É Josef Newgarden a vincere la Indy 500 2023, battendo in un finale thrilling il vincitore della passata edizione Marcus Ericsson. L’americano è stato autore di una clamorosa rimonta dalla 17a posizione per portarsi a casa la prima vittoria in carriera sul Brickyard, arrivata alla 107a edizione della storica corsa d’oltreoceano.
Quella vissuta quest’oggi a Indianapolis è stata una corsa a due facce: tanto tranquilla e lineare nella prima, quanto frastagliata e rocambolesca la seconda che ha visto ben 5 periodi di Caution e addirittura 3 bandiere rosse racchiuse nei 16 giri finali. Al termine delle 200 tornate, con un field notevolmente decimato a causa di quanto accaduto soprattutto nelle fasi conclusive, è stato Josef Newgarden a trionfare a bordo della sua Dallara Chevrolet #2 gestita dal Team Penske (che ottiene così la 19a vittoria nel “Catino dell’Indiana”). Partito addirittura 17° a causa di una sessione di qualifica infelice, il 32enne originario del Tennessee ha ottenuto una strepitosa vittoria che rappresenta il culmine di una furiosa rimonta messa in pratica nell’arco delle 500 miglia ed all’abilità (e fortuna) di rimanere lontano dai guai. Il due volte Campione IndyCar Series, dopo la vittoria ottenuta in Texas alla PPG 375, ottiene così il secondo trionfo (su due) su un circuito ovale nella stagione 2023 ma, soprattutto, la prima imposizione alla 500 miglia di Indianapolis che fino a questo momento gli era sfuggita. Nulla ha potuto Marcus Ericsson, vincitore dell’edizione 2022 (e della gara inaugurale della stagione 2023 a St. Pete) e autore quest’oggi di una grande corsa che ha portato la sua #8 del Team Ganassi in lotta per la vittoria sino agli ultimi metri; lo svedese ha mostrato ancora una volta la sua grande capacità di difesa, messa alle strette solamente nel momento cruciale – quello dell’ultimo, clamoroso, restart di un giro – quando un grande spunto di Newgarden nell’ultima (ed ennesima) ripartenza è risultato impossibile da contenere.
Chiude il podio un ottimo Santino Ferrucci, che ha avuto il merito di portare A.J. Foyt Enterprises nelle posizioni alte della classifica – sin dalle qualifiche – e rimanere in lotta per la vittoria finale fino all’ultimo respiro. Appena giù dal podio troviamo Alex Palou che, dopo essere scattato dalla pole position (ottenuta con 4 giri clamorosi) con la sua #10 del Team Ganassi è stato coinvolto in un incidente causato da Rinus VeeKay (poi penalizzato) nelle convulse fasi dei Pit-Stop; il catalano non si è perso però d’animo, e pur con una sosta in più è riuscito comunque ad agguantare punti preziosi per la sua cavalcata in Campionato.
La stagione IndyCar 2023, che aveva fino a qui visto 5 vincitori diversi nelle prime 5 gare (con le imposizioni di Ericsson, Kirkwood, McLaughlin, Palou oltre che dello stesso Newgarden), vede questa speciale statistica frantumarsi al termine di una gara che ha fatto vivere anche momenti di paura, con l’incidente tra Felix Rosenqvist e Kyle Kirkwood che ha destato preoccupazione in primis per i piloti (entrambi illesi) ma soprattutto per una ruota scaraventata in direzione delle tribune. Fortunatamente queste sono state solamente sfiorate dal pericoloso detrito, con la ruota che è atterrata precisamente sul cofano anteriore di una macchina parcheggiata in un attiguo piazzale: “È padrona di non credermi signora Compagnia Assicuratrice…”
Oltre al sopracitato crash, è da segnalare anche un finale di gara thrilling che ha visto Patricio O’Ward – uno dei contendenti al titolo e fino a questo momento secondo in classifica piloti – finire pesantemente a muro mentre era in lotta con Ericsson, seguito dai ritiri di Simon Pagenaud, Agustin Canapino, Christian Lundgaard, Benjamin Pedersen e Graham Rahal; prima di tali incidenti erano già avvenuti quelli del rookie Sting Ray Robb (il primo ad assaggiare le S.a.f.e.r. Barrier della Indy 500 2023) e di Romain Grosjean, che ottiene così il secondo ritiro su due nelle gare corse su ovali in questa stagione.
In una delle Indy 500 più rocambolesche di sempre, è splendida l’immagine di Newgarden che, rotta la maledizione, si lascia andare ai festeggiamenti scavalcando il muretto e fiondandosi tra il pubblico che assisteva alla corsa sulla tribuna principale del catino dell’Indiana prima di assaporare il tradizionale latte – intero – nella Victory Lane più prestigiosa dell’intero calendario.
Cronaca della Indy 500 2023
Il protocollo è quello tipico del “Greatest Spectacle in Racing“: macchine schierate sul rettilineo principale, banda delle Forze Armate ad accompagnare il canto di God Bless America e dell’inno americano, sfilata in formazione di quattro F-16 Viper della U.S. Air Force a rimarcare l’importanza del Memorial Day, le note di Back Home Again in Indiana a precedere la Command. “Il Capitano” Roger Penske pronuncia le fatidiche parole: “Drivers, start your engines!“. Siamo pronti, le vetture lasciano le proprie caselle per formare la tripla linea parallela lanciandosi nel primo dei 3 giri di formazione che anticipano lo start della Indy 500 2023.
Non inizia bene la giornata di Graham Rahal, che stalla rimanendo fermo con la sua #24; l’americano, che era rimasto inizialmente escluso dai 33 partecipanti alla Indy 500 2023 (buttato fuori proprio dal compagno Jack Harvey nel “Bump Day”), aveva colto l’opportunità di ripresentarsi sullo schieramento andando a sostituire l’infortunato Stefan Wilson (coinvolto in un pesante incidente con Katherine Legge nella prove libere di lunedì) sulla vettura di Dreyer & Reinbold Racing, che viene però riportata nei box. Riuscirà comunque a ripartire, seppur con due giri di ritardo dai leader.
Il gruppo è pronto, ci siamo. Parte la 500 miglia di Indianapolis 2023! Parte bene il poleman Alex Palou che tiene dietro VeeKay e Rosenqvist. Torna in pista Rahal, con un giro di ritardo. Al giro 3 c’è già il primo sorpasso per la leadership, con l’olandese VeeKay che attacca Alex Palou per andare a trainare il gruppo; nelle idee del catalano, però, non c’è quella di stare dietro e dunque riprende il comando della corsa alla quinta tornata. Primi 15 giri che vedono i due scambiarsi la posizione di testa della corsa per diverse volte, con un gruppo molto attendeista alle loro spalle; tutti sono impegnati nella gestione del proprio bioetanolo e delle speciali gomme per prendere le misure con passo e degrado in ottica di impostare la giusta strategia sul finale.
Giro 20/200, e Santino Ferrucci passa all’attacco; a bordo della sua Dallara Chevrolet gestita da A.J. Foyt Enterprises si sbarazza di Scott Dixon e si issa in 4a piazza. Il neozelandese sembra in difficoltà, scalando dalla 5a alla 12a posizione nel tempo di due tornate prima di fermarsi nei box a causa di evidenti vibrazioni sulla sua vettura #9. Il sei volte Campione IndyCar, rientrato al giro 27, è dunque il primo a fermarsi; viene copiato poco dopo da Romain Grosjean (ancora alla ricerca della prima vittoria in IndyCar), dal vincitore di 4 Indy 500 Helio Castroneves e il rookie Benjamin Pedersen.
Al 30° giro si ferma il leader della corsa Alex Palou, seguito dalla #11 di Ferrucci (che si trovava 4°). In testa torna dunque Rinus VeeKay, che riporta ai box la sua Dallara Chevy #21 due giri dopo Palou, che ricompare davanti al giovane talento olandese. Al giro 35 si esauriscono per tutti le soste al termine del primo stint, non senza un grande spavento per Katherine Legge (e commissari di pista) che perde il controllo della sua vettura in uscita dalla sua piazzola dei box evitando per un soffio danni a persone ma non alla sua #44, riportata in pit-road dopo un giro lento per ritirarla mestamente.
Primi 50 giri che trascorrono in regime di bandiere verde, e che delineano una Top-10 composta da Palou, VeeKay, Rosenqvist, Rossi, Ferrucci, O’Ward, Power, Ericsson, Newgarden e Sato.
Alla 60a tornata Grosjean apre il secondo periodo di Pit-Window seguito da Palou, Dixon e Ferrucci. Dopo 4 giri si fermano anche gli alfieri Arrow McLaren Rosenqvist e Rossi, dopo aver allungato lo stint di 4 tornate su Palou e 2 su VeeKay, con lo svedese che al giro successivo a quello di uscita mette le sue ruote davanti quelle di Pato O’Ward che però risponde prendendosi, grazie ad un’ottima strategia, la testa della corsa! Gli altri portacolori del team di Woking, ossia Alexander Rossi e Tony Kanaan, si trovano ora rispettivamente in 6a e 14a posizione. Proprio l’esperto brasiliano che – alla sua ultima apparizione della sua carriera proprio sullo storico Brickyard – dopo essere partito dalla 9a posizione naviga ora solamente in 14a piazza. Al giro 85 si ritira il rookie RC Enerson, che riporta la sua Dallara Chevrolet #50 nella corsia box a causa di problemi tecnici. Ma non è il solo a giungere al ritiro.
Al giro 92/200 è l’altro rookie Sting Ray Robb, dopo essere andato a toccare lo sporco all’esterno di Curva 1 mentre era in lotta con Rahal, a dover ritirarsi a causa di un gran colpo sull’anteriore destro della sua #51. Pilota okay, ma viene chiamata la prima Caution di giornata; Pace Car in pista, commissari al lavoro per ricoverare la vettura di Dale Coyne Racing w/RWR e piloti che approfittano di effettuare la propria terza sosta di gara. Ma attenzione! VeeKay perde il controllo della sua vettura in uscita box travolgendo la #10 di Alex Palou. I due piloti che erano scattati davanti a tutti e avevano comandato gran parte della gara sono ora a bordo di vetture danneggiate e addirittura con il portacolori del Team Ganassi Racing in fondo al gruppo (ma crucialmente ancora a pieni giri)! VeeKay riceve dunque un Drive Through, con la Direzione Gara che lo ritiene responsabile per quanto accaduto; lo sconterà più avanti nella gara.
Siamo al giro di boa della Indy 500. Quando il counter segna 101 giri la gara è pronta a ripartire con Callum Ilott davanti a Rosenqvist; ne approfitta subito lo svedese, ma O’Ward si invita alla festa e dalla 3a piazza si porta nel ruolo di leader della 500 miglia di Indianapolis 2023. Le lotte sono ovunque, con un incredibile four-wide in approccio a Curva 3 (con Daly, McLaughlin, Carpenter e Kirkwood a dare spettacolo) e sorpassi ovunque si posi lo sguardo. Ilott, alfiere Juncos Hollinger Racing e in IndyCar dal 2021, inizia a scendere in classifica venendo scavalcato anche da un Santino Ferrucci che nei banking dell’Indiana sembra davvero molto a suo agio. Gran rischio in ripartenza per Rossi che rischia di commettere lo stesso errore di Robb, essendo però abile nel rimanere pista ed evitare l’impatto sulle S.a.f.e.r. Barrier. Il poleman Palou, nel frattempo, comincia la sua difficile risalita portandosi nella 16a posizione di un field ancora a ranghi serrati dopo 10 giri dalla ripartenza.
Al giro 130/200 si ferma il leader Pato O’Ward, seguito, una tornata dopo, dal compagno Felix Rosenqvist (che torna in pista davanti al messicano compiendo un buon overcut). Disastro in casa Andretti Autosport, con Colton Herta che viene rilasciato con troppa foga dalla propria pit-crew centrando il rientrante (e compagno di squadra) Romain Grosjean, costretto a controllare pericolosamente la sua #28 in approccio della piazzola. Danni pochi, secondi persi tanti, Drive-Through uno (per Herta); situazione che complica la giornata per il francese, mai in gara in questa 500 miglia. Dopo la quarta tornata di soste ad emergere in testa è però il vincitore dell’edizione 2022 Marcus Ericsson, che ha allungato il proprio stint di ben 5 giri su O’Ward a bordo della sua Dallara Honda #8 del team Ganassi. A seguirlo, il primo alfiere del Team Penske: Josef Newgarden (che alla 500 miglia di Indianapolis non ha mai trionfato), dopo essere partito 17esimo, si trova ora nel gruppo di testa e in lizza per la vittoria finale. Mai in gara
50 giri al termine, ed ecco il secondo grande colpo di scena della Indy 500 2023. Romain Grosjean conclude la sua pessima giornata con un bel botto laterale in uscita da Curva 2; un’amara ciliegina sulla torta di una 500 miglia complicata per il team Andretti Autorsport, tenuta in piedi fino a questo momento da Kyle Kirkwood. Quinto Pit-Stop per O’Ward (ora 13° e primo di coloro che hanno effettuato una sosta aggiuntiva), mentre i Top-12 (capitanati da Marcus Ericsson, Newgarden e Rosenqvist) rimangono a 4.
Giro 150/200, ed è di nuovo ripartenza al cardiopalma. Si instaura una bella lotta tra Ericsson, Newgarden e Ferrucci che a 41 tornate al termine si prende la leadership a bordo della sua vettura #14 gestita da A.J. Foyt e spinta dal motore Chevy; ci sono 5 team diversi nelle prime 5 posizioni. The man on the move è Kyle Kirkwood, che si prende il temporaneo 3° gradino del podio scavalcando prima Rosenqvist (ora 6°) e poi Newgarden (5°). A 30 giri dalla bandiera a scacchi il leader Santino Ferrucci torna ai box per compere la sua 5a sosta di giornata, rimettendosi in gioco con O’Ward (che dovrà effettuare una sosta abbastanza tardiva). Sosta anche per Newgarden, Kirkwood, Rosenqvist ed Ericsson; nonostante una fermata problematica, Ferrucci torna curialmente in pista davanti a tale gruppetto (virtualmente in testa alla corsa in virtù della sosta in più).
Giro 180/200, e O’Ward compie uno Splash & Go che lo proietta in pista appena dietro ai due velocissimi svedesi Ericsson e Rosenqvist. La lotta è accesa, e il messicano di Arrow McLaren spreme la sua #5 per portarsi davanti a tutti per lo sprint finale!
Ma quello che accade a 16 giri dal termine è incredibile: Felix Rosenqvist perde il controllo della sua vettura in Curva 1, toccando il muro ed innescando un testacoda che Kyle Kirkwood non riesce ad evitare. La vettura #27 dell’americano viene spedita contro le barriere dove si capovolge in un violentissimo crash che spedisce addirittura una ruota oltre le catchfences. Incredibilmente questa sfiora solamente le tribune, finendo per atterrare su una macchina in sosta nell’adiacente parcheggio. Bandiera Rossa, gara interrotta, tutti ai box; piloti e spettatori stanno bene, ma per ripulire la pista e consentire la ripartenza in sicurezza è necessario prendere del tempo. Qualche minuto di interruzione e la tensione torna altissima. Vetture nuovamente in pista, con una classifica che ora vede O’Ward, Ericsson, Newgarden, Rossi, Ferrucci, Palou, Daly, Dixon, VeeKay e Herta a comporre la Top-10.
Giro 192/200 ed è Green Flag! Esplode una bagarre furiosa tra Ericsson, O’Ward e Newgarden, che salta entrambi con una ripartenza strepitosa; si arriva a Curva 3, in cui accade l’ennesimo colpo di scena della Indy 500 2023. O’Ward tenta di lanciarsi all’interno di Ericsson per riprendersi la seconda posizione, ma il suo tentativo finisce nel peggiore dei modi: lo svedese stringe, il messicano di Arrow McLaren pizzica il cordolo e, perdendo il controllo, finisce pesantemente a muro. Gli effetti del crash si ripercuotono anche nelle retrovie, con McLaughlin che tampona Simon Pagenaud; il francese finisce a muro, e coinvolto è anche il rookie Agustin Canapino che, ormai senza controllo della sua vettura di Juncos Hollinger Racing, centra in pieno (fortunatamente a – relativamente – bassa velocità) la vettura già incidentata di Patricio O’Ward. In tutto ciò, seconda bandiera rossa a 5 giri dal termine; si prospetta un finale thrilling con una Top-10 composta da Newgarden, Ericsson, Ferrucci, Rossi, Palou, Dixon, Daly, VeeKay, Herta e Sato.
Giro 196/200 ed è nuovamente Green Flag! Ma il regime di bandiera verde dura solamente pochi istanti: davanti partono bene, ma dietro si scatena il caos con Lundgaard, Carpenter e Marco Andretti che si toccano in piena accelerazione, e Rahal che tampona Pedersen. La Direzione Gara esita per qualche minuto, ma viene nuovamente esposta la Red Flag (la terza di giornata). Si attende ancora qualche minuto prima di ripartire; ci sarà solamente un giro da percorrere in regime di gara!
Giro 199/200, atto finale della Indy 500 2023. In virtù del sorpasso portato nel restart precedente, è Marcus Ericsson che parte davanti a tutti. Ma Josef Newgarden tira fuori gli artigli e affonda il colpo decisivo su Marcus Ericsson! In uscita di Curva 2 il bicampione IndyCar scavalca il vincitore della passata edizione per prendersi la leadership della 500 miglia di Indianapolis e tagliare per la prima volta da vincitore il traguardo sul Brickyard! Il trionfo di Newgarden è perfetto, arrivato dopo essere partito 17° ed essere stato protagonista di una gara lontana dai guai e giocata su 6 soste; lo svedese del Team Ganassi nulla può contro una difesa strenua dell’alfiere Penske negli ultimi metri della 500 miglia, per un arrivo in volata che vede Ericsson nella situazione inversa rispetto allo scorso anno. Chiude il podio un ottimo Santino Ferrucci, seguito da un Alex Palou autore di una rimonta strepitosa.
Si conclude così un’altra magnifica edizione della Indy 500. L’appuntamento è ora per il weekend del 3-4 giugno, quando le Dallara DW12 sfrecceranno a Detroit!