Au revoir, cara Europa. Il Circus della Formula 1, giunto ormai al suo 15° appuntamento stagionale di questo 2019, dopo gli appuntamenti ravvicinati di Belgio ed Italia ha impacchettato i propri bagagli ed ha dato l’arrivederci al Vecchio Continente per iniziare il rush di trasferte intercontinentali che condurranno all’epilogo di Yas Marina.
A far da scenario alla ripresa delle ostilità sportive tra Lewis Hamilton ed i suoi 19 inseguitori sarà la splendida e pittoresca cornice della città di Singapore, che sull’asfalto delle proprie strade ospita i cordoli ed i muretti dell’omonimo Singapore Street Circuit. Il tracciato asiatico, lungo 5,063 km, è composto da ben 23 curve (delle quali 14 sono verso destra e 9 verso sinistra, dato il senso di marcia antiorario), ed al termine dei 61 giri previsti per questo GP i piloti avranno complessivamente percorso 308,706 km. Si viaggerà con il pedale dell’acceleratore completamente pigiato per il 52% del tempo sul giro – con un consumo medio registrato pari a 1,80 kg/giro – e, date le elevate temperature e l’assenza di lunghi rettifili in cui farli raffreddare, fondamentale sarà l’efficienza dell’impianto frenante.
Brembo classifica il Singapore Street Circuit come uno dei tracciati maggiormente impegnativi per i propri impianti, affibbiandogli un valore di 5 su una scala che da 1 arriva, per l’appunto, a 5. A rendere la vita dei freni complicata non è tanto il valore di decelerazione media (che si attesta infatti sui 3,4 G), quanto il tempo che i piloti trascorrono aggrappati a pinze e dischi: si parla infatti di ben 24″ in ciascun giro, vale a dire il 25% del tempo complessivo di gara. Dall’inizio alla fine del GP ciascun pilota eserciterà sul pedale del freno un carico complessivo di oltre 70 tonnellate – un valore che si traduce in una media di 630 kg di carico al minuto -, con l’energia dissipata da ogni monoposto che toccherà invece i 275 kWh. Tre sono le staccate più impegnative del toboga di Marina Bay: la più dura in assoluto è la curva Memorial (Curva 7), nella quale le monoposto passano da 330 a 128 km/h in 2″06, percorrendo 118 m e subendo una decelerazione pari a 5,4 G, ma difficoltose sono anche la curva Sheares (Curva 1), in cui si frena da 326 a 154 km/h in 1″7 percorrendo 105 m e subendo 5,2 G di decelerazione, e la Curva 14, in cui si passa invece da 299 a 93 km/h in 107 m registrando un picco di decelerazione pari a 4,9 G. Parecchio stressata è anche la trasmissione (si registrano infatti in media 76 cambi marcia durante ciascun giro), mentre la forza G più elevata in percorrenza i piloti la subiranno nella Curva 22, dove si toccheranno i 4,2 G.
L’edizione 2019 del GP di Singapore segnerà l’esordio della terza area d’attivazione dell’ala mobile, pensata per far sì che quest’anno si possa assistere a qualche sorpasso in più rispetto ai 5 che hanno caratterizzato la corsa della passata stagione. Ciascuna delle tre zone DRS avrà il proprio Detection Point: la prima sarà posizionata sul rettilineo che da Curva 5 porta a Curva 7 (con il DP piazzato all’altezza di Curva 4), la seconda verrà introdotta sull’allungo che da Curva 13 conduce a Curva 14 (con il Detection Point infilato tra Curva 12 e Curva 13) e la terza troverà invece posto sul rettifilo di partenza/arrivo, con il DP messo all’uscita di Curva 21. Nonostante questa tripla zona d’utilizzo dell’ala mobile, a causa dei rettilinei non eccessivamente lunghi e per via dei pacchetti ad elevato carico aerodinamico utilizzati in questo GP, si prevede che le velocità massime raggiunte saranno nell’ordine dei 330 km/h.
Per 8 volte nel corso della storia della corsa a trionfare è stato il pilota che aveva conquistato la Pole Position, mentre si attesta addirittura al 100% la possibilità di veder entrare in pista la Safety Car. Con una Pit Lane lunga oltre 407 m si prevede che per effettuare un pit stop ottimale siano necessari circa 28″5, mentre il giro più veloce appartiene a Kevin Magnussen, che nel corso dell’edizione 2018 ha fermato il cronometro sull’1’41″905. Lo scorso anno a trionfare è stato Lewis Hamilton, che sul traguardo ha preceduto Max Verstappen e Sebastian Vettel.
In occasione del GP di Singapore Pirelli rispolvererà le mescole più morbide della propria gamma. A disposizione di team e piloti sono state infatti messe le Hard C3, le Medium C4 e le Soft C5: un qualcosa che non si vedeva addirittura dal GP del Canada.“È difficile pensare a due tracciati così diversi come Monza e Singapore” – dice Mario Isola – “A Marina Bay i team dovranno ripartire da zero rispetto alla gara in Italia, anche se il tracciato è ben noto e ci sono molti dati rappresentativi dalle scorse edizioni. Qui è piuttosto difficile sorpassare, perciò le squadre cercheranno di sfruttare al meglio le strategie per guadagnare posizioni. Negli ultimi anni è sempre entrata la safety car, un fattore da considerare e che sicuramente influisce sulla complessità della gara. Sarà un fine settimana molto interessante, visto che ci sono alcune differenze nella scelta dei set da parte dei team che potrebbe portare a un’ampia varietà di strategie. Vedremo se qualcuno proverà a qualificarsi sui pneumatici medium anziché su soft, per garantirsi una maggiore flessibilità nella tattica di gara”. Pirelli, ovviamente, porterà a Singapore anche Intermedie e FullWet che però, stando alle previsioni meteo attuali, dovrebbero poter riposare tranquillamente nelle loro termocoperte: non è infatti prevista pioggia durante il weekend, con temperature che dovrebbero essere nell’ordine dei 33°.
Il GP di Singapore tornerà, dopo la parentesi di Monza, ad essere trasmesso in diretta esclusiva su SkySport F1 (canale 207), mentre TV8 come al solito proporrà in differita qualifiche e gara. Ecco tutti gli orari del weekend.
Venerdì 20 settembre
- 10:30 – 12:00 > FP1 | diretta Sky
- 14:30 – 16.00 > FP2 | diretta Sky
Sabato 21 settembre
- 12:00 – 13.00 > FP3 | diretta Sky
- 15:00 > Qualifiche | diretta Sky / differita su TV8 dalle 18:00
Domenica 22 settembre
- 14:10 > GP di Singapore | diretta Sky / differita su TV8 dalle 18:00