“Non è ovviamente un elemento che mi discolpa dal mio errore, ma credo che in F1 un asfalto come quello non debba esserci”. Non ha usato troppi giri di parole Charles Leclerc quando, nelle interviste rese a caldo nell’immediato post gara di Hockenheim, gli è stato chiesto di commentare l’incidente che lo ha visto protagonista nel corso del 29° passaggio.
Il #16, in quel momento tornato ampiamente in lizza per la vittoria dopo la partenza dalla 10^ casella dello schieramento, era alle prese con delle scivolose gomme slick quando, a seguito di un’incertezza in ingresso della penultima curva, la sua SF90 è finita sull’asfalto della via di fuga delle ultime due curve. Una volta finito lì dove hanno inizio le drag race che ogni tanto si svolgono all’interno dell’impianto tedesco, il monegasco non ha potuto più fare nulla: si è trasformato in passeggero impotente di una monoposto partita per la tangente verso le barriere, impossibilitato a fare qualsiasi correzione che potesse rendere evitabile l’impatto.
“Era come essere sul ghiaccio”, ha sostenuto un Leclerc che ha comunque a più riprese sottolineato come la responsabilità dell’incidente sia totalmente sua e non della via di fuga, ed a quanto pare il #16 non è stato l’unico ad aver avuto questa impressione. Tra le vittime illustri sportivamente mietute dal binomio Curva 16-Curva 17, infatti, figurano anche Nico Hulkenberg e Lewis Hamilton, le cui dichiarazioni sembrano la copia carbone di quelle rilasciate da Leclerc. “L’ultima curva era davvero difficile da affrontare perché era molto umida” – ha detto infatti il #27 commentando il suo incidente – “Ho perso per un attimo il retrotreno, ho iniziato ad intraversarmi e quindi ho aperto leggermente lo sterzo per finire sull’asfalto nero: a quel punto sembrava però di essere sul ghiaccio, e non ho potuto più fare nulla per fermare la macchina“. “In quel momento del GP abbiamo corso un rischio decidendo di montare le slick” – ha fatto eco il #44 – “Sono finito largo in Curva 16, ed era come se ci fosse del ghiaccio lì fuori. A quel punto non sono riuscito ad evitare il contatto con il muro che ha danneggiato la mia ala”.
La FIA, di fronte a simili rimostranze, non si è mostrata sorda. Il Direttore di Gara Michael Masi, infatti, è andato personalmente a controllare quale fosse l’effettivo grip offerto dalla via di fuga in asfalto posta all’esterno delle ultime curve, ed ha decretato che non ci sia nulla di sbagliato – o nulla da cambiare, se preferite – in quel punto del tracciato. “La ‘Drag Strip’ sembra a posto” – ha infatti dichiarato una volta interrogato sull’argomento – “L’abbiamo controllata all’inizio del weekend, e lo abbiamo fatto di nuovo dopo la fine del GP, quando c’era acqua in superficie: sembra a posto. Credo semplicemente che sia una di quelle vie di fuga verniciate in cui, se si versa un po’ d’acqua sulla parte verniciata ed anche assicurandosi che sia una vernice anti-scivolo, il grip rimarrà comunque minore rispetto all’asfalto non verniciato“.
Della stessa opinione di Masi, tuttavia, non sembra essere neppure Lando Norris, uno dei piloti che il pressoché inesistente grip offerto dall’ormai famigerata via di fuga lo ha testato direttamente sulla propria pelle ma lontano dalle telecamere della diretta TV. Il #4, infatti, nel post gara ha raccontato di come abbia rischiato di non prendere parte al GP di Germania proprio per via di un incidente in quella sezione della pista, lì dove era volutamente andato a bassissima velocità per cercare di capire in anticipo quanta trazione la via di fuga avrebbe offerto.
“Abbiamo visto un onboard prima della gara, un video di un giro veloce di Fernando Alonso ai tempi della Ferrari, e in quel giro si vedeva come avesse messo due ruote nella via di fuga dell’ultima curva“ – ha spiegato Norris – “Nel mio giro di schieramento ho provato a fare lo stesso, e ho davvero pensato che mi sarei ritirato ancora prima di iniziare la mia gara. Ho premuto la frizione, totalmente in controsterzo e – non sto esagerando – me la sono fatta addosso. Ho pensato ‘Merda, questa non finirà bene’. C’erano i ragazzi del team che mi stavano aspettando per portarmi in griglia, è stato il più grosso spavento della mia vita“. Il giovane inglese, dunque, a differenza dei suoi colleghi sapeva bene a cosa sarebbe andato incontro se fosse per caso finito in quella parte del tracciato. “A quel punto per me era chiarissimo quanto grip ci fosse lì, ma ovviamente non l’ho comunicato a nessuno perché non volevo dare vantaggio agli altri“ – ha proseguito il #4 – “Ogni persona che ha commesso un piccolo errore lì in quelle due curve e finito sulla corsia delle drag race, e avete visto come non ci fosse nulla che si potesse fare“.
E, alla luce di ciò, Norris di certo non può dirsi d’accordo con quanto detto da Michael Masi. “Credo che sia piuttosto pericoloso se devo essere onesto, perché semplicemente non rallenti: è una zona d’asfalto sulla quale arrivi ad una velocità piuttosto elevata, e una volta che ci sei finito dentro non puoi più fare nulla. E’ qualcosa che penso debba essere modificato prima della prossima volta”, ha infatti concluso il pupillo della McLaren.