Abbiamo intervistato in esclusiva per Fuori Traiettoria Matteo Nannini, pilota di Formula 3 con la HWA e nipote dell’ex pilota di F1 Alessandro Nannini. Abbiamo raccolto le sue impressioni sia sul campionato che si è appena concluso che su quello destinato a venire.
FUORITRAIETTORIA: Ciao Matteo, e grazie per la tua disponibilità. Vorrei iniziare partendo dalla scorsa stagione. Questa stagione è stata sicuramente molto strana: dapprima una lunga pausa fino all’estate, poi un calendario molto compresso, con nove gare in due mesi e mezzo. Ti chiedo quindi, come hai vissuto, sia mentalmente che fisicamente, una stagione così racchiusa?
MATTEO NANNINI: La stagione è iniziata normalmente con i test in Bahrain. Dopo di questo ovviamente è scoppiato il Covid, e tanto per cominciare sono dovuto stare in quarantena perché appunto tornavo dall’estero. Poi sì, da luglio abbiamo iniziato a fare gare una attaccata all’altra a partire dal Red Bull Ring, che era il 4 luglio, poi di nuovo il 10, eccetera. Dal punto di vista fisico all’inizio è stata più faticosa, perché ovviamente non c’è miglior allenamento che guidare, soprattutto per il collo, le spalle e le braccia. Ovviamente a casa mi allenavo di più, ma comunque le prime gare sono state le più faticose, anche se alla fine mi sentivo molto più pronto e allenato, avendo fatto più gare una di seguito all’altra. Il simulatore è stato fondamentale, perché non potendo girare è l’unico modo che abbiamo per allenarci, anche perché in questa stagione erano previste tre sessioni di test, in Bahrain, in Spagna e in Ungheria, ma le ultime due sono saltate, e abbiamo perso occasione di fare km. E quindi secondo me chi aveva già corso in F3 è stato avvantaggiato, perché aveva più km degli esordienti.
FT: A questo proposito, ricordo che molti piloti delle categorie cadette avevano provato con le Formula Regional prima che iniziasse la stagione, poiché a differenza di F2 e F3 hanno i test liberi.
MN: Sì, infatti avevo provato anch’io con la Regional a Misano, al Mugello e a Imola, perché le Regional sono macchine molto simili alla F3 a livello di abitacolo, perché con l’Halo l’abitacolo è più stretto e il volante è più vicino al casco, quindi pur non essendo uguale la potenza le ho trovate più appropriate alla F3.
FT: E adesso invece come ti alleni in questa pausa?
MN: Adesso vado in palestra qui a Forlì e uso il simulatore qui a casa. Purtroppo la pecca della F3 è che non ci sono test, quindi non posso fare altro che allenarmi il più possibile in altri modi, magari anche provando auto più piccole.
FT: Restando nel team del post-stagione, hai avuto modo di provare la Formula 2 a Barcellona. Per questo vorrei farti due domande: quali differenze hai trovato con la Formula 3? E poi, questo salto è stato più facile o più difficile rispetto a quelli fatti in precedenza tra la F4 e la F3 o il kart e la F4?
MN: La differenza principale che ho trovato non è stata tanto la velocità, perché sì, la F2 va più forte ma non moltissimo. I problemi sono stati il peso, perché le F2 sono molto più pesanti, e i freni in carbonio, che sono molto più difficili da mantenere nella giusta soglia, perché se sono troppo freddi o troppo caldi non hai più efficienza nel giro lanciato. In merito al “salto” no, credo resti comunque quello dal kart alla F4, all’epoca era tutta un’altra cosa già a partire dalla posizione di guida: sul kart sei praticamente seduto su una sedia, in macchina sei molto più steso. E poi anche perché nelle formule devi fare molta pressione sul freno, cosa che sul kart non devi fare.
FT: Sempre rimanendo in tema F2, è notizia di poche settimane fa che nel 2021 ci sarà una rivoluzione del format delle due categorie propedeutiche alla F1: invece di fare eventi tutti insieme come fatto finora e in stile Motomondiale, ci saranno gare di F1 con solo la F2 e gare di F1 con solo la F3. Visto che comunque tu hai provato entrambe le macchine, e vista la possibilità quindi di poter correre in entrambe le categorie, anche per incrementare i punti per la Superlicenza, tu c’hai pensato?
MN: Onestamente sì, c’ho pensato, perché non c’è una grandissima differenza. Adesso sono concentrato sulla Formula 3, visto che è uscito anche l’annuncio che correrò con HWA il prossimo anno, e penso solo a guidare bene e a sfruttare l’esperienza guadagnata lo scorso anno.
FT: Però non è da escludere visto che HWA ha anche un team di F2, magari anche come semplice riserva.
MN: No, non è da escludere.
FT: E che ne pensi del format?
MN: Sì, devo dire che il format mi piace, soprattutto perché hanno aggiunto una gara e non una sessione di prove. Questi campionati sono molto difficili per i rookie proprio perché c’è una sola sessione di libere, quindi aggiungerne una andrebbe sicuramente a vantaggio loro. Se quest’anno avessi avuto una prova libera in più avrei potuto fare più km, e magari avrei avuto un vantaggio. Il format mi piace, perché con tre gare siamo sempre in movimento facendo meno spostamenti, e anche per il format per cui alla fine della qualifica dipende Gara 3, la griglia di Gara 1 è l’inverso della qualifica e quella di Gara 2 è l’inverso di Gara 1. È complicato, ma non è male.
FT: E visto che hai citato gli spostamenti, che ne pensi di andare a correre ad Austin, un circuito in cui probabilmente nessuno della griglia ha mai corso?
MN: Beh per me non credo ci sia pista più lontana per andare a correre, da questo punto di vista potevano mettere anche Suzuka. Non lo so sinceramente, sarà un’esperienza nuova per tutti, come quest’anno sono state per me Spa e Silverstone, ma almeno lì c’era la possibilità di andare ad allenarsi. Sì, ad Austin la possibilità c’è, ma è molto più complicato arrivarci. Dai video è bella, poi vedrò.
FT: Tu hai firmato per la HWA, come abbiamo già detto. Questo è un team legato storicamente a Mercedes, come si vede dai contatti che ci sono in Formula E o nel mondo GT. Hai avuto contatti con l’Academy Mercedes? O comunque, hai fatto questa scelta anche con l’idea di avvicinarti a loro?
MN: Sì, abbiamo fatto questa scelta proprio per questo. Abbiamo scelto la HWA sia in quanto legata a Mercedes, e sia perché loro hanno un programma giovanile chiamato F1 Talent Factory. E se da un lato devo ovviamente fare i risultati, dall’altro può esserci la possibilità di essere aiutato da loro, sia per crescere sia per avere un futuro. Quindi per me è un’ottima scelta, senza togliere il fatto che nella F3 è uno dei migliori team.
FT: Qual è il tuo obiettivo per quest’anno?
MN: Diciamo che non mi piace fissare un target, ma ovviamente usare al meglio l’esperienza accumulata lo scorso anno, imparare dagli errori e non ripeterli, e ovviamente stare il più possibile nella top10. Questo è l’obiettivo base.
FT: Facciamo un passo indietro per l’ultima domanda. Il 2020 è stata una stagione d’esordio forse non eccezionale, anche per una serie di episodi sfavorevoli. Tuttavia, c’è punto molto interessante della stagione, il weekend di Barcellona, in cui sei andato a punti in Gara 1 e poi, con la griglia invertita, sei arrivato a podio in Gara 2. Cos’è successo a Barcellona rispetto alle altre gare?
MN: Diciamo che il trend si era invertito già dal secondo appuntamento di Silverstone, la sfortuna si è messa un po’ da parte, e da Barcellona è andato tutto nel verso giusto, anche nelle altre gare, come Monza e Mugello, eravamo più avanti del solito rispetto a dove eravamo partiti nelle prime gare. A Monza ero quarto finché non è successo quello che è successo (l’incidente con Lawson in Gara 1 ndr). A Barcellona è andato invece tutto bene, poi è anche una pista che conosco pure bene e mi piace particolarmente Poi conta anche il lavoro fatto con il team, abbiamo iniziato a lavorare meglio con i meccanici e gli ingegneri per fare meno errori. Certo, magari un po’ tardi, ma meglio tardi che mai.
FT: Magari è anche la pista che ti ha aiutato.
MN: Sì la pista mi piace e la conosco bene, ma tutto sommato ce ne sono altre che preferisco. In ogni caso è stato più facile correre lì che a Spa, dov’ero alla mia prima volta sul circuito.
FT: Benissimo. Grazie mille per la tua disponibilità e in bocca al lupo per la prossima stagione.