Di tempo per rifiatare, questa volta, i protagonisti del Circus della F1 ne hanno avuto davvero poco. A meno di una settimana dalla bandiera a scacchi del GP della Malesia team e monoposto sono infatti già pronti a scendere di nuovo in pista per il GP del Giappone, terzo ed ultimo appuntamento asiatico del mondiale. A fare da scenario al 16° atto della stagione 2017 sarà uno dei circuiti più iconici della Formula 1: Suzuka.
Un giro di pista dello storico tracciato di proprietà di Honda è lungo 5,807 km, ed al termine dei 53 passaggi previsti i piloti avranno percorso una distanza complessiva di 307,471 km. 18 sono le curve che caratterizzano il layout del nastro d’asfalto nipponico, delle quali 10 a destra ed 8 a sinistra, ma nonostante questa sua tortuosità Suzuka è un circuito piuttosto veloce: i piloti trascorrono infatti il 66% del tempo sul giro con il pedale dell’acceleratore completamente pigiato, con un consumo medio di 1,98 kg/giro. Poco sollecitati, secondo i dati di Brembo, sono invece i freni, con il tracciato nipponico che è classificato “Light” dal fornitore italiano. Vi basti pensare che in 8 curve del tracciato l’impianto frenante non viene neppure utilizzato ed in altre 5 invece lo spazio di frenata non supera i 15 m: dati che ben spiegano perché, al termine del GP, i piloti avranno trascorso aggrappati ai freni solamente 11 minuti e mezzo del tempo di gara (appena il 15%), con solamente un paio di curve che impongono decelerazioni superiori ai 200 km/h. La frenata più impegnativa è quella di Curva 16, la “Chicane del Triangolo”, dove i piloti passano in 65 m da 323 km/h a 95 km/h, impiegandoci 2″7 e facendo registrare una decelerazione pari a 4,4 G, ma di una certa importanza sono anche la staccata di Curva 9 (la Degner) e di Curva 11 (l’Hairpin): nella prima i piloti decelerano in 34 m da 261 km/h a 147 km/h nell’arco di 1″3, mentre nella seconda si passa in 58 m da 282 km/h a 78 km/h in 2″5 e raggiungendo valori di decelerazione pari a 3,6 G. Relativamente poco stressato è poi anche il cambio, con l’edizione 2016 del GP che ha fatto registrare in medi 58 cambi marcia in ogni passaggio.
Una sola è la zona DRS, con conseguente unico Detection Point. L’unica zona di utilizzo dell’ala mobile è posta in corrispondenza del rettilineo di partenza / arrivo, mentre il Detection Point è posizionato prima dell’ingresso di Curva 16. L’edizione del 2016 ha visto andare in scena 35 sorpassi, con velocità massima che dovrebbero essere nell’ordine dei 330 km/h e con la più elevata forza G laterale che si registra durante la percorrenza di Curva 15, la 130 R, dove probabilmente con le nuove monoposto si raggiungeranno picchi attorno – se non superiori – ai 5 G.
Per 15 volte in Giappone ha trionfato il pilota che era partito dalla Pole Position, mentre si era classificato addirittura 17° il pilota – che nel caso specifico è Kimi Raikkonen – che ha vinto a Suzuka partendo più indietro nello schieramento. Piuttosto bassa è poi la possibilità di veder scendere in pista la Safety Car, che si attesta infatti al 32%. Dal punto di vista dei record, il primato in prova appartiene a Michael Schumacher, che nel 2006 a bordo della Ferrari 248 F1 fermò il cronometro sull’1’28″954, mentre in gara il più rapido è stato Kimi Raikkonen, che l’anno prima con la McLaren MP4-20 chiuse un giro in 1’31″540. Sulla distanza il record appartiene invece a Fernando Alonso, che sulla Renault R26 completò il GP in 1 H 23’53″413.
L’edizione del 2016 ha visto trionfare Nico Rosberg, che sul podio andò a precedere Max Verstappen e Lewis Hamilton, con l’inglese che sciupò una partenza dalla prima fila rimanendo imbottigliato nel traffico delle prime curve e venendo così costretto ad una gara in rimonta.
Suzuka, visti gli elevati carichi trasversali che impone, è poi una pista piuttosto impegnativa per gli pneumatici. Tuttavia, seguendo un trend avuto per tutto il corso della stagione, la Pirelli ha deciso di non portare la mescola più dura della sua gamma, optando invece per Medium, Soft e SuperSoft, le stesse mescole che team e piloti hanno avuto a disposizione per il GP della Malesia. Come prevedibile, le scelte delle Scuderie si sono orientate verso i compound più morbidi tra quelli disponibili, con le coppie Mercedes e Ferrari che hanno optato per 7 treni di SuperSoft e con il duo RedBull che di Pirelli “rosse” ne porterà addirittura 9. La strategia prevista da Pirelli è quella a due soste, mentre le pressioni minime imposte alla partenza saranno di 22,5 psi all’anteriore e di 20,5 psi al posteriore, con angoli di camber massimi di -3,00° all’avantreno e -1,75° al retrotreno. Non è escluso comunque che anche in Giappone possano fare la loro apparizione le Intermedie e le FullWet, visto che le previsioni meteo parlano di possibilità di pioggia nelle giornate di venerdì e sabato, con un miglioramento previsto invece nella giornata di domenica.
Il GP del Giappone sarà nuovamente trasmesso in diretta esclusiva su SkySport F1 (canale 207), mentre la Rai proporrà la differita. Ecco tutti gli orari del weekend:
Venerdì 6 ottobre
- 03:00 – 04:30 -> FP1 | diretta Sky / differita su RaiSport dalle 08:30
- 07:00 – 08:30 -> FP2 | diretta Sky / differita su RaiSport dalle 11:30
Sabato 7 ottobre
- 05:00 – 06:00 -> FP3 | diretta Sky / differita su RaiSport dalle 11:30
- 08:00 -> Qualifiche | diretta Sky / differita su Rai2 dalle 13:45
Domenica 8 ottobre
- 07:00 -> GP Giappone | diretta Sky / differita su Rai1 dalle 14:00
Qui trovate invece la classifica piloti aggiornata al GP della Malesia: