Nonostante si sia corso qui già nel 2016, il GP di Baku di quest’anno rappresenterà comunque un esordio. Il Gran Premio che andrà in scena durante questo weekend segnerà infatti l’approdo dell’Azerbaijan nel calendario mondiale della F1. Addio dunque alla – poco adatta – denominazione “GP d’Europa”, e benvenuto al “GP d’Azerbaijan”.
Se cambia però la forma, nulla muta nella sostanza. Come nel 2016, infatti, la gara si disputerà lungo i 6,003 km del circuito cittadino di Baku, la capitale azera. 51 sono i giri previsti, ed al termine del GP i piloti avranno percorso una distanza complessiva di 306,049 km. Disegnato – come sempre – dallo studio che fa capo ad Hermann Tilke, il circuito azero si distingue per un layout inconfondibile, fatto di curve a 90° e di lunghissimi rettilinei, il più lungo dei quali misura ben 2,2 km. Tra i muretti di Baku si corre in senso antiorario, ed è per questo che delle 20 curve del tracciato 12 sono a sinistra ed 8 a destra. La presenza di così tante curve potrebbe far pensare ad un circuito poco probante per i propulsori, ma non è affatto così: le tante ripartenze dalle basse velocità, unite ai rettifili infiniti, costringono i piloti a trascorrere gran parte del tempo sul giro (il 59%) con il piede pigiato sul pedale dell’acceleratore, facendo registrare un consumo medio di carburante che nell’edizione 2016 si è attestato sui 2,06 kg/giro. Baku è invece meno stressante per l’impianto frenante, con Brembo che classifica il circuito come uno di quelli “Medium”. Nonostante infatti i driver passino il 18% del tempo sul giro aggrappati ai freni, il tracciato azero non presenta particolari problemi di surriscaldamento visto che la maggior parte delle decelerazioni sono dalle basse velocità e che comunque i lunghi rettilinei danno modo ai freni di raffreddarsi a dovere. Piuttosto sollecitato è il cambio, con 72 cambiate registrate in media nel 2016, mentre per quanto riguarda l’aerodinamica i team si presenteranno a Baku con profili alari da medio carico, visto che la tortuosità dei primi settori non permette di scaricare totalmente le appendici in vista del velocissimo terzo settore.
Le velocità massime previste saranno oltre i 360 km/h, complici anche le due zone DRS. La prima area di utilizzo dell’ala mobile è posizionata sul rettilineo che da Curva 2 porta a Curva 3, mentre la seconda è ovviamente piazzata sul lunghissimo rettifilo che sostanzialmente da Curva 16 porta fino al traguardo. Unico sarà invece il Detection Point, sito poco dopo l’uscita di Curva 19, che è tra l’altro il punto del circuito dove i piloti devono sopportare la più alta forza G, subendo 3,4 G per 8 decimi di secondo. Nell’edizione 2016, grazie anche a questa doppia possibilità di utilizzare il DRS, sono stati portati a termine ben 62 sorpassi.
C’è poco da dire per quel che riguarda le statistiche sulla Pole e le partenze, visto che qui si è gareggiato unicamente nel 2016. Nico Rosberg infatti lo scorso anno ha vinto partendo dalla Pole, quindi finora solamente chi è partito dal palo ha vinto a Baku ed il vincitore non è mai partito oltre la prima casella. Statistiche inesistenti anche per quanto riguarda la possibilità di veder scendere in pista la Safety Car, che nonostante la vicinanza dei muretti non è stata chiamata in causa durante l’edizione e la cui percentuale di ingresso è dello…0%.
Tutti ovviamente appartenenti all’era ibrida sono poi i record, e tutti sono di Nico Rosberg. Il tedesco, al volante della W07 Hybrid, nel 2016 ha infatti fatto registrare il giro più veloce in prova in 1’42″520, quello più veloce in gara in 1’46″485 ed anche il record sulla distanza, completando la gara in 1 H 32’52″366. Nel 2016 a trionfare, visti anche i suddetti numeri, è stato proprio il tedesco della Mercedes, che ha saputo tenersi dietro Sebastian Vettel ed un ottimo Sergio Perez mentre Lewis Hamilton era alle prese con dei settaggi sbagliati sul volante della sua Mercedes che gli impedirono di andare oltre il 5° posto.
Pirelli, per il GP di Baku, ha deciso di portare – oltre alle sempre presenti Intermedie e FullWet – le Medium, le Soft e le SuperSoft. Vengono dunque lasciate a casa le UltraSoft, nonostante i bassi livelli di grip ed abrasione offerti dall’asfalto del circuito semipermanente della capitale azera, perché con delle velocità di percorrenza e delle temperature più elevate Pirelli crede che le “fucsia” della gamma possano essere troppo inclini al degrado. Come sempre, comunque, la scelta dei team si è orientata su un maggior numero di treni del compound più morbido a disposizione, con Mercedes e Ferrari che si presenteranno a Baku avendo a disposizione lo stesso numero di set per ciascun tipo di mescola. Le pressioni minime alla partenza, per quel che riguarda le gomme slick – che saranno quasi sicuramente le uniche utilizzate, visto che le previsioni meteo parlano di cielo sereno e di temperature nell’ordine dei 28° -, saranno di 22 psi all’anteriore e di 21 psi al posteriore.
Anche il GP di Baku sarà una diretta esclusiva di SkySport F1 (canale 207), con la programmazione che sarà trasmessa anche sul canale SkySport 2 (202 del decoder). La Rai proporrà invece il weekend in differita. Ecco tutti gli orari:
Venerdì 23 giugno
- 11:00 – 12:30 -> FP1 | diretta Sky / differita a partire dalle 15:30 su Rai Sport
- 15:00 – 16:30 -> FP2 | diretta Sky / differita a partire dalle 00:30 su Rai Sport
Sabato 24 giugno
- 12:00 – 13:00 -> FP3 | diretta Sky / differita a partire dalle 18:00 su Rai Sport 2
- 15:00 -> Qualifiche | diretta Sky / differita a partire dalle 19:30 su Rai 2
Domenica 25 giugno
- 15:00 -> GP Baku | diretta Sky / differita a partire dalle 21:00 su Rai 2
Ecco infine la classifica piloti, aggiornata al GP del Canada: