L’ha dominata, la meritava! Simon Pagenaud vince per la prima volta in carriera la 500 miglia di Indianapolis. Il #22 la spunta dopo un confronto serratissimo, col coltello fra i denti, con il vincitore del 2016 Alexander Rossi. Hanno provato a essere della partita anche Newgarden e Carpenter: ma alla fine a tenere col fiato sospeso milioni di telespettatori sono stati il #22 e il #98. Col primo che si è affermato definitivamente con una strenua difesa nel corso dell’ultimissimo giro!
Simon Pagenaud ha dominato la 103^ edizione della 500 miglia di Indianapolis. Dopo avere anche incassato la pole position, il pilota francese è rimasto in testa alla corsa per quasi tre quarti della sua durata. Nulla pareva indebolire la leadership del francese: bandiere gialle, rivali, sorpassi, pressioni, tutto inutile. La vittoria del #22 è stata meritatissima. E condita dalla soddisfazione di dettare il passo anche nei pit-stop. La vittoria del pilota Penske è passata anche dalla strategia, che lo ha reso apripista anche in pit-lane, con stint più brevi degli altri. E lo ha costretto a una magistrale gestione del consumo carburante sul finale (seppur aiutato dalle cautions e dalle scie).
Peccato per Alexander Rossi, che era partito 9° e si era reso protagonista di una decisa scalata verso i piani alti della classifica. A far scattare la molla agonistica era stato il difficile sorpasso di Oriol Servia sul finale di gara, dopo il quale ha dimostrato una grinta eccezionale infilando tutti gli avversari in pochissimi giri. Non è bastato: oggi era il giorno di Simon Pagenaud.
Positiva anche la corsa di Takuma Sato, che è scalato dalla 14^ posizione fino al podio. Zitto zitto il pilota giapponese ha buttato giù dal medagliere anche Ed Carpenter (a lungo nelle prime posizioni ma sempre incapace di tirar giù la zampata decisiva). Sembrava più in palla, ma ha deluso nel finale, Josef Newgarden e la sua Penske. Deludenti invece le performance di Scott Dixon e di Will Power (quest’ultimo costretto a farsi sorpassare da tutti per penalità, avendo commesso un errore in pit-lane). Ma godiamoci la cronaca della corsa più veloce del mondo!
103^ EDIZIONE DELLA 500 MIGLIA DI INDIANAPOLIS: LA CRONACA
Il primo quarto d gara è tranquillo. La partenza è regolare: Simon Pagenaud mantiene la leadership senza colpo ferire. A scaldare i telespettatori ci pensano Newgarden, Power e Pigot che si contendono il bronzo virtuale. Da questa battaglia emerge il #12, che poi ne approfitta per superare Carpenter e guadagnare l’argento provvisorio. Ma già al sesto giro arriva la prima bandiera gialla. È una caution incruenta: Colton Herta ha avuto un problema tecnico e si è dovuta arrestare a bordo pista.
This pit lane contact resulted in a drive-through penalty for @h3lio ????#INDYCAR // #Indy500 pic.twitter.com/En4LfAI4IT
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Al giro 11 sventola bandiera verde: ma c’è poco da mettere a referto. Il pepe ritorna in pista non appena Simon Pagenaud rompe gli indugi e anticipa la finestra del pit. Il francese rientra al giro 33: lo seguiranno alla spicciolata tutti quanti, specie tra i giri 35-40. Dopo la prima girandola di stop, Pigot è sceso fino in 7^ piazza (il serpentone recita Pagenaud-Power-Carpenter-Newgarden-Rossi in Top 5). Da non perdere la sbavatura di Castroneves: il brasiliano tampona James Davison in pit-lane. Il #33 perde uno pneumatico in corsia box, che piglia il volo e rischia quasi di entrare in pista! Inevitabile il drive-through per Helio.
A parte il ritiro di Ben Hanley (per motivi tecnici), anche il secondo frammento di gara è statico. E si conclude come il primo: con un pit-stop di Simon Pagenaud. Il #22 si limita a dare gas negli ultimi giri e rientra alla tornata numero 66. Stavolta i big lo seguono quasi subito: Pigot, Newgarden, Carpenter e Power rientrano nei quattro giri seguenti. (Ma Power si perde in chiacchiere e va lungo nella piazzola, perdendo tempo prezioso). La maggioranza degli altri invece attende i giri 69-73 per pittare: tra loro c’è Jordan King, che colpisce un proprio meccanico.
Kyle Kaiser's fairytale has come to an end.
One week after upsetting Fernando Alonso and McLaren, the Juncos Racing driver has crashed in the #Indy500 on @NBC: https://t.co/iiagfm2TqY #MustBeMay pic.twitter.com/rHFXRhTmO0
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Il primo vero botto si registra al giro 74: Kyle Kaiser finisce a muro mentre provava a sorpassare Marcus Ericsson. Kaiser è andato sullo sporco e ha perso la vettura, colpendo il muretto di cemento. A quel punto il #32 ha provato a riprendere il controllo della monoposto, ma la Dallara-Chevrolet si è avvitata in senso contrario e ritorna contro il muro. Il serpentone è assai rimescolato (anche perché Power è sanzionato per il suo errore ai box ed è obbligato a far scalare tutti).
La bandiera verde sventola al giro 80 e i piloti sono coinvolti in numerosissime battaglie multiple. Pagenaud mantiene la testa senza problemi. Ma dietro di lui le battaglie si moltiplicano. E la sfida è amplificata dal complicato gioco di scie e turbolenze reciproche. Dopo due giri da brividi, il gruppo si sgrana. Ed emerge Ed Carpenter, di nuovo secondo. E per la prima volta negli scarichi del leader. Lo specialista degli ovali però indugia: rimane dietro e studia l’avversario per diversi giri. La battaglia che davvero si accende è quella per il terzo posto. Cioè quella tra Newgarden e Rossi. Il #27 si appiccica al #2 e lampeggia più volte nei suoi specchietti. Ma nemmeno lui conclude il sorpasso.
THAT RESTART ????
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E ancora una volta è Pagenaud a decidere che si fa. La monoposto color evidenziatore rientra ai box al giro 99 per la sua terza sosta. Ed Carpenter lo emula al giro 102, Josef Newgarden al giro 103; allungano invece Alexander Rossi e (come al solito da inizio corsa) Scott Dixon. La maggioranza dei pit-stop si tiene attorno alle tornate 106-110. E da questa terza roulette spunta fuori Alexander Rossi! Il #27 è secondo ed è negli scarichi di Simon Pagenaud, mentre Carpenter staziona in 3^ piazza. Ma dopo qualche giro appiccicato al posteriore del #22, il suo gap si allarga pian piano e si stabilizza a mezzo secondo.
Nonostante la pressione di Rossi, Pagenaud resiste. Resiste e insiste. Al giro 130 è di nuovo ai box, ancora primo di tutti, ancora a inaugurare la finestra della quarta sosta. Stavolta ha anticipato la sosta di 2 giri (e infatti Carpenter, che lo marcava a uomo, rientra al giro 134). Al giro 138 Alexander Rossi rientra ai box (anche lui con due giri d’anticipo) ma perde tutto: l’americano ha problemi al bocchettone del rifornimento e accusa un enorme ritardo. Nel frattempo Marcus Ericsson finisce in testacoda in entrata ai box: il #7 subisce un largo pendolo. Per fortuna non c’erano piloti nelle piazzole che spazza nella giravolta. Ma sventolano comunque bandiere gialle. Il gruppo si ricompatta dietro la pace car, con Scott Dixon leader virtuale. Gli ultimi a pittare rientrano ai box tutti insieme al giro 143: sono stati tutti sfavoriti dalla caution (Dixon, Rosenqvist e Ferrucci). Gode invece Pagenaud: il transalpino sfrutta i giri a bassa velocità per risparmiare la benzina in più che ha consumato rispetto agli altri. Anche perché ormai stiamo per entrare nell’ultimo, decisivo quarto di gara!
