Non è trascorsa neppure una settimana dal GP della Stiria, ma la F1 è già pronta a scendere nuovamente in pista. Teatro del 3° appuntamento stagionale di questo 2020 del Circus iniziato con incolpevole e forzato ritardo sarà il rovente asfalto dell’Hungaroring, l’impianto costruito a pochi km di distanza da Budapest.
Quello ungherese è un tracciato che potremmo definire “vecchia scuola”, sia perché nel corso della sua storia non ha subito enormi stravolgimenti a livello di layout sia perché, nell’era delle enormi via di fuga in asfalto, l’Hungaroring è una di quelle piste che lascia poco margine d’errore ai piloti. Composto da 14 curve – delle quali 8 a destra e 6 a sinistra -, è un tracciato tortuoso lungo 4,381 km e sul cui asfalto, al termine dei 70 passaggi previsti, ciascuna monoposto avrà percorso 306,630 km. Il 57% del tempo sul giro lo si trascorre con il pedale dell’acceleratore completamente pigiato, con un consumo medio registrato nel 2019 di 1,57 kg/giro e con Brembo che fa rientrare l’Hungaroring tra i circuiti mediamente impegnativi per i propri impianti frenanti.
I piloti ricorrono ai freni mediamente per 17″8 al giro, vale a dire il 23% del tempo complessivo di gara, mentre il valore medio di decelerazione è pari a 3,1 G. Nel corso del GP ogni monoposto dissiperà 239 kWh – la quantità di energia che servirebbe al Comune di Budapest per tenere accesa per circa 10′ tutta l’illuminazione pubblica della città – mentre dal punto di vista del carico esercitato sul pedale del freno si raggiungeranno le 56 tonnellate – l’equivalente di circa 90 mucche grigie ungheresi – per ciascun pilota. Tre sono le frenate particolarmente impegnative dell’Hungaroring: la prima è Curva 1, in cui le monoposto scalano da 346 a 109 km/h percorrendo 137 m in 2″58 e subendo una decelerazione di 5,5 G; la seconda è Curva 2, dove si passa da 309 a 132 km/h coprendo 133 m in 2″48 e registrando 4,7 G di decelerazione; la terza, infine, è Curva 12, nella quale si frena da 297 a 124 km/h percorrendo 104 m in 1″98 e subendo 4,6 G di decelerazione massima. Piuttosto stressata è la trasmissione, con 59 cambi marcia mediamente registrati nel corso dell’edizione 2018, mentre la più elevata forza G in curva i piloti la subiranno nella percorrenza di Curva 3, dove si registrano 4,6 G per 0″7.
Come accaduto nel 2019 solamente due saranno le zone DRS, una posizionata sul rettifilo di partenza / arrivo ed una situata piazzata invece sull’allungo che da Curva 1 porta a Curva 2. Unico sarà invece il Detection Point, per entrambe sito poco prima dell’ingresso dell’ultima curva. La conformazione del circuito magiaro tuttavia non favorisce troppo i sorpassi, che nel corso dell’edizione 2019 sono stati 31, e non esalta neppure la velocità di punta delle monoposto, che non dovrebbero oltrepassare di troppo la soglia dei 340 km/h. Piuttosto bassa (22%) è poi la possibilità di veder scendere in pista la Safety Car, mentre con una pit lane lunga 375 m per compiere un pit stop ideale sono necessari 21″291. Per 15 volte nel corso della sua storia, infine, il GP d’Ungheria ha visto trionfare il pilota che scattava dalla Pole.
Risale poi alla scorsa edizione il giro più veloce in gara: Max Verstappen, a bordo della sua Red Bull RB15, nel 2019 è riuscito a fermare il cronometro sull’1’17″103. Nonostante questo ottimo giro, tuttavia, l’olandese è stato costretto a cedere il passo a Lewis Hamilton nel GP dell’anno passato: è stato infatti il #44 a centrare il successo all’Hungaroring nel 2019, precedendo sul traguardo proprio il #33 e la Ferrari di Sebastian Vettel.
In occasione del GP d’Ungheria la Pirelli ha messo a disposizione di team e piloti le stesse mescole utilizzate nelle due gare austriache, vale a dire Hard C2, Medium C3 e Soft C4. Fatta esclusione per le abituali elevatissime temperature di aria ed asfalto, capaci di aumentare il degrado termico delle gomme, il circuito magiaro non è particolarmente stressante per i pneumatici ed anzi presenta bassi livelli di usura. “Per la prima volta, il Gran Premio d’Ungheria è la terza gara della stagione. Le tre mescole nominate e le allocazioni di set sono gli stessi delle prime due gare, con i piloti che conoscono bene questo tracciato” – ha dichiarato Mario Isola – “Nel 2019, Max Verstappen ha ottenuto il nuovo record della pista, imbattuto dal 2004: sarà quindi molto interessante vedere come le monoposto 2020 affronteranno questo weekend, a parità di mescole e di gamma. Hungaroring è un circuito molto impegnativo per monoposto e piloti, dove è essenziale una gestione ottimale delle temperature e che in passato ci ha riservato alcune sorprese. Sarà interessante capire se il fatto che l’Ungheria sia solo la terza gara dell’anno possa influire sugli equilibri in pista, con alcuni Team che porteranno proprio questo weekend degli sviluppi sulle monoposto”.
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Anche in Ungheria saranno ovviamente disponibili Intermedie e FullWet, che potrebbero dover essere utilizzate nella giornata di venerdì. Il meteo parrebbe essere più clemente al sabato e alla domenica, anche se nel giorno della gara vengono previste delle precipitazioni in mattinata con conseguente abbassamento delle temperature.
Il GP d’Ungheria sarà ancora una volta una diretta esclusiva di SkySport F1 (canale 207), mentre TV8 trasmetterà qualifiche e gara in differita. Ecco tutti gli orari del fine settimana, mentre quelli di F2 e F3 li trovate qui.
Venerdì 17 luglio
- 11:00 – 12:30 -> FP1 | diretta Sky
- 15:00 – 16:30 -> FP2 | diretta Sky
Sabato 18 luglio
- 12:00 – 13:00 -> FP3 | diretta Sky
- 15:00 -> Qualifiche | diretta Sky / differita su TV8 a partire dalle 18:00
Domenica 19 luglio
- 15:10 -> GP Ungheria | diretta Sky / differita su TV8 a partire dalle 18:00