E’ tutto nel segno di Lewis Hamilton il venerdì in quel di Interlagos. Il #44 infatti, dopo aver fatto la voce grossa già nelle FP1, si ripete anche nel corso della seconda sessione di prove libere del GP del Brasile, disputatesi senza la temuta pioggia che si pensava potesse arrivare a lambire l’Autodromo José Carlos Pace durante il pomeriggio e che ha visto ben 5 piloti racchiusi in 371 millesimi di secondo.
L’inglese, a bordo della sua W08 Hybrid, ha fermato il cronometro sull’1’09″515, staccando di soli 48 millesimi Valtteri Bottas, che sembra confermarsi in crescita dopo una seconda parte di stagione decisamente sottotono. 3°, in 1’09″743, è Daniel Ricciardo: l’australiano, che dovrà scontare 10 posizioni di penalità in griglia per aver sostituito l’ottava MGU-H della stagione, con questo crono è riuscito a tenersi dietro sia Vettel che Verstappen, distanti dalla vetta oltre 3 decimi e mezzo e separati tra di loro solamente da 11 millesimi. Scivola invece in 6^ piazza Kimi Raikkonen, che addirittura non abbatte il muro dell’1’10” – facendo registrare un best lap in 1’10″117 – e che si ritrova per meno di due decimi davanti ad Ocon, dimostratosi veloce anche durante le FP2.
Continua poi la buona prestazione di Massa, che chiude sì la seconda sessione cedendo una posizione alla VJM10 del giovane francese, ma che comunque si tiene stretta la Top Ten grazie al suo 1’10″373 che gli vale l’8^ posizione davanti ad Hulkenberg – in risalita dopo le FP1 – ed Alonso, che in 1’10″655 chiude anche questa volta la zona punti virtuale. Appena fuori dai primi 10 troviamo poi l’altra Renault, quella di Sainz, finito davanti al rientrante Perez, che aveva ceduto il volante della sua auto a George Russell durante le FP1, ed a Vandoorne, 13° con il suo 1’10″902. Scivola leggermente indietro rispetto alla prima sessione Lance Stroll, costretto ad accontentarsi della 14^ posizione davanti ad un Grosjean molto falloso nella guida ed al duo Toro Rosso, che almeno stavolta è riuscito ad inanellare qualche giro: Gasly ne ha completati infatti 43, anche se le 25 posizioni di penalità comminategli (10 per la sostituzione dell’MGU-H e 15 per quella della turbina) non gli consentono di sorridere troppo, mentre Hartley ne ha percorsi addirittura 54, nella speranza di non dover pagare troppo a caro prezzo le 10 posizioni di penalità che sono piombate addosso anche a lui per via della sostituzione dell’MGU-H. 18° è poi Wehrlein, risalito sulla C36 dopo aver ceduto il suo sedile a Charles Leclerc e che con il suo 1’11″857 rifila poco più di un decimo ad Ericsson, mentre fanalino di coda in 1’12″417 – ma non avendo avuto la possibilità di montare le SuperSoft con cui gli altri piloti hanno messo a segno i propri tempi migliori – è Antonio Giovinazzi, che nel corso delle FP2 ha preso il posto di Magnussen al volante della VF-17.
Per quanto riguarda il passo gara, il bello ed il cattivo tempo lo fa ancora Lewis Hamilton. L’inglese è infatti stato l’unico ad inanellare diversi passaggi consecutivi sul piede dell’1’12”, mentre Bottas, le due Ferrari e le due RedBull sono apparse più attardate. Al netto dei carichi di benzina, il #44 è stato l’unico pilota a tenere quel ritmo per più di un giro mentre gli altri, partendo da Bottas e finendo con Raikkonen, hanno replicato quei tempi solamente nel loro passaggio d’uscita. Un qualcosa che invece, a tutti gli altri, non è riuscito neppure in quell’occasione, visto il ritmo sul piede dell’1’13″alto – 1’14” basso.
Ecco la classifica completa al termine delle FP2: