Una pista lenta, una pista tortuosa, una pista che richiede tanto carico aerodinamico ed un buon telaio. Una pista che definiremmo “da RedBull”. E infatti, al termine della prima sessione di prove libere del weekend ungherese, è proprio una RB13 a mettersi davanti a tutti.
La RedBull in questione è quella di Daniel Ricciardo, che si è issato in cima alla classifica grazie al suo 1’18″486. La monoposto della scuderia di Milton Keynes è apparsa in forma sull’asfalto ungherese, mettendo in mostra non solo una buona velocità sul giro singolo, ma anche una discreta velocità di punta ed un buon ritmo gara, seppur forse con qualche kg di benzina in meno rispetto alle sue dirette rivali. Ferrari e Mercedes si sono comunque dimostrate veloci anche in Ungheria, con Raikkonen che si è preso la seconda posizione in 1’18″720 nonostante diversi interventi sulla sua SF70-H lo abbiano a lungo costretto nel garage e con Hamilton che è andato invece a concludere il podio virtuale, fermandosi a 372 millesimi di ritardo dal crono dell’australiano.
Dietro di loro, in quarta posizione, si è piazzata l’altra RB13, quella di Max Verstappen: l’olandese ha chiuso le FP1 in 1’19″162, riuscendo così a tenersi dietro Valtteri Bottas e Sebastian Vettel, con il tedesco – che ha accusato più di 1″ di ritardo dalla vetta ma che è alle prese con la comprensione del nuovo pacchetto di aggiornamenti aerodinamici arrivato in Ferrari – resosi autore anche di un’uscita di pista che non ha però causato alcun tipo di danno alla sua Ferrari. A conferma poi di quanto contino telaio ed aerodinamica sull’asfalto magiaro ci sono le prestazioni delle due McLaren-Honda, settima ed ottava rispettivamente con Alonso e Vandoorne, e quelle delle due Renault, con Hulkenberg in nona posizione e Palmer in decima. Proprio l’inglese è stato però vittima di un problema nei minuti conclusivi della sessione, con l’ala anteriore della sua R.S. 17 che si è letteralmente staccata – causando all’inglese anche una foratura – a causa delle vibrazioni generate da un violento passaggio sul cordolo in uscita di Curva 4.
Appena fuori dalla Top Ten troviamo Felipe Massa ed il suo 1’20″540, che basta al brasiliano per tenersi dietro la prima delle Force India, quella di Sergio Perez. Ad inseguire il messicano, pericolosamente vicini l’uno all’altro, ci sono Daniil Kvyat e Carlos Sainz, che accusano dalla vetta rispettivamente 2″2 e 2″4 di ritardo. 15° è invece Lance Stroll, che ha preceduto Romain Grosjean, alle prese sia con problemi tecnici sia con le ormai note noie all’impianto frenante. 17^ posizione invece per Alfonso Celis, che nelle FP1 ha preso il volante della Force India di Ocon facendole segnare un 1’21″602, mentre 18° è Marcus Ericsson, che con il suo 1’21″785 ha saputo tenersi dietro Antonio Giovinazzi e Pascal Wehrlein: l’italiano è stato anche protagonista di un crash all’uscita di Curva 11, con la sua VF-17 che ha perso il posteriore in percorrenza ed ha terminato la propria corsa contro le barriere, rompendo la sospensione anteriore sinistra. Si dice che possa essere stato un problema tecnico a determinare l’errore del pilota di Martina Franca, e sinceramente non possiamo che augurarci che sia stato così. Nessun problema invece per il #94 della Sauber, che però non è comunque riuscito ad andare oltre l’1’22″940 con cui si è portato ad oltre 4″ di ritardo dalla cima della classifica.
Poche indicazioni, almeno fino a questo momento, per quel che riguarda il passo gara. Dalle prime impressioni sembra che Ferrari e Mercedes, con a bordo discreti carichi di benzina, siano in grado di girare agevolmente sul passo dell’1’23” basso, ma non sono stati loro i più rapidi oggi nella simulazione di gara: Ricciardo infatti, a conferma del suo ottimo stato di forma – ma con l’incognita del carico di benzina imbarcato – ha saputo inanellare diversi passaggi sul piede dell’1’22″6-1’22″8. Che le RedBull in Ungheria possano rivelarsi l’ago della bilancia nella lotta per il Mondiale?
Ecco la classifica completa al termine delle FP1: