavirus, con le vendite quasi paralizzate (da cui deriva l’84% del ricavo annuale, poiché il Motorsport “non paga”). Successivamente si era proceduto con il taglio di oltre un quarto dei dipendenti (-1200 contratti da maggio, su 4000 impiegati a Woking) e, a giugno, era arrivato l’accordo per un prestito da 150 milioni di sterline con la Banca Nazionale del Bahrain (posseduta al 44% dal fondo Mumtalakat HC, proprietario del 56% del McLaren Group).
Poche settimane dopo, a luglio, visto il rifiuto di supporto economico da parte del governo inglese, si era profilata l’ombra di un nuovo prestito, impegnando la collezione di auto storiche e la sede come ipoteche, oppure la possibilità di giungere perfino alla vendita della Historic Car Collection (con diverse auto che valgono molti milioni l’una). Scongiurata la tragedia di vendere, a circa 250-300 milioni, la propria storia (per poterne avere una futura) e per il momento esclusa la ipoteca sulla sede, dal Regno Unito era poi giunta voce che McLaren stesse vendendo quote del team di F1, fino al 30% del totale, per trovare altri fondi a medio termine.
Dopo un agosto apparentemente privo di rumors sulla crisi della casa inglese, e dopo la gioia del secondo posto di Sainz a Monza, ecco arrivare un’altra pessima notizia, purtroppo sempre a livello economico. McLaren ha nuovamente bisogno di fondi, molti, per proseguire le proprie operazioni, a nulla son valse le centinaia di milioni chieste fino ad ora, iniettate e divorate in breve periodo dal perdurare della crisi scatenata dal COVID. Situazione durissima, che in realtà si somma a debiti pregressi per oltre mezzo miliardo di sterline, accumulati negli ultimi anni (e in costante aumento), coperti parzialmente da nuovi prestiti, emissione di obbligazioni o dall’ingresso di nuovi investitori (come ad esempio il padre di Latifi, che nel 2018 comprò il 10% delle quote per 200 milioni di sterline).
A differenza dei mesi scorsi stavolta non c’è altra scelta, è di nuovo la sede ad essere nel mirino, nella sua totalità. Sono in vendita McLaren Technology Centre, McLaren Production Centre e McLaren Thought Leadership Centre, con la casa inglese che però manterrebbe la propria posizione intatta a livello operativo. Questo perché la formula scelta dalla McLaren, assistita nella vendita dalla agenzia immobiliare Colliers, è un sale-to-leaseback, cioè una cessione con la finalità dell’affitto del bene appena trasferito. Perciò vendita sì, per recuperare fondi (vitali) nell’immediato, visti anche i nuovi appuntamenti con le banche e i creditori, con scadenze veramente stringenti nei prossimi anni. Ma una scelta, decisamente estrema, che permetterà di continuare a lavorare nelle proprie tre sedi, tra le quali il centro di produzione inaugurato nel 2011, estese su un totale di 50 ettari di terreno nella campagna inglese. In quello che “è veramente un tempo difficile per la nostra compagnia e in particolare per le nostre persone, stiamo pianificando di emergere come un business efficiente e sostenibile, con la chiara direzione di ritornare a crescere” dichiara il chairman Paul Walsh ai colleghi di Autocar UK: la casa automobilistica con questa vendita punta a ottenere più di 200 milioni di pound entro la chiusura dell’anno fiscale, per poter operare in condizioni di normalità nei prossimi anni. Da oltremanica inoltre non giungono voci su una possibile clausola di riacquisto della sede, opzione comunque possibile in questa particolare formula di finanziamento.