E’ stato un weekend di riposo che molto probabilmente ha fatto bene al Circus della Formula 1, quello appena trascorso. Al termine infatti di un estenuante triplo Back-to-back, il primo – e pare fortunatamente l’ultimo – nella storia della F1, all’azione concitata in pista avevano fatto da cornice dichiarazioni al vetriolo, polemiche e successive smentite da parte di molti dei protagonisti del Mondiale 2018. Sarà dunque bene ripartire con calma da un foglio bianco in occasione dell’11° GP della stagione, pronto ad andare in scena sull’asfalto tedesco di Hockenheim.
In terra tedesca la F1 torna dopo un anno di assenza, ma nulla è cambiato nel layout della pista (da tempo stravolto e privato della velocissima parte che veniva inghiottita dalla foresta) da quel 2016. Un giro di pista ad Hockenheim è infatti tuttora lungo 4,574 km ed i piloti, al termine dei 67 giri previsti, avranno percorso complessivamente 306,458 km. Sono 17 le curve che compongono il tracciato tedesco, delle quali 11 a destra e 6 a sinistra, ma nonostante una tortuosità piuttosto pronunciata – soprattutto nell’ultima sezione, lo storico Motodrom – i piloti trascorreranno comunque il 65% del tempo sul giro con il pedale dell’acceleratore completamente pigiato, raggiungendo velocità massime vicine ai 340 km/h. Parecchio stressato è anche l’impianto frenante, con Brembo che classifica il circuito come “altamente impegnativo” nonostante la presenza di lunghi rettilinei che daranno modo ai freni della ditta italiana di raffreddarsi a dovere prima di essere chiamati nuovamente in causa.
I piloti in media utilizzeranno gli impianti del fornitore italiano per 11″ durante ciascun giro, vale a dire per il 16% del tempo di gara. La decelerazione media si attesta sui 3,9 G, mentre al termine del GP ciascun pilota avrà dissipato 220 kWh esercitando un carico complessivo sul pedale del freno pari a 53 tonnellate. Tre sono le frenate più impegnative ad Hockenheim: la prima è quella di Curva 2, in cui le monoposto passano da 309 km/h a 113 km/h in 2″22, subendo una decelerazione di 4,4 G e percorrendo 128 m; la seconda è quella di Curva 6, nella quale si frena da 320 a 75 km/h in 2″65 registrando un picco di decelerazione di 4,3 G; la terza ed ultima è infine quella di Curva 8, in cui i piloti passano da 293 a 117 km/h percorrendo 116 m in 2″08. Mediamente stressata è poi la trasmissione, con 55 cambi marcia registrati nell’arco di ciascun passaggio, mentre la più alta forza G in percorrenza di curva i piloti la subiscono in Curva 12, dove per 0″8 sono sottoposti a 3,5 G.
Come a Silverstone, anche ad Hockenheim le zone DRS saranno tre: le prime due (quella posizionata sul rettilineo di partenza / arrivo e quella piazzata sull’allungo che da Curva 1 porta a Curva 2) avranno in comune il Detection Point, messo tra Curva 16 e Curva 17, mentre la terza area d’utilizzo dell’ala mobile sarà sulla lunga piega che da Curva 4 porta a Curva 6, con il Detection Point posizionato in uscita di Curva 4. Vedremo se le tre zone DRS permetteranno di vedere in pista qualche sorpasso in più rispetto ai 44 andati in scena nel corso dell’edizione 2016 del GP. La Safety Car ha il 21% di possibilità di essere chiamata in causa mentre, dati i 302 m di Pit Lane, un Pit Stop ottimale lo si completa in 18″475. Per 32 volte nel corso della sua storia, infine, a trionfare è stato il pilota che scattava dalla Pole Position.
Tutti risalenti al 2004 sono poi i record: Michael Schumacher e la sua F2004 detengono infatti quelli sul giro in prova (in 1’13″306) e sulla distanza (in 1 H 23’54″848), mentre Kimi Raikkonen e la McLaren MP4-19B sono finora riusciti a tenersi stretto quello in gara, con il miglior giro siglato in 1’13″780. L’edizione 2016 del GP ha visto trionfare Lewis Hamilton, che tagliò il traguardo davanti alle due Red Bull di Daniel Ricciardo e Max Verstappen.
Per quanto riguarda le gomme, Pirelli – come già accaduto in Cina – proporrà il salto di mescola, mettendo a disposizione di team e piloti le Medium, le Soft e le UltraSoft, bypassando così la SuperSoft e, ovviamente, con la scelta dei team che si è orientata verso la mescola fucsia. In Germania il battistrada tornerà ad avere lo spessore “normale”, con un asfalto che secondo Pirelli non causerà un’eccessiva abrasione pur presentando qualche incognita per tutte le scuderie. “Rispetto al 2016 sono cambiati tantissimi fattori” – ha infatti detto Mario Isola – “Pensate a quanto siano differenti ora le mescole e le dimensioni delle gomme. Per questa gara abbiamo riproposto il ‘salto’ di mescola, in modo tale da avere un divario equo fra le prestazioni delle mescole nominate. A Shanghai abbiamo assistito ad un GP davvero interessante, quindi speriamo che questo possa ripetersi anche in Germania. Saranno fondamentali le prove libere, perché i team dovranno familiarizzare nuovamente con il circuito e capire come utilizzare al meglio i pneumatici”. Ovviamente saranno disponibili anche le Intermedie e le FullWet, che stando alle previsioni meteo potrebbero peraltro fare la loro entrata in scena: se infatti per le giornate di venerdì e domenica si parla di un clima soleggiato con temperature nell’ordine dei 30°, sabato il rischio di temporali pare essere piuttosto concreto. Per quanto riguarda infine le Slick, le pressioni minime imposte alla partenza saranno di 21,5 psi all’anteriore e di 20,0 psi al posteriore, con un massimo angolo di camber di -3,50° all’avantreno e di -2,00° al retrotreno.
Il GP di Germania sarà ancora un’esclusiva di SkySport F1 (che ora occupa il canale 206), mentre TV8 proporrà qualifiche e gara in differita. Ecco qui tutti gli orari:
Venerdì 20 luglio
- 11:00 – 12:30 ⇒ FP1 | diretta su Sky
- 15:00 – 16:30 ⇒ FP2 | diretta su Sky
Sabato 21 luglio
- 12:00 – 13:00 ⇒ FP3 | diretta su Sky
- 15:00 ⇒ Qualifiche | diretta su Sky / differita su TV8 a partire dalle 19:00
Domenica 22 luglio
- 15:10 ⇒ GP Germania | diretta su Sky / differita su TV8 a partire dalle 21:00