A BRILLIANT MOVE by @AlexanderRossi, taking it all the way to the grass to pass!
Things are getting dicey in the #Indy500 on @NBC. Stream here: https://t.co/iiagfm2TqY #MustBeMay pic.twitter.com/GlZwA5mOse
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La bandiera verde viene data al giro 149: Rossi perde tre posizioni al restart e si gioca il tutto e per tutto in strenue difese a pochi centimetri dall’erba! Nel frattempo, cambia l’argento virtuale. Josef Newgarden strappa la seconda piazza a Ed Carpenter. E al giro 151 il #2 succhia tutta la scia a Simon Pagenaud e si impossessa della testa della gara. Per la prima volta cambia la leadership della Indy 500. Ma la partita non è finita. Dietro Newgarden rimangono vicini sia Pagenaud sia Carpenter. Mentre intanto Alexander Rossi sta impazzendo nel tentativo di sorpassare Oriol Servia (doppiato). Dopo numerosi tentativi, il vincitore 2016 se lo leva davanti al giro 156. Da questo momento Rossi è indemoniato: lo statunitense passa prima Bourdais (giro 159) e poi Conor Daly (162).
Al giro 168 Simon Pagenaud si riprende lo scettro del comando. Ma solo per rientrare ai box. Questa volta ha allungato: 38 giri sulle spalle. E ha trascorso tanti giri dietro Newgarden per risparmiare benzina. Lo segue immediatamente Alexander Rossi (poi anche Newgarden va in pit-lane). Allunga leggermente invece Ed Carpenter. Adesso comincia la fase di gara più calda di tutte: gli ultimi 30-25 giri! E la inaugura Alexander Rossi sorpassando in scioltezza Josef Newgarden (che stava uscendo dai box). E gli animi si scaldano quando Rossi, 2° virtuale, si aggancia al posteriore di Simon Pagenaud al giro 177.
This is the moment @GrahamRahal and @BourdaisOnTrack crashed at @IMS.
These last 20 laps are going to be good ???? #INDYCAR // #Indy500 pic.twitter.com/eIvFY2xH4T
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Il confronto tra i due piloti continua per qualche secondo. Poi il #98 succhia tutta la scia e con un sorpasso secco gli espropria la 1^ posizione. Ma al giro 178 una carambola gigantesca semina il panico in pista: cinque automobili sono coinvolte nell’incidente e la pista si riempie di fumo. A innescare il contatto sono stati Graham Rahal e Sebastien Bourdais. Lo spotter di Bourdais non gli ha adeguatamente segnalato la presenza di Rahal: il francese ha stretto troppo l’americano. Il #15 finisce sull’erba e il transalpino riceve la botta della RLL. La Coyne si avvita su sé stessa e si sfracella contro le protezioni SAFER. Intanto quella di Rahal è danneggiata e deve ritirarsi. Dietro di loro le vetture rallentano all’improvviso. Ma gli inseguitori degli inseguitori si lasciano confondere: Zeach, Rosenqvist e Kimball sono costretti al ritiro.
La confusione in pista è tale che viene esposta bandiera rossa al giro 180. La classifica provvisoria recita Pigot-Rossi-Pagenaud-Carpenter-Newgarden-Daly-Sato-Dixon e infine Hunter-Reay a chiudere la Top 10. Ed è una classifica inquinata dalla presenza di piloti che non hanno ancora effettuato l’ultima sosta. Dopo diversi minuti di attesa, le vetture sono rimandate in pista dietro pace car per la ripartenza. Al giro 184 Rossi è in testa (Pigot è rientrato ai box). L’ansia continua, la vettura di sicurezza non accenna a rientrare. Solo al giro 188, finalmente, la gara torna green!
