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E’ andato in archivio con la vittoria di Lewis Hamilton il primo GP della trittico europeo che proseguirà con il GP d’Austria prima e con il GP d’Inghilterra poi. Il #44, sull’asfalto policromo del Paul Ricard, ha saputo sfruttare al meglio il regalo fattogli da Sebastian Vettel, trionfando in Francia e riuscendo a riprendersi la vetta della classifica iridata mentre alle sue si esibivano in buone prestazioni i vari Verstappen, Raikkonen e Leclerc. Chi sarò stato quindi il migliore e chi il peggiore sul tracciato di Le Castellet?

© Mark Thompson / Getty Images / Red Bull Content Pool
© Mark Thompson / Getty Images / Red Bull Content Pool

LEWIS HAMILTON – 9,5. La cosa più difficile del suo weekend è centrare la Pole. Poi, con il patatrac che vede coinvolti Bottas e Vettel alle sue spalle, ha vita facile nel conquistare subito un vantaggio cospicuo su Verstappen e compagnia, mai parsi in grado di impensierirlo davvero. Probabilmente si aspettava di dover soffrire di più in gara, e invece dopo due sole curve ringrazia, saluta la compagnia e se ne va a +14 in classifica piloti. Mica male.

MAX VERSTAPPEN – 8,5. Per la seconda volta consecutiva il #33 non solo si tiene lontano dai guai, ma porta a casa anche punti importanti con una gara solida e priva di sbavature. Evitato il caos della prima curva il suo GP di Francia si traduce in un veleggiare troppo distante sia da Hamilton che lo precede che dal duo Ricciardo – Raikkonen che lo insegue, ed a Max non resta quindi che godersi il panorama attorno a Le Castellet prima di salire sul podio.

KIMI RAIKKONEN – 7,5. Qualifiche deludenti a parte, la gara di Iceman non è affatto da buttare via. Anche lui si tiene lontano dal caos di Curva 1, e nonostante perda qualche posizione nel marasma che ne segue non si scoraggia e anzi inizia a risalire la china con un buon ritmo. Pulito ed efficace nei sorpassi, bravo nella gestione delle gomme, approfitta dei problemi sulla RB14 di Daniel Ricciardo per prendersi un podio che fa morale, soprattutto in queste fasi calde del mercato.

DANIEL RICCIARDO – 7. Dietro a Verstappen in qualifica, dietro a Verstappen in gara. Dopo 6 GP disputati ad un livello pazzesco, l’australiano sembra stia vivendo un periodo di leggera flessione, accentuato anche dal ritorno in auge del suo compagno di squadra. Perde il treno dei primi due a causa di Sainz, che gli fa da tappo nelle fase iniziali della corsa, e da quel momento non riesce più a riportarsi sulla coda di Verstappen fino a quando un danno all’ala anteriore della sua RB14 non lo costringe a cedere il gradino più basso del podio a Raikkonen.

SEBASTIAN VETTEL – 3,5. Media quasi matematica tra il 7,5 che si merita per la rimonta (la SF71-H ne aveva davvero troppo di più rispetto a tutte le auto superate dal #5) e lo 0 spaccato che si busca per quell’errore osceno in Curva 1. E’ vero, può capitare, ma un pilota della sua esperienza si sarebbe dovuto aspettare che Hamilton, come lui sul lato della pista con meno grip, avrebbe dovuto staccare prima per impostare al meglio la curva. Invece Seb spegne il cervello e centra Bottas, rovinando la gara d’entrambi e ritrovandosi a -14 nella classifica iridata. La lotta per Mondiale è ancora lunga e su questo non ci piove, ma regalare punti in questa maniera è il modo migliore per accorciarla.

KEVIN MAGNUSSEN – 7. La sua è sicuramente una gara positiva, ma sulla sua prestazione pesa un po’ quella furbata messa a segno nel caos di Curva 1 e sfuggita praticamente a chiunque. Il danese, approfittando del marasma, ha infatti tagliato nella via di fuga guadagnando quattro posizioni e restituendone solamente due, ritrovandosi decisamente più avanti di quanto non avrebbe dovuto essere. Certo, la sua rimane comunque una buona prestazione, ma la sua gara sarebbe probabilmente stata un po’ più complessa con quelle due posizioni da recuperare in più.

VALTTERI BOTTAS – 8,5. Pronti, partenza e Vettel decide di sciupare quanto di buono il #77 aveva fatto nelle qualifiche, quando per poco non era riuscito a soffiare la Pole Position ad Hamilton. Costretto a ripartire dal fondo, anche lui tenta di esibirsi in una bella rimonta, ma il fondo danneggiato gli complica la vita e ne rallenta il ritmo. Chiude 7° un GP che con ogni eventualità aveva immaginato diverso, ed il rammarico per l’occasione sciupata senza dubbio c’è.

CARLOS SAINZ – 8. Clamorosamente 3° nelle primissime fasi, viene risucchiato indietro dal gruppo man mano che Red Bull, Ferrari e Mercedes si fanno strada risalendo la classifica. Chiude davanti al compagno di team anche grazie alla VSC degli ultimi giri, che rallentando il ritmo di tutti gli permette di non accusare troppo i problemi della sua PU Renault, per un risultato che francamente rispecchia l’andamento del weekend e che, quindi, è ampiamente meritato.

NICO HULKENBERG – 7,5. Rispetto a Sainz ha fatto più fatica nel corso di tutto il weekend, e la 12^ posizione di partenza ne è una prova abbastanza lampante. Sfrutta bene la propria R.S. 18 per farsi largo in mezzo al gruppo, e grazie anche al regalo che gli impacchetta Leclerc non deve neppure impegnarsi troppo per conquistare la 9^ piazza. Un risultato modesto, è vero, ma per come era iniziato il weekend avrebbe sicuramente potuto andare peggio.

CHARLES LECLERC – 9. Se non fosse stato per quel lungo che ha spalancato le porte al ritorno di Nico Hulkenberg il giovane monegasco avrebbe disputato un’altra gara perfetta. 8° in qualifica con una Sauber, 5° nelle prime fasi di gara stando attentissimo a non farsi coinvolgere nel macello di Curva 1, corretto nelle difese, spavaldo nei tentativi di attacco, solido sul ritmo. Il tutto, non dimentichiamolo, al volante di un’Alfa Romeo Sauber. Che sì, starà anche migliorando, ma che nelle ultime 5 gare è finita a punti 4 volte solamente grazie ad un pilota: lui.

ROMAIN GROSJEAN – 5. In qualifica commette un errore dei suoi, andando a muro proprio nel momento clou della sessione, dopodiché in gara pur non commettendo particolari errori – e venendo “spintonato” da Vettel nella via di fuga nel corso del primo giro – non riesce a trovare un ritmo che gli permetta di incidere davvero. Chiude fuori dai punti, primo dei doppiati ed alle spalle di un’Alfa, un GP di casa che aveva sicuramente immaginato diverso.

STOFFEL VANDOORNE – 5,5. In preda ad una McLaren che sembra in preoccupante involuzione, il belga quantomeno può togliersi la soddisfazione di chiudere la gara davanti ad Alonso dopo essergli finito alle spalle – come sempre in questa stagione – nel corso delle qualifiche. Certo è che riuscirci quando il #14 chiude in ultima posizione e tu concludi 12°, doppiato, non dev’essere proprio un motivo di gioia.

MARCUS ERICSSON – 5. Entra nella Q2 nonostante un venerdì pomeriggio andato letteralmente in fumo per via del flambé della sua C37 nel corso delle FP1, dopodiché in gara trova il ritmo che gli è congeniale e chiude 13°, anche lui doppiato, tenendosi alle spalle una Toro Rosso, una Williams ed una McLaren. Visto così il suo weekend sarebbe anche dignitoso, ma il suo problema in questa fase ha un nome ed un cognome. Perché Charles Leclerc, dopo avergli preso le misure ad inizio anno, ormai sembra davvero aver cambiato marcia.

BRENDON HARTLEY – 4,5. Dopo un GP del Canada positivo, il neozelandese incappa in una prova scialba che non deve aver reso troppo felice Helmut Marko. Trascura le qualifiche consapevole di dover puntare alla gara per via delle penalità che lo costringeranno in ogni caso a scattare dall’ultima posizione in griglia, ma neppure concentrandosi sul GP con il set up le sue prestazioni migliorano. Gasly nel confronto diretto lo avrebbe annichilito, e la 14^ posizione finale è specchio di un fine settimana piuttosto difficile.

SERGEY SIROTKIN – 5,5. Senza infamia e senza lode, sostanzialmente lo si vede inquadrato solamente quando al compagno di team – che lo aveva sopravanzato in gara – esplode l’anteriore sinistra. Ok, la Williams non è sicuramente un fulmine di guerra in questo 2018, ma la sensazione è che lui non abbia molto in più da dare alla causa.

FERNANDO ALONSO – 4. Per la prima volta in tanti anni, mi è sembrato di non vederlo neppure ansioso di combattere. Subito fuori in Qualifica, mai davvero presente in gara – il testacoda sul sorpasso subito da Vettel è fantascienza -, torna a farsi notare solamente per dei Team Radio che parevano dover rimanere confinati nell’era Honda. Sembra che il #14, molto semplicemente, abbia notato che da altre parti è in grado di vincere. E allora persino un lottatore come lui potrebbe essersi iniziato a chiedere se ci sia un senso nell’impegnarsi così tanto per ottenere in realtà nulla.

LANCE STROLL – 5,5. Copia e incolla con la pagella di Sirotkin, con la differenza che almeno lui la posizione sul compagno di squadra l’aveva guadagnata. Il ritiro finale è magari figlio di un suo errore – fare 60 metri a ruote fumanti non è mai una splendida idea -, ma la colpa è da condividere con il Box: con l’anteriore sinistra in quelle condizioni, perché non fermarlo? Neanche fosse stato in lotta per una posizione importante…

SERGIO PEREZ – 6,5. Ocon gli era finito davanti in qualifica, ma da un pilota d’esperienza come il messicano in una gara così caotica ci si sarebbe anche potuti aspettare un piazzamento ampiamente nella top ten. I suoi sogni di gloria si spengono però assieme al motore Mercedes, che tradisce lui e la sua VJM11 decisamente prima del tempo senza che Checo abbia particolari colpe o commetta particolari errori.

ESTEBAN OCON – 5. Lui, a differenza del compagno di team, un errorino lo commette. E’ vero, chi è davanti ha il diritto di scegliere la traiettoria che più gli sconfinferi, ma nelle prime fasi di un GP traslarsi in fase di staccata dall’estrema sinistra all’estrema destra della pista senza curarsi di chi segue non è mai un’idea felicissima. E credo che sinceramente, visti gli effetti del suo incidente con Gasly, il giovane francese questa lezione l’abbia capita da sé.

PIERRE GASLY – 5,5. Perché un concorso di colpa nell’incidente con Ocon probabilmente ce l’ha anche lui, dato che perde il controllo della sua STR13 in staccata a causa di un bloccaggio del posteriore per evitare lo spostamento repentino del francese della Force India, che però forse – o meglio, force – lo avrebbe evitato. Peccato anche per lui, perché forse l’opportunità di portare a casa qualche punticino nel GP di casa c’era.
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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow