25° giro del GP del Belgio. La McLaren MCL32 di Fernando Alonso, a partire dal primo settore, inizia a rallentare vistosamente, perdendo velocità e posizioni. All’altezza di Blanchimont, l’asturiano viene affiancato e superato anche dal compagno di team Stoffel Vandoorne, in quel momento in ultima posizione. Non sembrano esserci molti dubbi: la PU Honda, ancora una volta, ha deciso di giocare un brutto scherzo al #14. Che infatti, mestamente, imbocca la via della Pit Lane e si ritira dalla corsa, ancora una volta per un guasto al motore. O no?
Fernando Alonso, volendo fare un rapido recap della sua corsa, era scattato – come spesso gli accade – molto bene al via, liberandosi in fretta di 4 vetture e ritrovandosi all’uscita de La Source addirittura in settima posizione, dietro solamente alle coppie Mercedes, Ferrari e RedBull. Da quel momento però, per lui, è andato in scena il solito calvario dovuto alla palese mancanza di potenza del motore nipponico: il #14 infatti, nonostante una difesa che in alcuni casi ha rasentato il limite dello stoicismo, è stato impietosamente sverniciato sul dritto da qualsiasi cosa si muovesse lungo il tracciato delle Ardenne. Motorizzati Mercedes, motorizzati Ferrari, motorizzati Renault…chiunque fosse in possesso di una PU diversa da quella Honda riusciva ad aver ragione di Fernando Alonso senza neppure aver bisogno di azionare il DRS, visti i 12 km/h di velocità massima che la MCL32 pagava dalle prime delle classe allo Speed Trap in fondo al Kemmel.
Una situazione decisamente frustrante per un due volte Campione del Mondo, che sin dai primi giri ha rivelato al mondo la propria delusione con uno dei suoi soliti team radio (“Imbarazzante, molto imbarazzante“). Comunicazione non proprio al miele nei confronti della sua squadra, alla quale hanno poi fatto seguito un altrettanto arcigno “Non mi interessa sapere i gap di chi ci segue, questa gara per noi è solo un test. Non mi parlate più per il resto della corsa“ ed un conclusivo “Perché avete fatto rientrare Vandoorne? Era l’unica fottuta macchina che avrei potuto superare in questa gara!“, pronunciato quando il belga della McLaren è stato richiamato ai box per il proprio cambio gomme mentre si trovava davanti all’asturiano. Una gara di sofferenza e frustrazione dunque, conclusasi poi anticipatamente nel corso del 25° giro.
“I primi giri per me sono stati anche divertenti“ – ha detto il #14 ai microfoni di chi gli chiedeva opinioni sulla sua gara – “poi ho provato a difendere la posizione, ma sui rettilinei gli avversari mi passavano senza aver bisogno di utilizzare il DRS! Non è facile così, non c’è alcuna possibilità di avere la meglio nei corpo a corpo, e non è stato possibile puntare neppure alla zona punti. Nel mio caso è poi sopraggiunto un problema al motore che ha messo fine anticipatamente alla gara”. Ma siamo sicuri di ciò?
Yusuke Hasegawa, il responsabile della Honda, ha infatti messo nell’orecchio del Circus qualcosa che è più di una semplice pulce. “Dopo una partenza brillante” – ha dichiarato il giapponese – “Fernando ci ha informato via radio di avere un problema alla monoposto. Noi abbiamo deciso di fermare la vettura a titolo precauzionale, ma la telemetria non segnalava nulla di anomalo ed anche a prima vista i nostri tecnici non hanno individuato particolari guasti…“
Una dichiarazione che apre una spaccatura capace di separare – più di quanto non lo siano già – le strade future di Fernando Alonso e della McLaren-Honda. Se fosse vero quando detto da Hasegawa, il ritiro dell’asturiano – che non avrebbe ricevuto indicazioni su un rientro anticipato per preservare le componenti in vista di Monza – sarebbe dipeso unicamente da una sua decisione arbitraria, una sorta di resa incondizionata di fronte all’inferiorità tecnica della sua MCL32. Il #14, sconfitto moralmente ancora prima che sulla pista, avrebbe deciso di abbandonare letteralmente la corsa, stanco di dover girare in tondo tra i pini delle Ardenne in mezzo ad auto nettamente più rapide della sua, lanciando così un chiaro segnale di insofferenza – forse il più clamoroso nei 3 anni di rinnovata convivenza con il team di Woking – nei confronti dell’operato del motorista giapponese. Un gesto che sta dividendo il mondo della F1, partendo dagli addetti ai lavori, passando per i giornalisti e finendo agli appassionati. Alonso, per alcuni, avrebbe fatto bene. La Honda si è rivelata incapace di realizzare una PU competitiva nonostante tre stagioni di esperienza alle spalle, e il gesto del #14 – da molti considerato come il pilota più completo presente sulla griglia di partenza – viene visto come un ultimo, quasi disperato tentativo di spronare i tecnici nipponici. Per altri, invece, l’asturiano avrebbe sbagliato. Perché è la Honda a pagare il suo monumentale stipendio, e perché comunque ci sono un contratto ed un team da rispettare, senza contare che in parecchi si chiedono in che modo il ritirarsi anticipatamente da una corsa possa aiutare i tecnici a migliorare le prestazioni della PU.
Anche perché, a questo punto, viene da chiedersi cosa potrà fare Fernando Alonso tra una settimana, quando sui lunghissimi rettilinei di Monza la sua McLaren potrebbe rivelarsi una sorta di chicane mobile…