Non è trascorsa neppure una settimana dal rocambolesco GP di Germania, ma la F1 è già pronta a scendere nuovamente in pista. Teatro del 12° appuntamento stagionale di questo 2019 del Circus sarà il rovente asfalto dell’Hungaroring, l’impianto costruito a pochi km di distanza da Budapest.
Quello ungherese è un tracciato che potremmo definire “vecchia scuola”, sia perché nel corso della sua storia non ha subito enormi stravolgimenti a livello di layout sia perché, nell’era delle enormi via di fuga in asfalto, l’Hungaroring è una di quelle piste che lascia poco margine d’errore ai piloti. Composto da 14 curve – delle quali 8 a destra e 6 a sinistra -, è un tracciato tortuoso lungo 4,381 km e sul cui asfalto, al termine dei 70 passaggi previsti, ciascuna monoposto avrà percorso 306,630 km. Il 57% del tempo sul giro lo si trascorre con il pedale dell’acceleratore completamente pigiato, con un consumo medio registrato nel 2018 di 1,57 kg/giro e con Brembo che fa rientrare l’Hungaroring tra i circuiti mediamente impegnativi per i propri impianti frenanti.
I piloti ricorrono ai freni mediamente per 17″5 al giro, vale a dire il 23% del tempo complessivo di gara, mentre il valore medio di decelerazione è pari a 3,1 G. Nel corso del GP ogni monoposto dissiperà 239 kWh – la quantità di energia che servirebbe al Comune di Budapest per tenere accesa per circa 10′ tutta l’illuminazione pubblica della città – mentre dal punto di vista del carico esercitato sul pedale del freno si raggiungeranno le 55,5 tonnellate – l’equivalente di quasi 90 mucche grigie ungheresi – per ciascun pilota. Nonostante l’impegno piuttosto gravoso per pinze e dischi, solamente due sono le frenate davvero impegnative dell’Hungaroring: la prima è Curva 1, in cui le monoposto scalano da 335 a 107 km/h percorrendo 134 m in 2″57 e subendo una decelerazione di 5,4 G, e la seconda è Curva 12, dove si passa da 294 a 123 km/h coprendo 102 m in 1″97 e registrando 4,5 G di decelerazione. Piuttosto stressata è la trasmissione, con 54 cambi marcia mediamente registrati nel corso dell’edizione 2018, mentre la più elevata forza G in curva i piloti la subiranno nella percorrenza di Curva 3, dove si registrano 4,2 G per 0″7.
Come già accaduto a Silverstone ed Hockenheim, solamente due saranno le zone DRS, una posizionata sul rettifilo di partenza / arrivo ed una situata piazzata invece sull’allungo che da Curva 1 porta a Curva 2. Unico sarà invece il Detection Point, per entrambe sito poco prima dell’ingresso dell’ultima curva. La conformazione del circuito magiaro tuttavia non favorisce troppo i sorpassi, che nel corso dell’edizione 2018 sono stati 20, e non esalta neppure la velocità di punta delle monoposto, che non dovrebbero oltrepassare la soglia dei 340 km/h. Piuttosto bassa (23%) è poi la possibilità di veder scendere in pista la Safety Car, mentre con una pit lane lunga 375 m per compiere un pit stop ideale sono necessari 21″291. Per 15 volte nel corso della sua storia, infine, il GP d’Ungheria ha visto trionfare il pilota che scattava dalla Pole.
Risale poi al 2004 il giro più veloce in gara: Michael Schumacher, a bordo proprio della F2004 che è stata affidata al figlio Mick per un’esibizione durante il weekend di Hockenheim, durante quell’edizione del GP è riuscito a fermare il cronometro sull’1’19″071. L’edizione 2018 del GP ha visto trionfare invece Lewis Hamilton, transitato sotto alla bandiera a scacchi davanti a Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen.
In occasione del GP d’Ungheria la Pirelli ha messo a disposizione di team e piloti le stesse mescole di Hockenheim, vale a dire Hard C2, Medium C3 e Soft C4. Fatta esclusione per le abituali elevatissime temperature di aria ed asfalto, capaci di aumentare il degrado termico delle gomme, il circuito magiaro non è particolarmente stressante per i pneumatici ed anzi presenta bassi livelli di usura. “Per i piloti quella che si svolge in Ungheria è una gara particolarmente impegnativa, tanto dal punto di vista fisico quanto dal punto di vista strategico” – ha detto Mario Isola – “È un tracciato piuttosto stretto sul quale è difficile sorpassare, anche perché è sempre piuttosto scivoloso fuori traiettoria (l’admin si riserva il diritto di citare in giudizio Isola per utilizzo indebito del proprio marchio, ndr). La posizione di partenza in griglia sarà così fondamentale, ed anche la strategia giocherà un ruolo molto importante. Nel 2018, con tre mescole molto simili a quelle di quest’anno, sono entrate in gioco diverse strategie, dopo una qualifica condizionata dalla pioggia. Speriamo di avere la stessa varietà di tattiche anche quest’anno”. Così come in Germania, anche in Ungheria saranno ovviamente disponibili Intermedie e FullWet, che probabilmente anche nel corso di questo weekend saranno tirate fuori dalle termocoperte: se per le giornate di venerdì e domenica il meteo ungherese racconta di giornate soleggiate ed afose, lo stesso non può dirsi per quella di sabato, in cui viene segnalata un’elevata possibilità di pioggia con annesso repentino abbassamento delle temperature.
Il GP d’Ungheria sarà ancora una volta una diretta esclusiva di SkySport F1 (canale 207), mentre TV8 trasmetterà qualifiche e gara in differita. Ecco tutti gli orari del fine settimana, mentre quelli di F2 e F3 li trovate qui.
Venerdì 2 agosto
- 11:00 – 12:30 -> FP1 | diretta Sky
- 15:00 – 16:30 -> FP2 | diretta Sky
Sabato 3 agosto
- 12:00 – 13:00 -> FP3 | diretta Sky
- 15:00 -> Qualifiche | diretta Sky / differita su TV8 a partire dalle 18:00
Domenica 4 agosto
- 15:10 -> GP Ungheria | diretta Sky / differita su TV8 a partire dalle 18:00