Lo sentite? È il brusio delle tribune che popolano il catino più veloce del mondo. Sì, signori, il momento tanto atteso è arrivato. Domenica 28 maggio 2017, questo fine settimana, si correrà la corsa più veloce del mondo. La 500 Miglia di Indianapolis ormai è dietro l’angolo.
La corsa quest’anno taglia il traguardo delle 101 edizioni e vede sulla griglia di partenza ben sette passati vincitori. Da Castroneves a Kanaan, da Dixon a Rossi, da Hunter-Reay a Montoya passando per Buddy Lazier. Il dominatore è Helio Castroneves, in forze al team Penske e con tre trofei all’attivo, mentre Montoya ne ha due (l’ultimo nel 2015). Tutti gli altri hanno bevuto il latte solo una volta.
E no, bevuto il latte non è un modo di dire. A Indianapolis, niente champagne per il vincitore. Secondo una tradizione che ormai affonda nella Storia, chi taglia la Brickyard del 200° giro in testa alla corsa ha in regalo una bottiglia di latte. La fornitura riempie di gioia la American Dairy Association, corporazione dei produttori di latte statunitense. Ed è un rituale che tutti aspettano (al punto che il pubblico a stelle e strisce detesta Emerson Fittipaldi, macchiatosi del grave reato di aver preferito del succo d’arancia…).
Diamo un’occhiata più da vicino al circuito. Cosa può avere di interessante un ovale, con quattro curve di 90°? Molto di più di quanto sembri. Anzitutto, le quattro pieghe hanno un banking di 9°12’ e sono lunghe ciascuna 0,250 miglia, ovvero circa 0,402 km. Il doppio dei rettilinei corti, che misurano 0,125 miglia (cioè 0,201km). I lunghi invece sono davvero lunghi: 0,625 miglia, che equivale a qualcosa in più di 1km l’uno. Sul dritto la larghezza della pista è di 15 metri, mentre nelle curve si allarga fino a 18. La lunghezza complessiva del circuito è 2,5 miglia (4,023 km) e i giri richiesti sono 200, per un totale perfetto di 500 miglia. Cioè 804,672km.
Il record sul giro l’ha fatto registrare Arie Luyendyk nel 1996. In qualifica si conquistò la pole-position con 0:37.895 ma in prova girò addirittura in 0:37.616, a 385,052 km/h di media e ben 239,260 miglia all’ora. In gara, viceversa, il record appartiene a Eddie Chever ed è sempre datato 1996. L’americano di Roma chiuse un giro in 0:38.119, a 379,971 km/h (o 236,103 mph).
Quanto dura una 500 miglia? Buone notizie: anche meno di tre ore. Dipende da quante pace car escono in pista, dalle bandiere gialle, dagli incidenti. Ma dal 2011 al 2014 ci sono state quattro delle nove 500 Indy più veloci della storia, sotto il filo dei 180 minuti. Il record di percorrenza in gara appartiene a Tony Kanaan, che ha concluso l’edizione 2013 in appena 2h40’03”4181, il che significa alla spaventosa media di 187,433 miglia orarie. Cioè 301,644 chilometri all’ora. Considerate che il Gran premio di Formula 1 più veloce della storia l’ha percorso Michael Schumacher a Monza nel 2003, con V10 e F2003-GA all’attivo. Rimanendo ben al di sotto dei 250 km/h (chiuse con 247,6 km/h di media). Senza che entrasse la Safety Car: la Indy 2013 passò invece il 10% del tempo sotto bandiera gialla, con ben 21 giri passati a bassissime velocità.
Quest’anno davanti a tutti scatterà Scott Dixon, dopo due giornate di prove ufficiali stradominate dai motori Honda. La Casa giapponese infatti concorre con la Chevrolet nel campionato americano, e anche se ha ricevuto ceffoni dal Cravattino in passato, quest’anno sembra pimpante e vuole ribadire una storica supremazia sui superspeedway. Risultato: 6 Honda nelle prime 9 posizioni, 14 nelle prime 18.
Ad aggiungere pepe alla situazione c’è anche quel folle di Fernando Alonso. Il pilota McLaren infatti scatterà dalla quinta posizione e ha a disposizione una vettura di prima qualità. Per fare il salto nella corsa più veloce del pianeta ha scelto l’Andretti Autosport, una squadra di primo piano che gli ha messo a disposizione la quinta macchina del team (sì, in IndyCar non si devono schierare per forza due auto: se ne possono portare anche di più… ma anche una sola, volendo). Per preparare la quinta vettura, Alonso ha voluto anche l’assistenza tecnica della McLaren F1, e ha contato sul supporto di tutto il team di Michael Andretti (il figlio del grande Mario, e il padre di Marco, che si giocherà la vittoria quest’anno).
Avevamo ipotizzato che la 500 miglia quest’anno avrebbe avuto la griglia più corta di un’unità. Non sarà così: Sebastien Bourdais, che s’era infortunato durante le qualifiche, sarà sostituito da James Davison. Il pilota australiano partirà ultimo e ha già corso due volte a Indianapolis.
Dopo le qualifiche c’è stato un altro giorno di test. Si è tenuto lunedì 22 e ha visto Max Chilton svettare davanti a tutti alla velocità di 228,592 miglia all’ora e un tempo di 0:39.3715. Dietro di lui, Ed Jones e Scott Dixon, per un podio tutto Honda. Le vetture sono ritornate alla mappatura da gara del motore e infatti si è visto qualche motore Chevy in più nelle prime posizioni: Simon Pagenaud ha chiuso quarto, Helio Castroneves sesto, Karam ottavo, Power undicesimo… Aspettiamo tutti l’ultimo verdetto della pista prima della gara: il Carb Day che si terrà venerdì 26. Al termine della sessione finale di prove libere avrà luogo anche la Pit Stop Challenge: una sfida a eliminazione targata TAG Heuer con cui gli equipaggi si sfidano a fare la sosta ai box più veloce di tutti.
Ma dove si può vedere la corsa? Sky Sport 3 HD la trasmetterà in diretta a partire dalle 18.00 (ora italiana). La telecronaca sarà affidata a Biagio Maglienti, che da quest’anno ha preso il posto di Massimo Discenza. Il commento tecnico invece è nelle mani di Marcello Puglisi, anche se è probabile l’intervento di Luca Filippi. Noi vi faremo avere ancora un po’ di informazioni nei prossimi giorni, con qualche succoso articolo pieno di curiosità…