E la ripartenza è esplosiva! Pagenaud sorpassa Rossi mentre Newgarden sorpassa Carpenter! Solo un giro più tardi Rossi ritorna in testa e Sato sorpassa Carpenter e si aggancia a Newgarden! A dieci giri dalla fine tutti i piloti sono vicini gli uni agli altri. Pagenaud sorpassa di nuovo Rossi e al 191° giro Takuma Sato passa Newgarden ed è 3°! La lotta in testa si scalda, si fa adrenalinica, con Rossi che marca a uomo Simon Pagenaud e il #22 che si difende col coltello tra i denti. Mentre dietro di loro si fa ingombrante negli specchietti il giapponese numero #30. Passano i giri e il gruppetto non si sgrana: e al 198° giro Pagenaud esce male da curva 3 e cede la piazza a Rossi! Per una piccola sbavatura il pilota francese rischia di perdere la 500 miglia. Ma al giro 199 il #22 ritorna in testa! E all’ultimo giro deve resistere fino all’ultimo centimetro all’attacco di Alexander Rossi. E non basta la grinta di Rossi a sconfiggere l’energia di Pagenaud, che porta a casa il suo primo successo nella corsa più veloce del mondo!
Been dreaming of this moment my entire life – drinking milk at the #Indy500!!!! Incredible thank you @Team_Penske and @IMS!! Dreams do come true! pic.twitter.com/4BrpVl2Ogd
— Simon Pagenaud (@simonpagenaud) May 26, 2019
CLASSIFICHE
Indy 500 / 1. Simon Pagenaud; 2. Alexander Rossi; 3. Takuma Sato; 4. Josef Newgarden; 5. Will Power; 6. Ed Carpenter; 7. Santino Ferrucci (R); 8. Ryan Hunter-Reay; 9. Tony Kanaan; 10. Conor Daly; 11. James Hinchcliffe; 12. James Davison; 13. Ed Jones; 14. Spencer Pigot; 15. Matheus Leist; 16. Pippa Mann; 17. Scott Dixon; 18. Helio Castroneves; 19. Sage Karam; 20. JR Hildebrand; 21. Jack Harvey; 22. Oriol Servia; 23. Marcus Ericsson; 24. Jordan King; 25. Charlie Kimball; 26. Marco Andretti; 27. Graham Rahal; 28. Felix Rosenqvist; 29. Zach Veach; 30. Sebastien Bourdais; 31. Kyle Kaiser; 32. Ben Hanley; 33. Colton Herta.
Generale Piloti / 1. Simon Pagenaud [249]; 2. Joseg Newgarden [249]; 3. Alexander Rossi [228]; 4. Scott Dixon [202]; 5. Takuma Sato [202]; 6. Will Power [183]; 7. Ryan Hunter-Reay [147]; 8. James Hinchcliffe [145]; 9. Spencer Pigot [132]; 10. Santino Ferrucci [128]; 11. Sebastien Bourdais [119]; 12. Graham Rahal [118]; 13. Ed Jones [118]; 14. Jack Harvey [118]; 15. Felix Rosenqvist [111]; 16. Tony Kanaan [110]; 17. Matheus Leist [108]; 18. Colton Herta [105]; 19. Marco Andretti [100]; 20. Marcus Ericsson [81]; 21. Zach Veach [78]; 22. Patricio O’Ward [67]; 23. Ed Carpenter [64]; 24. Max Chilton [59]; 25. Conor Daly [40]; 26. James Davison [36]; 27. Charlie Kimball [33]; 28. Helio Castroneves [33]; 29. Pippa Mann [28]; 30. Ben Hanley [26]; 31. Sage Karam [22]; 32. JR Hildebrand [20]; 33. Kyle Kaiser [18]; 34. Oriol Servia [16]; 35. Jordan King [12]; 36. Fernando Alonso [0].
Generale Costruttori / 1. Honda [566]; 2. Chevrolet [538].