17 punti. E’ questo il distacco che separa Lewis Hamilton e Valtteri Bottas alla vigilia del settimo appuntamento della stagione 2019 di F1. I due alfieri di Mercedes, assieme agli altri protagonisti del Circus, dopo una pausa di due settimane sono pronti per tornare nuovamente in pista, nel suggestivo scenario del circuito di Montreal, in Canada.
L’autodromo intitolato all’indimenticato Gilles Villeneuve ha esordito nel calendario della Formula 1 nell’ormai lontano 1978, ma la sua iconica denominazione l’ha ricevuta solamente a seguito dell’incidente mortale che, a Zolder, coinvolse l’”Aviatore”. Escluso dal mondiale nel 1987 a causa di motivi economici, fece il suo ritorno nel Circus già a partire dal 1988 per poi non abbandonare più la F1. Sono anni quindi che i piloti della massima competizione automobilistica del mondo si sfidano lungo le 14 curve del “Gilles Villeneuve”, delle quali 8 sono a destra e 6 a sinistra. Non è certo una pista tortuosa quella di Montreal, ma non per questo è una delle più brevi del mondiale: un giro di pista è lungo infatti 4,361 km, ed al termine delle 70 tornate previste i piloti avranno coperto una distanza complessiva di 305,270 km.
Grazie al suo layout, fatto di lunghi rettilinei e brusche decelerazioni dalle alte velocità, il tracciato canadese è piuttosto stressante dal punto di vista meccanico. I piloti viaggiano infatti con l’acceleratore completamente pigiato per il 60% del tempo sul giro – con un consumo medio di carburante che nel 2018 è stato di 1,50 kg/giro -, raggiungendo al termine del lunghissimo rettilineo che porta alla Curva 13 velocità nell’ordine dei 340 km/h.
Non troppe sono state le cambiate mediamente registrate ad ogni passaggio nel corso dell’edizione 2018 (58), mentre piuttosto sollecitati sono i freni, messi duramente alla prova dalle brusche decelerazioni dalle alte velocità. Brembo considera il tracciato canadese come uno dei più impegnativi dell’intero calendario a causa delle tante staccate violente e ravvicinate, che non danno tempo a dischi e pastiglie di raffreddarsi a dovere tra una curva e l’altra. Tuttavia, solamente in 6 occasioni per ogni giro i piloti si affidano agli impianti della ditta italiana, utilizzati mediamente per 12″7 in ciascun passaggio, vale a dire per il 18% del tempo totale di gara. Il valore medio di decelerazione è però pari a 4,9 G, e a fine GP i piloti avranno esercitato sul pedale del freno un carico complessivo di poco inferiore alle 66 tonnellate – un peso che equivarrebbe a ben 102 alci canadesi -, dissipando in totale 258 kWh. Le tre frenate più impegnative sono quelle di Curva 13, Curva 10 e Curva 1: nella prima le monoposto passano da 338 a 133 km/h in 2″09, percorrendo 122 m e raggiungendo un picco di decelerazione di 5,2 G, nella seconda si frena invece da 301 a 65 km/h in 2″64, percorrendo 109 m e con 5,3 G di decelerazione registrati ed infine, nella terza, si passa da 317 a 149 km/h in 1″93, percorrendo 113 m. Per quanto riguarda la forza G più elevata in curva, i piloti la subiranno in Curva 5, dove verranno sottoposti ad un’accelerazione pari a 3,4 G per 2″.
Come nel 2018 saranno tre le le zone DRS: la prima area di utilizzo dell’ala mobile sarà sul lungo rettilineo che porta a Curva 13, la seconda invece verrà posizionata sul rettifilo di partenza / arrivo e la terza, infine, troverà posto nell’allungo che da Curva 7 porta a Curva 8. Solamente due saranno però i Detection Point: quello che consentirà di utilizzare il DRS nel rettilineo che conduce all’ultima chicane ed in quello di partenza sarà posizionato poco dopo l’uscita di Curva 9, mentre il punto di controllo della neonata zona d’utilizzo dell’ala mobile sarà posizionato poco prima dell’ingresso di Curva 7.
Per 23 volte nel corso della sua storia in Canada ha vinto il pilota che partiva dalla Pole, mentre chi è riuscito a trionfare sull’asfalto del “Gilles Villenueve” posizionandosi più indietro in griglia è scattato dalla 10^ casella. Vista poi la vicinanza dei muretti, come a Montecarlo è superiore al 50% (54%) la probabilità di veder scendere in pista la Safety Car, mentre per effettuare un Pit Stop sono necessari complessivamente 22″790. Il record del circuito appartiene a Rubens Barrichello, che nel 2004 al volante della Ferrari F2004 chiuse un giro in 1’13″622, mentre l’edizione 2018 ha visto trionfare Sebastian Vettel davanti a Valtteri Bottas e Max Verstappen.
Essendo un circuito semipermanente, il “Gilles Villeneuve” non ha un asfalto particolarmente abrasivo. Ecco perché Pirelli, come a Monaco due settimane fa, ha messo a disposizione di team e piloti le mescole più morbide della propria gamma, vale a dire le Soft C5, le Medium C4 e le Hard C3. Il fornitore di gomme milanese non prevede un eccessivo consumo delle proprie coperture, ma mette comunque in guardia le scuderie sul fronte del miglioramento della pista, con i tempi che prevedibilmente andranno abbassandosi di sessione in sessione. Come sempre la scelta di team e piloti è stata orientata sul compound più morbido tra quelli a disposizione, anche se questa volta più che in passato sono state selezionati anche diversi treni di mescole Medium, verosimilmente le più sfruttabili nel corso di un GP che dovrebbe essere ad una sola sosta. “La nostra nomination per il Canada è paragonabile a quella del 2018, quando la HyperSoft fu nominata per la seconda volta dopo Monaco” – ha detto Mario Isola – “La differenza principale rispetto allo scorso anno è che la mescola Hard disponibile per questo weekend, la C3, è leggermente più dura rispetto alla SuperSoft, non presente nella gamma 2019. Nonostante C3, C4 e C5 siano le stesse mescole selezionate anche per l’ultima gara a Monaco, i Team per via delle velocità raggiunte, dei lunghi rettilinei e della necessità di far lavorare correttamente i pneumatici anteriori e posteriori hanno paragonato di più Montréal con Baku, dove abbiamo però nominato C2, C3 e C4. Montréal è una gara caratterizzata da una grande varietà strategica, dall’azione in pista e dalle condizioni meteo variabili, quindi è particolarmente importante acquisire il maggior numero di dati possibili nelle prove libere in modo da rispondere al meglio a eventuali imprevisti“. Le pressioni minime imposte alla partenza, per quel che riguarda le gomme slick, saranno di 22 psi all’anteriore e di 20 psi al posteriore, mentre il massimo angolo di camber consentito sarà di -3,50° all’avantreno e -2,00° al retrotreno. Solitamente il meteo rappresenta un’incognita nel corso del GP del Canada, ma stando alle previsioni Intermedie e FullWet potrebbero dover essere utilizzate solamente al venerdì, giornata in cui la probabilità di pioggia si attesta all’83%: sabato e domenica, invece, il sole dovrebbe splendere sul tracciato canadese, con temperature medie nell’ordine dei 24°.
Il GP del Canada tornerà ad essere una diretta esclusiva su SkySport F1 (canale 207), mentre TV8 trasmetterà qualifiche e gara in differita. Ecco tutti gli orari del weekend:
Venerdì 7 giugno
- 16:00 – 17:30 -> FP1 | diretta SKY
- 20:00 – 21:30 -> FP2 | diretta SKY
Sabato 8 giugno
- 17:00 – 18:00 -> FP3 | diretta SKY
- 20:00 -> Qualifiche | diretta SKY / differita su TV8 a partire dalle 21:30
Domenica 9 giugno
- 20:10 -> GP Canada | diretta SKY / differita su TV8 a partire dalle 21:30