Si è conclusa anche la seconda sessione di prove libere, in quel del Circuit of The Americas. Al termine di un’ora e mezza in cui team e piloti hanno lavorato con più convinzione tanto sulla simulazione di qualifica quanto sulla simulazione del passo gara, davanti a tutti si è piazzato Lewis Hamilton.
Il #44, che nel corso delle FP1 non aveva prestato troppa attenzione al suo tentativo di giro veloce effettuato con gomme Soft, ha rotto gli indugi ed ha fermato il cronometro su un 1’33″232 che, a parità di mescola utilizzata, stacca di 301 millesimi la Ferrari SF90 di Charles Leclerc, anche lui risalito in classifica dopo una prima sessione in cui il suo miglior giro era stato cancellato per via dei track limits. A chiudere il podio virtuale provvede poi Max Verstappen che, distanziato di appena 14 millesimi dal crono del #16, riesce a propria volta a rifilare oltre 3 decimi a Sebastian Vettel, 4° con un 1’33″890 che lo porta ad accusare 658 millesimi di ritardo dal tempo del #44. 5° ad 8 decimi dalla vetta è invece Valtteri Bottas, che con la seconda delle W10 precede per poco meno di 4 decimi la Red Bull RB15 di Alexander Albon: il #23, che ha chiuso le FP2 in 1’34″434, deve guardarsi le spalle dalla Toro Rosso di Pierre Gasly, ottimo 7° e staccato di appena 75 millesimi da quella che fino a metà stagione è stata la sua monoposto.
8^ piazza poi per Carlos Sainz grazie al suo 1’34″667, mentre sono da sottolineare le buone prestazioni di Lance Stroll ed Antonio Giovinazzi: il giovane canadese conquista infatti una positiva 9^ posizione in 1’34″744, mentre il #99 – nonostante un testacoda senza conseguenze – riesce a fermare il cronometro sull’1’34″839 infilandosi così in una top ten virtuale che può far ben sperare in vista della giornata di domani.
Appena fuori dai primi dieci troviamo la Renault di Daniel Ricciardo (che paga oltre 1″6 di ritardo dalla vetta), ed alle spalle del #3 si mette invece Daniil Kvyat: il #26, autore anche in queste FP2 di un innocuo testacoda, con il suo 1’34″975 è riuscito a precedere sia Nico Hulkenberg che Lando Norris, con il #4 che in questo venerdì non sembra ancora essere riuscito a trovare il giusto feeling con l’asfalto clamorosamente sconnesso del circuito di Austin. Solamente 15° è Sergio Perez, che così come Kimi Raikkonen (16°) chiude le FP2 piuttosto attardato rispetto al proprio compagno di team, mentre torna ad essere notte fonda in Casa Haas: Kevin Magnussen non riesce infatti ad andare oltre una ben poco esaltante 17^ posizione, e Romain Grosjean è invece costretto ad abbandonare anzitempo la sessione per via di un testacoda – con annesso contatto contro le barriere – che danneggia irrimediabilmente la sua VF-19. Fanalini di coda restano ovviamente le due Williams, con George Russell (tornato al volante della sua FW42 dopo aver ceduto il sedile a Nicholas Latifi durante le FP1) a precedere Robert Kubica.
Le FP2 hanno poi saputo fornire maggiori indicazioni anche per quel che riguarda il passo gara. Ad impressionare è stato sicuramente Lewis Hamilton, risultato il più veloce in pista tanto con mescola Soft che con mescola Medium, mentre le Ferrari sono apparse leggermente più rapide di Max Verstappen con indosso le Medium ma un filino più lente dello stesso #33 nel momento in cui ad essere utilizzate erano le gomme Soft. Anche Valtteri Bottas è apparso piuttosto veloce a conferma dell’efficacia delle Mercedes nei long run, mentre poco indicativi sono stati i riscontri avuti da Sebastian Vettel nel suo stint con gomma Hard: il #5 è infatti incappato in un testacoda pochi minuti dopo l’inizio del run, e dunque i pneumatici spiattellati non saranno sicuramente stati in grado di dare dei riferimenti cronometrici veritieri. Più attardato rispetto ai 5 sopracitati piloti è Alexander Albon, mentre si conferma in ottima forma Pierre Gasly, molto efficace anche sul passo gara ed in grado di precedere sia Sainz che Stroll.
Ecco la classifica completa al termine delle FP2: