Dopo le FP1 anche le seconde prove libere sono state oggetto delle Red Bull. Le monoposto di Milton Keynes dimostrano una superiorità invidiabile sul giro secco. Più complessa l’analisi dei passi gara, che hanno offerto indicazioni contrastanti con lo scorrere del cronometro.
Daniel Ricciardo ha distrutto il precedente record ufficioso della pista. Il #3 ha chiuso il suo ultimo giro in simulazione qualifica con 1’11”841, impostato su gomme HyperSoft. L’australiano si è confrontato per tutta la sessione col compagno di squadra. All’inizio Verstappen gli aveva rifilato una scoppola con 4 decimi di vantaggio. E per questo il pilota dal largo sorriso ha limato il distacco fino a poter aggredire il giro più veloce.
Max Verstappen chiude invece con 1’12”035. Verstappen non ha risposto al tempo di Ricciardo, anche perché aveva appena iniziato la simulazione del passo gara. Molto più distanti gli altri concorrenti, con Sebastian Vettel che paga un distacco di 572 millesimi. L’alfiere della Ferrari ha infatti impostato un 1’12”413, sempre sulle gomme rosa. Il tedesco ritiene che la macchina scivolasse molto, ma s’è detto ottimista. La medaglia di legno va a Lewis Hamilton: il #44 si ferma a 1’12”536. Tutti hanno simulato la qualifica con le gomme HyperSoft.
Soltanto quinto Kimi Raikkonen (1’12”543). A inizio della sessione i suoi meccanici sono intervenuti sulle regolazioni dell’anteriore, per modificare l’altezza da terra. Dietro di lui Valtterri Bottas (1’12”642), il lavoratore più assiduo in Mercedes. Il finnico #77 ha lavorato anche con le gomme UltraSoft, mentre a Lewis Hamilton nel finale avevano montato anche le SuperSoft.
La McLaren ha dimostrato competitività nel primo settore. Peccato però che le macchine arancioni abbiano serie difficoltà nei successivi intertempi. Questo ha permesso alle Renault di ottenere tempi migliori. Perlomeno con Nico Hulkenberg, che firma un 1’13”047. Seguono i due portacolori di Woking, con Stoffel Vandoorne (8° con 1’13”077) davanti a Fernando Alonso (9° con 1’13”115). Il giovane belga è stato però avvantaggiato dal miglioramento della pista, in serrata evoluzione.
Carlos Sainz chiude la Top 10 (1’13”200), seguito da Brendon Hartley (1’13”222) e dalle Force India di Sergio Perez (1’13”370) ed Esteban Ocon (1’13”382). Quest’ultimo non sarà costretto a cambiare motore, nonostante gli eventi dello scorso Gran premio. La seconda Toro Rosso è 14° (Pierre Gasly firma 1’13”410). Grandi difficoltà per Lance Stroll, che ritiene la sua vettura inguidabile (l’ha ribadito in diversi team radio). Il canadese è 19°, contro Sirotkin, suo team-mate e 15°. Charles Leclerc porta la Sauber in 17^ posizione (1’13”575) mentre Ericsson è ultimo. Le Haas chiudono 16^ (Magnussen, 1’13”572) e 18^ (Grosjean, 1’13”763).
Sul piano dei passi gara abbiamo anticipato che la lettura è difficile. Inizialmente sembrava che la Ferrari avesse un ottimo passo gara: Vettel aveva impostato un crono di 1’15”076 su UltraSoft. Lo scarto a favore del Cavallino è stato però messo in discussione dai tempi nell’ordine di 1’14”9 infilati più e più volte dalle Red Bull. In particolare Verstappen è apparso più costante. Molto nervoso invece Lewis Hamilton, che ha protestato a gran voce per essere stato mandato in pista con le gomme SuperSoft. Le gomme rosse rendevano la macchina sottosterzante e instabile. È stato Bottas invece ad accumulare dati sulle UltraSoft.
Va detto che la Red Bull non ha potuto girare con le gomme UltraSoft, che invece sono state usate dalla Ferrari. Mario Isola, ai microfoni di Sky Sport, quantificava in un secondo di differenza lo scarto tra gomme rosa e gomme viola, a favore delle HyperSoft. La Ferrari ha girato sulle gomme viola, mentre la Red Bull ne aveva un solo treno e non l’ha voluto sporcare. Milton Keynes è stata molto brava a gestire le gomme rosa, ma Ricciardo ha fatto intendere di temere la Ferrari in gara, anche per la sua maggiore guidabilità.