Ha vinto Porsche. Per la diciannovesima volta nella storia del marchio, a Le Mans ha vinto Porsche. Dopo 24 ore di gara intense, spietate, crudeli sportivamente parlando. 24 ore di gara incomprensibili, piene di colpi di scena, di drammi sportivi, di sogni di rivalsa infranti, di vittorie in pugno sfumate in manciate di secondi. E alla fine di tutto, con una vettura in meno rispetto ai diretti rivali di Toyota ed una velocità sulla carta inferiore, ha vinto Porsche. Con la 919 Hybrid #2 di Bamber-Hartley-Bernhard, ha vinto Porsche.
Ma non è stata affatto una corsa semplice, per la Casa di Stoccarda. Sono serviti infatti i ritiri impietosi della Toyota TS050 Hybrid-Hybrid #7, della vettura gemella con il #9, i problemi della TS050 #8 e la debacle improvvisa della Porsche 919 Hybrid #1 per permettere alla LMP1 di Stoccarda con il #2 stampato sulla carena di trionfare nell’85esima edizione della gara di durata più famosa del mondo. Il prototipo vincitore è stato infatti il primo tra gli ibridi – perché ByKolles si era ritirata per un guasto al motore già nel corso della prima ora – ad alzare una provvisoria bandiera bianca prima ancora che calasse la notte, con i meccanici di Stoccarda al lavoro sulla LMP1 tedesca per più di un’ora. La gara sembrava in mano alle Toyota, che con la #7 e la #8 dettavano il passo davanti alla 919 H #1, ma al calar della sera il primo campanello d’allarme suona nei box del Sol Levante: la #8, in quel momento seconda assoluta, rientra precipitosamente ai box e vi trascorre più di un’ora e mezza, finendo risucchiata ancora più indietro di quanto non fosse capitato alla Porsche #2, con entrambe le LMP1 alle spalle di numerose LMP2. Il dramma sportivo per i giapponesi è andato però in scena a cavallo della decima e dell’undicesima ora di corsa: nell’arco di soli 15 minuti infatti, il box nipponico assiste impotente prima al guasto della frizione sulla TS050 #7 di Nakajima – che causa il ritiro dell’auto – e poi all’incidente con la Manor #25 della TS050 #9, che distrugge il retrotreno dopo aver subito una foratura e che arresta la propria corsa a 150 metri dall’ingresso della Pit Lane. A quel punto la gara era saldamente nelle mani della Porsche 919 H #1, che fino alle 10:30 del mattino ha girato con un ritmo da LMP2 potendo amministrare un vantaggio quantificabile in giri sui suoi diretti avversari, ma Le Mans è crudele: un problema inaspettato alla pressione dell’olio mette infatti fuori gioco la #1, guidata in quel momento da Andrè Lotterer, e consegna incredibilmente la vetta della classifica assoluta all’Oreca #38 del Jackie Chan Racing.
Alla guida infatti di un drappello foltissimo di LMP2, la vettura del neonato team di proprietà del noto attore cinese, viaggiava con diversi giri di vantaggio sulla Porsche 919 Hybrid #2, che però dopo il ritiro della #1 di Lotterer ha fiutato odore di impresa, e con 4 ore di tempo si è lanciata ventre a terra all’inseguimento di una prima posizione artigliata poco prima che iniziasse l’ultima ora di gara. Da quel momento, dita incrociate in tutto il box Porsche, che in silenzio prega fino al momento in cui la vettura #2 non transita sotto il traguardo dopo 24 ore di gara incoronando Earl Bamber, Timo Bernhard e Brendon Hartley vincitori dell’85esima edizione della grande classica dell’Endurance.
Una gara che sarà memorabile anche per l’Oreca di cui vi parlavo poco più sopra, quella del Jackie Chan DC Racing con il #38 stampato sulla carena, affidata a Tung-Laurent-Jarvis. Quest’ultimo è stato il grande artefice della vittoria di classe (e del secondo posto assoluto!) del team rookie a Le Mans, andando a prendere e sorpassando, alle prime luci dell’alba, la Vaillante Rebellion #13 di Piquet Jr.-Hansson-Beche – seconda al traguardo – che fino a quel momento era stata in testa, sopravanzando poche ore prima l’altra Vaillante, la #31 di Senna-Prost-Canal, afflitta da problemi dopo una prima parte di gara dominante. Chiude il podio l’altra Oreca del Jackie Chan DC Racing, la #37 di Cheng-Gommendy-Brundle, mentre è da sottolineare l’ottimo risultato, all’esordio assoluto a Le Mans, del Cetilar Villorba Corse. L’equipaggio tutto italiano formato da Sernagiotto-Lacorte-Belicchi ha infatti non solo portato a termine la corsa al primo tentativo, ma si è piazzata decima assoluta ed ottava di classe, risultando la prima Dallara in classifica al termine delle 24 Ore di Gara.
24 Ore di Gara che solo nel corso dell’ultimo giro hanno poi incoronato il vincitore della Classe GTE-Pro. Solamente nelle ultimissime battute si è infatti decisa la lotta tra la Aston Martin #97 di Adam-Serra-Turner – con la #95 fuori dai giochi per via di un lungo a Mulsanne che ha poi causato ulteriori problemi – che sopravanza proprio all’inizio dell’ultimo passaggio la Corvette C7R #63 di Taylor-Garcia-Magnussen, terza al traguardo dopo aver danneggiato probabilmente il braccetto dello sterzo in un’escursione sulla ghiaia mentre si difendeva dall’attacco della Aston. Delle difficoltà della vettura americana ne ha quindi approfittato la Ford GT #67 di Tincknell-Priaulx-Derani, che ha tagliato il traguardo in seconda posizione. Giornataccia invece sia per le Porsche 911 RSR, con la #91 distante dai primi al traguardo e la #92 addirittura costretta al ritiro dopo un incidente, sia per le Ferrari di AF Corse, con la #71 e la #51 che soprattutto nel corso della notte si sono rese protagoniste di una grandissima rimonta ma che invece, con il sorgere del sole, sono state fermate rispettivamente da problemi tecnici e da un incidente con la Aston Martin #90 di GTE-Am. E male è andata anche all’altra 488 GTE schierata, la #82 di Vilander-Fisichella-Kaffer, che è stata letteralmente spedita contro le barriere dell’Hunaudieres dalla LMP2 #28 di Vaxiviere, giustamente penalizzato con 7 minuti di stop.
Il Cavallino Rampante può però sorridere in GTE-Am, dove il podio è formato interamente da Ferrari 488 GTE. Al primo posto di classe si piazza la #84 di JMV Motorsport, affidata a Smith-Stevens-Vanthoor, con il podio che viene completato dalla #55 di Cioci-Scott-Cameron e dalla #62 di Bell-Sweedler-MacNeil. Si chiude poi con un sesto posto di classe la prima avventura a Le Mans del giovane Matteo Cairoli, che in coppia con Ried e Dienst è stato comunque autore di una buona gara al volante della Porsche 911 RSR #77 del Dempsey Proton Racing. Rammarico resta invece per la Aston Martin #98 di Dalla Lana-Lamy-Lauda, fermata da un problema tecnico nel corso della notte dopo aver dominato gran parte del weekend.