Mentre in Italia scendeva il buio, la Domenica statunitense era appena entrata nel vivo: pochi secondi prima la bandiera verde sventolava e gli spotter urlavano i tradizionali “Green, green, green!” nelle orecchie dei piloti. Ma il “triangolo insidioso” di Pocono, che un anno fa aveva portato Robert Wickens vicinissimo ad una paralisi totale e in cui nel 2015 aveva perso la vita Justin Wilson, è stato palcoscenico di un’altra terrificante carambola.
Nel corso del primo giro, Takuma Sato si trova all’esterno di un three-wide (situazione che, ricordiamo, viene sempre segnalata ai piloti dagli spotter) quando decide di stringere bruscamente verso il centro della carreggiata. Il Giapponese entra così in contatto con Alexander Rossi, in corsa per il campionato, e Ryan Hunter-Reay. Quest’ultimo e lo stesso Sato impattano contro il muro interno prima di rimbalzare pericolosamente in pista.
James Hinchcliffe è stato a quel punto incluso nella carambola a propria volta, ma l’esito peggiore è spettato a Felix Rosenqvist: la Chip Ganassi Racing dello Svedese decolla e impatta contro le protezioni esterne. Il muso striscia a lungo contro le catchfence prima che la monoposto termini la propria corsa.
Le telecamere inquadrano poi nuovamente la vettura di Sato, ferma al centro della pista capottata e con un principio di incendio. Il Nipponico fortunatamente uscirà presto dai rottami.
Tutti i coinvolti, con un occhio di riguardo per Rosenqvist, sono portati al centro medico per le verifiche del caso, ma Geoffrey Billows, direttore medico dell’Indycar, rassicura il mondo delle corse. Il dottore garantisce infatti che nessun pilota ha riportato ferite serie. Ciò non basta tuttavia per placare la preoccupazione di Wickens che chiede l’eliminazione della pista dal calendario Indycar, arrivando a definire “tossica” la relazione tra il campionato e il circuito stesso.
Mentre i commissari ripulivano la pista e riparavano le barriere, richiedendo una bandiera rossa di 45 minuti per ultimare le operazioni, Rossi e Hunter-Reay hanno puntato ferocemente il dito verso Sato: “Non capisco come, dopo quello che è successo lo scorso anno, Takuma pensi che una guida del genere sia accettabile. Una manovra del genere, al primo giro di una gara di 500 miglia, è vergognosa.“
Sato dal canto suo si assume ogni responsabilità, ma alle proprie spalle ha oramai un interminabile elenco di incidenti -anche gravi- dovuti alla propria irruenza.