Che il GP d’Ungheria potesse rivelarsi uno dei più difficili per la Scuderia Ferrari, in questo 2019, lo avevamo previsto un po’ tutti. Le caratteristiche congenite della SF90 infatti, sin da inizio stagione accusata di non avere un carico aerodinamico che le potesse permettere di competere contro Mercedes prima e Red Bull ora, mal si adattavano al toboga dell’Hungaroring, notoriamente uno degli appuntamenti più tortuosi dell’intero calendario della Formula 1.
Tra il faticare un po’ più dei diretti avversari ed il prendere oltre 1′ di ritardo dal leader della corsa, tuttavia, ci passa parecchio, ed è quindi ben più che comprensibile che i musi del team di Maranello fossero molto lunghi nell’immediato post gara ungherese. Sebastian Vettel ha sì chiuso il GP sul podio, ma gli oltre 61″ (sessantuno) secondi di ritardo che il #5 ha accumulato nei confronti del leader della corsa Lewis Hamilton sono tanti, troppi per permettere alla Scuderia Ferrari di godersi fino in fondo questo agosto di pausa che ci condurrà alla ripresa delle ostilità sportive in quel di Spa.
“Nel corso della sosta estiva sicuramente penseremo a come migliorare la nostra macchina“ – ha esordito infatti Mattia Binotto nelle interviste post gara – “Abbiamo bisogno di tirare un po’ il fiato, sono stati fatti parecchi sforzi nel corso dell’inverno e fino a questo momento della stagione. In queste settimane analizzeremo tutti i dati raccolti e inizieremo a preparare le prossime due gare, quelle che sulla carta ci sono più favorevoli di quanto non lo fosse l’Ungheria“. Binotto fa infatti riferimento ai prossimi appuntamenti di Spa e Monza, caratterizzati dalla presenza di lunghi rettilinei in cui la potenza della Power Unit Ferrari e la resistenza all’avanzamento più bassa della SF90 potranno giocare un ruolo importante nel far ricoprire alle monoposto di Maranello un ruolo da protagoniste.
“Sì, nelle prossime due gare dovremmo essere più forti“ – ha proseguito infatti il team principal del Cavallino Rampante – “Non dobbiamo sottovalutare i nostri avversari, ma il peso specifico dei rettilinei nelle prossime due piste cambierà i valori in campo. Abbiamo visto finora come i rapporti di forza cambino di pista in pista: noi qui sapevamo che avremmo sofferto perché ci manca carico aerodinamico, ed il minuto di distacco è figlio di questa caratteristica della nostra macchina che mal si adatta a una pista come l’Hungaroring. Sul giro secco puoi sopperire ad una simile mancanza perché ti affidi magari alla gomma, ma sulla lunga distanza è più complesso ed alla fine questa carenza si fa notare in maniera evidente”.
Anche perché, sottolinea Binotto, la SF90 vista in Ungheria è parente strettissima di quella che la scorsa settimana sull’asciutto di Hockenheim pareva aver improvvisamente trovato la quadratura del cerchio prima delle disastrose qualifiche, e dunque secondo il direttore tecnico del Cavallino Rampante è il connubio pista-monoposto a fare da ago della bilancia in questa parte della stagione. “Le forze in campo possono cambiare: noi sette giorni fa con una macchina sostanzialmente identica a quella vista in Ungheria eravamo i più veloci, e come noi oggi abbiamo i nostri motivi per chiudere il GP accusando un distacco simile state pur certi che i nostri avversari li avevano la scorsa settimana. Certamente non si possono del tutto ribaltare i valori in campo, ma gli equilibri sono destinati a cambiare di pista in pista“, ha concluso infatti il team principal della Ferrari.