E’ un Mattia Binotto dal sorriso tirato quello che si è presentato davanti ai microfoni di chi, come noi, sedeva nell’hospitality Ferrari in attesa di spiegazioni circa quanto accaduto oggi nel corso delle qualifiche del GP di Monaco. L’esclusione sin dalla Q1 dell’idolo di casa Charles Leclerc per via di un clamoroso errore di calcolo da parte del muretto del Cavallino Rampante, d’altronde, non è una di quelle cose che possono essere liquidate e dimenticate con un semplice silenzio.
“Di certo oggi non è una giornata positiva per noi“ – ha esordito il Team Principal della scuderia di Maranello – “Abbiamo commesso un errore, perché è questo che con il senno di poi si è rivelata la scelta che abbiamo fatto oggi. C’è stato una valutazione sbagliata di quello che chiamiamo ‘cut off time’, il tempo che consideriamo minimo per accedere alla successiva manche di qualifica, che normalmente è calcolato in tempo reale sulla base dei settori di tutti i nostri avversari. Solitamente, una volta calcolato questo ‘cut off time’ lasciamo sempre un po’ di margine ulteriore, che è abbastanza per far fronte ad eventuali circostanze inaspettate, ma evidentemente il margine che abbiamo considerato oggi non si è rivelato sufficiente“.
Charles Leclerc – che, lo ricordo, è stato scaraventato fuori dalla Q2 dal crono messo a segno da Sebastian Vettel – è stato escluso dalla seconda manche di qualifica per soli 52 millesimi, con l’1’12″097 di Nico Hulkenberg (15° al termine della Q1) che sarebbe stato ampiamente alla portata del pilota monegasco. “Il fatto che il margine da noi considerato si sia rivelato insufficiente ha due spiegazioni“ – ha proseguito Binotto – “la prima sta nel miglioramento delle condizioni del tracciato nelle fasi finali della prima manche, la seconda è che probabilmente non abbiamo considerato quanto la confidenza presa dai piloti giro dopo diro avrebbe causato un abbassamento dei tempi. Solitamente calcolare il ‘cut off time’ ed aggiungere il margine è sufficiente, ma Monaco è una pista atipica e quindi stavolta non è stato così”.
“E’ evidente che la Ferrari stia vivendo una situazione in cui ha bisogno di guadagnare punti in campionato sui suoi inseguitori, e quindi in una situazione simile è normale che si debbano correre dei rischi“ – dice Binotto – “Oggi credevamo di avere un margine che ci consentisse di risparmiare un treno di Soft da utilizzare poi in Q2 ed in Q3, in modo tale da cercare di lottare al meglio nella fase finale della qualifica sia con Sebastian che con Charles, ma è ovvio che nel momento in cui si fallisce l’ingresso nella Q2 non si può neanche pensare ad impensierire gli avversari nella Q3“.
“Per calcolare il ‘cut off time’ usiamo degli strumenti, ci sono delle persone che utilizzano questi strumenti e ci sono delle persone che sono responsabili delle decisioni che vengono prese” – ha continuato ancora il Team Principal di Maranello – “A volte capita anche che si vada oltre o contro ciò che i nostri strumenti ci dicono, ma oggi c’è davvero stato un errore di valutazione. Ovviamente è un peccato per Charles ed un peccato per il team, ma come dico sempre queste sono cose che ci serviranno per essere più forti in futuro“.
C’è chi si è chiesto poi se l’errore di valutazione potesse essere figlio di una maggiore attenzione riservata dal muretto a Sebastian Vettel – che rientrava in pista con una macchina riparata a tempo di record dopo l’errore commesso nel corso delle FP3 – piuttosto che a Charles Leclerc, ma Mattia Binotto ha nettamente smentito sul nascere questa ipotesi. “Assolutamente no” – ha detto infatti il Direttore Tecnico della Ferrari – “Abbiamo due team al completo, uno per pilota, cerchiamo di lavorare allo stesso modo con entrambi e dunque posso assicurare che entrambi i piloti erano oggetto della stessa attenzione. Anche perché lo stesso Charles ci ha chiesto via radio se fosse necessario scendere di nuovo in pista, quindi eravamo concentrati anche su di lui”. Avrebbero potuto essere ignorati i dati emersi dagli strumenti, questo è certo, ed è lo stesso Binotto ad ammetterlo. “Sì, avremmo dovuto fare le nostre autonome valutazioni, ma non l’abbiamo fatto“ – continua l’ingegnere italiano – “Ci siamo fidati degli strumenti, contavamo di avere del margine sufficiente, purtroppo i rischi che abbiamo corso oggi erano eccessivi per la situazione in cui ci trovavamo. C’è stato un errore di valutazione, non c’è molto da girarci intorno”.
La fiducia alla squadra ed agli uomini che la compongono, tuttavia, resta invariata. “Sicuramente dobbiamo migliorare, ma sono convinto di avere le persone giuste e di conoscere quali siano le procedure corrette. Non abbiamo lavorato al meglio oggi, ma faremo sì che in futuro non accada più“, ha concluso Binotto prima di abbandonare l’hospitality Ferrari ed andare così in contro ad un GP che non sembra nascere sotto i migliori auspici per la Scuderia.