Ve l’avevamo detto che quest’anno l’uomo da battere è Scott Dixon. Il neozelandese ha portato a casa la vittoria a Road America e adesso ha una leadership rafforzata di 34 punti. I suoi avversari continuano a dividersi il ruolo di inseguitore, e lui gioisce con il primo alloro stagionale.
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La vittoria di Scott Dixon si basa tutta sulla sua gestione delle gomme. Tenendole in temperatura, è riuscito a ripartire bene dopo la caution mandata in pista da Takuma Sato. Il giapponese aveva accelerato troppo presto, allargando la vettura e finendo fuori pista. Risultato: bandiera gialla. Al giro 31 sventola la verde, il gruppo si rilancia e Dixon sfila la leadership a Newgarden.
Da lì non ce n’è stato più per nessuno. Il neozelandese del Chip Ganassi Racing ha scavato un distacco che Newgarden è riuscito a colmare solo nel finale. Il giovane americano non ha mai avuto un’occasione di passare il rivale, e quindi la Honda è riuscita a portare a casa perfino una vittoria su un circuito stradale.
Così i rapporti di forza tra i due motoristi continuano a essere fluidi, e spostati decisamente a favore della Casa nipponica. Quest’anno oltre il Pacifico hanno sfornato un pacchetto competitivo e il lavoro di squadra con il team Ganassi sta producendo risultati insperati. È vero che dopo Dixon il primo Honda a traguardo era in sesta posizione (Charlie Kimball). Ma rispetto all’anno scorso, quando vinse Power su Chevrolet e le Honda portarono solo 3 macchine in Top 10, il passo avanti è consistente: domenica i giapponesi hanno pareggiato gli statunitensi nelle prime dieci posizioni.
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Per la Chevrolet però non è un weekend da buttare. Proprio perché in Top 5 i motori a stelle e strisce sono quattro su cinque. Peccato essersi fatti fregare la posizione più importante, ma il vero problema è un altro: trovare un anti-Dixon, e trovarlo in fretta.
Con un vantaggio di 34 punti su Simon Pagenaud (che comunque non sta brillando nelle ultime corse), e di ben 61 su Josef Newgarden, il pilota neozelandese può ambire al titolo piloti. Quest’anno è quello giusto per timbrare il quinto sigillo in carriera. Allungherebbe così la striscia di anni dispari vincenti (recentemente ha vinto il titolo nel 2013 e nel 2015).
Buone sono state le gare di Josef Newgarden e di Helio Castroneves. Il brasiliano aveva corso in testa per tutta la prima fase e sembrava molto veloce anche nel resto del Gran premio. Dopo la caution provocata da Sato era riuscito a superare il compagno Newgarden, ma l’americano domenica è stato più bravo di lui. Svantaggiato dalla Safety Car (era l’unico con le gomme dure: il che ha ridotto il vantaggio di durata sugli altri con gomme morbide, e lo ha punito anche abbassandogli troppo la temperatura degli pneumatici), l’astro nascente della IndyCar è riuscito però ad azzerare il vantaggio di Dixon. Peccato che fosse troppo tardi.
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È stata viceversa una gara dolceamara per lo Schmitt Peterson Motorsport: James Hinchcliffe ha concluso 20° e doppiato per colpa di un contatto con Will Power. Mikhail Aleshin invece ha concluso al 10° posto dopo una rimonta dalla 19^ casella in griglia. Il russo aveva addirittura rischiato di non correre in Winsconsin a causa di un disguido nei visti d’entrata negli USA.
Continuano a convincere Ed Jones (in forze al Dale Coyne) e il figlio d’arte Graham Rahal, rispettivamente 7° e 8° al traguardo. Pessima la corsa dell’Andretti Autosport: il migliore è stato Alexander Rossi (13°). Solo 17° invece il rookie Gutierrez, che sostituisce Bourdais da Coyne.
La nuova classifica recita Dixon a quota 379, inseguito da Pagenaud a 345, Helio Castroneves a 342, Takuma Sato a 323 e Josef Newgarden a 318. Honda batte Chevrolet 820 a 774 in classifica costruttori.
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