A meno di una settimana di distanza dal trionfo di Sebastian Vettel sotto le luci artificiali del circuito di Marina Bay il Circus della F1 scende di nuovo in pista. Teatro del 16° appuntamento di un Mondiale che vede il #44 leader apparentemente incontrastato della classifica piloti sarà il tracciato di Sochi, in Russia.
Il circuito, costruito attorno alle strutture che hanno ospitato alcune discipline delle Olimpiadi invernali 2014, è come sempre più spesso accade disegnato dallo studio di progettazione che fa capo ad Hermann Tilke, ed è parte integrante del calendario della Formula 1 a partire proprio dal 2014. Un giro di pista a Sochi è lungo 5,848 km, ed al termine dei 53 giri previsti i piloti avranno percorso una distanza complessiva di 309,745 km. Sono 18 le curve del tracciato russo, delle quali 12 a destra e 6 a sinistra, con un layout che presenta lunghi rettilinei e curvoni veloci nella prima parte del circuito e lente e secche svolte ad angolo retto nella seconda sezione della pista. Per il 66% del tempo sul giro i piloti sono con l’acceleratore completamente schiacciato: un dato piuttosto elevato, che ha portato nel 2018 ad avere un consumo di carburante medio pari ad 2,07 kg/giro.
Visti i lunghissimi rettilinei, che costringono a brusche decelerazioni, il tracciato di Sochi è piuttosto probante anche per l’impianto frenante: Brembo classifica infatti come Hard questo circuito, che su una scala da 1 a 5 gli assegna un indice di difficoltà pari a 4. Durante ciascun giro i piloti trascorrono 15″ con il pedale del freno completamente pigiato (l’equivalente del 16% del tempo di gara): la decelerazione media registrata a Sochi si attesta sui 4,1 G, mentre l’energia dissipata da ciascuna monoposto è pari a 179 kWh ed il carico complessivo esercitato dai vari piloti sul pedale del freno è superiore alle 530 tonnellate. Tre sono le frenate più impegnative del tracciato russo: la peggiore in assoluto, per gli impianti Brembo, è quella di Curva 2, nella quale le monoposto decelerano da 333 km/h a 131 km/h, percorrendo 107 m in 1″82 e con i piloti che subiscono una decelerazione di 6,1 G. Difficili sono però anche quelle di Curva 13 e di Curva 5: nella prima si passa da 333 km/h a 112 km/h registrando una decelerazione pari a 5,4 G, mentre nella seconda si scala da 288 km/h a 153 km/h toccando un picco di 4,8 G per quel che riguarda la massima decelerazione. Piuttosto sollecitata è poi la trasmissione, con oltre 70 cambi marcia registrati in media durante ciascun giro dell’edizione 2018, mentre la forza G più alta i piloti la subiscono in percorrenza di Curva 3, quando per 4″3 sono sottoposti a 3,6 G.
Due sono le zone DRS presenti su questa pista. La prima è posta sul lunghissimo rettilineo che porta da Curva 1 a Curva 2, con il Detection Point situato sul rettilineo di partenza / arrivo poco prima dell’ingresso di Curva 1. La seconda zona di utilizzo dell’ala mobile, invece, è quella che va dall’uscita di Curva 1o fino a Curva 13, con il Detection Point piazzato in ingresso di Curva 1o. La doppia zona di utilizzo dell’ala mobile dovrebbe consentire di raggiungere velocità di punta nell’ordine dei 335 km/h, e dovrebbe permettere al Circus di mandare in scena almeno lo stesso numero di sorpassi visti nell’edizione dello scorso anno (38).
Il record della pista appartiene a Valtteri Bottas. Il finlandese della Mercedes nel GP del 2018 ha infatti fermato il cronometro sull’1’35″861, ma nonostante ciò non è riuscito a tagliare per primo il traguardo. A trionfare lo scorso anno è stato infatti Lewis Hamilton, transitato al di sotto della bandiera a scacchi davanti proprio al #77 ed alla Ferrari di Sebastian Vettel. Per due volte nella storia del GP di Russia a vincere è stato chi partiva dalla pole position, mentre piuttosto alta (60%) è la possibilità di veder scendere in pista la Safety Car. Con una pit lane lunga 416 m, infine, si prevede che il tempo ottimale per effettuare una sosta sia pari a 29″266.
Pirelli, rispetto a quanto visto a Marina Bay, ha deciso di mettere a disposizione di team e piloti mescole di un solo step più dure. In Russia potranno dunque essere utilizzate – oltre alle sempre presenti Intermedie e FullWet – le Hard C2, le Medium C3 e le Soft C4. “Dopo il ritorno del Gran Premio in autunno, avvenuto lo scorso anno, sarà molto interessare vedere se ci saranno cambiamenti rispetto alla passata edizione” – ha detto Mario Isola – “A Sochi portiamo C2, C3 e C4, le tre mescole a metà della gamma: una selezione più dura di uno step rispetto al 2018, che dovrebbe dunque adattarsi molto bene ad un’ampia varietà di condizioni. Questo circuito enfatizza soprattutto i carichi longitudinali, anziché quelli laterali, con un’ampia evoluzione del tracciato durante tutto il fine settimana. Una delle chiavi per ottenere un ottimo risultato è trovare il set-up e la strategia migliori per affrontare al meglio le diverse condizioni di gara”. Condizioni che, oltretutto, potrebbero essere mutevoli anche per via delle condizioni meteorologiche, ancora non del tutto chiare alla vigilia del weekend. Stando alle ultime news, a rischiare di andare in scena su di un asfalto bagnato sono le FP3, le qualifiche e – soprattutto – la gara, con il sole che dovrebbe invece fare capolino a Sochi solamente nella giornata di venerdì.
Il GP di Sochi sarà una diretta esclusiva di SkySport F1 (canale 207), mentre TV8 proporrà come sempre in differita qualifiche e gara. Ecco tutti gli orari del weekend di F1, mentre quelli di Formula 2 e GP3 li trovate qui.
Venerdì 27 settembre
- 10:00 – 11:30 -> FP1 | diretta su Sky
- 14:00 – 15:30 -> FP2 | diretta su Sky
Sabato 28 settembre
- 11:00 – 12:00 -> FP3 | diretta su Sky
- 14:00 – 15:00 -> Qualifiche | diretta su Sky / differita su TV8 a partire dalle 18:00
Domenica 29 settembre
- 13:10 -> GP di Russia | diretta su Sky / differita su TV8 a partire dalle 18:00